Siamo a Milano, in uno dei vicoletti che sbucano lungo la darsena meneghina, precisamente in Via Corsico al civico 1.
Le tre piccole vetrate esterne lasciano scorgere l’ambiente interno. Piccolo, appena, 28 posti appunto, quanto caldo ed intimo.
Ambiente minimal e pochi fronzoli, il colore tenue del legno dei tavoli la fa da padrone. Ma è lo show in cucina il principale protagonista che grazie a quella striscia di vetro che affaccia sui tavoli lascia intravedere tutte le mani che “impastano” in cucina. Una lunga linea rettangolare posta all’altezza visiva degli occhi e così per l’intera serata si ha la possibilità di vedere le mani di Marco Ambrosino, executive chef del 28 posti, che lavorano con abile dovizia.
Marco ha scelto di stanziarsi in questo piccolo vicoletto, dopo aver lasciato la sua isola, Procida, dopo aver percorso le grandi vie, che dal “Melograno” di Ischia lo hanno portato fino a “El Bulli” di Adrià in Spagna, poi al “Noma” di Copenhagen e finanche ad arrivare al pastificio “Buongusto” di Milano.
3 sono le degustazioni: 60€ per 5 assaggi; 80€ per 8 assaggi; 90€ per 10 assaggi.
Preparatevi a scoprire nuovi sapori e a riscaldare i vostri palati
Brodo di cavolo e legumi da bere rigorosamente con la cannuccia di sedano e rigorosamente, poi, una volta bevuto tutto, da mangiare anche la cannuccia.
Il suo concetto “panifero” diventa manifesto dei sapori del sud ed etichetta di influenze nordiche. Le farine siciliane si mischiano alle affumicazioni nipponiche, con un pane bianco lievitato 24 ore e impastato con grano Tûmìnia (un grano siciliana) e burro affumicato coperto con cenere di cipolla ai ferri.
L’azzardo nei piatti è evidente: la verza servita con tartufo sale e olio pare avere una sferzata acidula imponente, ma poi d’un tratto la salivazione smette, i sapori si imprimono alle pareti e un sapore di “buon gusto” si forma nell’intera bocca
Anarchia negli abbinamenti e un’eversione nei condimenti, questa è la pasta mista con polvere di noce di olivo e gelato di sarda. Quando mai puoi aspettarti un gelato di sarde? E poi quando mai ti aspetti un contrasto di temperature così elevato in un primo piatto? fuma la pasta che lenta viene spenta dalla crema di sarde.
La Rapa rossa di chioggia, enogarnum (garum di acciughe), latte di mandorla, olio di foglie di limone spiazza per il sapore insolito, ma non disturba al palato, anzi nonostante questi forti contrasti aciduli tutto si fonde come se fosse il più “normale” degli abbinamenti.
Un’impronta mediterranea prende piede con un’ostrica affumicata coperta con olio di caffè. C’è un po’ di Procida in questo piatto e un retaggio della cucina del Noma che rieccheggia grazie a una cottura capace di regalare una nota aromatica aggiuntiva.
Il percorso tra acidità e dolcezze sembra non arrestarsi con uno sgombro con salsa bernese allo zafferano, emulsione di ginepro e limone bruciato. Pare un dolce per quella crema che richiama tanto al cioccolato bianco, spiazza, invece, quando si scopre che la portata è a base di pesce.
Un gelato di polline, gusto soffice e quasi neutro per quanto è delicato viene “violentato” nella più bella forma di vivacità dalla sapidità della bottarga. Ad arbitrare sono poi la cenere e la ricotta che contemperano e aiutano il palato a gestire il tutto.
28 Posti vale tutta l’esperienza.
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Via Corsico 1, Milano
02 8392377
Aperto tutti i giorni (12:00/15:00-20:00/23:00 e domenica brunch 11:30-16:00) tranne il lunedì.