Abbiamo intervistato Adolfo, che nel frattempo si è aggiunto al padre Eduardo nella conduzione dell’azienda.
Ci sono alcuni “sogni” che non abbandoneranno mai la loro dimensione onirica e che il tempo e le circostanze contribuiranno a sbiadirli, e quelli invece che nascono da una lucida progettualità e che aspettano solo che si realizzino le condizioni per poterli trasformare in azioni concrete. È proprio così che nasce TENUTA SCUOTTO, da un sogno con una data di scadenza. Un territorio pronto ad accoglierci, investimenti e creazione di un team di professionisti, infatti, hanno segnato temporalmente il passaggio da progetto ad importante realtà vitivinicola nell’areale di Lapio. Correva l’anno 2008 e da allora non abbiamo più smesso di coltivare ed inseguire il nostro ambizioso disegno imprenditoriale. Dalla prima vendemmia e dalle prime bottiglie vendute, passando per i primi vinitaly e alle prime esportazioni, ogni fase, ogni attimo hanno rappresentato una milestone del nostro cammino. Come tasselli di un articolato puzzle, abbiamo studiato e messo sul mercato vini che sapessero di territorio, ma per nulla omologati, in una sola parola “identitari” e sostenuto la produzione con un’attenta e meticolosa strategia di marketing.
Qual è la tecnologia utilizzata e come funziona il processo produttivo della vostra cantina?
Il vantaggio di aver pianificato il nostro ingresso sul mercato vitivinicolo e la definizione di obiettivi qualitativi ex-ante, ci hanno aiutato nella individuazione delle attrezzature e degli impianti più adeguati al nostro progetto. Iniziando dalla fase di pressatura, per la quale abbiamo optato per una tecnologia di pressatura soffice ad azoto, che ci consente di preservare corredo aromatico ed integrità dell’uva e conseguente bassissimo utilizzo di solfiti, per poi passare all’avanzata tecnologia di termo-regolarizzazione che accompagna la fase di fermentazione (In acciaio o in legno, in base ai vini). Discorso a parte andrebbe fatto sui requisiti infrastrutturali della cantina, la cui costruzione è stata fatta tenendo conto delle insidie climatiche (irradiazione solare, umidità, etc.) e di come difendersi. Condizioni ideali che poi assumono rilevanza notevole nell’ultima fase e cioè quella dell’affinamento e più in generale della conservazione dei vini. In estrema sintesi posso affermare che dalla fase agricola a quella di trasformazione e commercializzazione ci lasciamo guidare da questi pochi, ma importantissimi principi guida: Salubrità (che parte inevitabilmente da come gestiamo i nostri vigneti), Pulizia e Attenzione.
Avete grande attenzione al territorio, quanto contano le radici?
Mi ricollego appunto alla risposta precedente, sostenendo che non possiamo fare quello che facciamo se non amando e prestando attenzione al nostro territorio. “Attenzione” intesa sia come cura e gestione del nostro “oro”, uve che ci regalano grandi risultati solo perché sorvegliate ed accudite in ogni loro fase, sia nel senso di “portare all’attenzione” di tutti un territorio con grandi radici e grande vocazione. Io e mio padre, infatti, quando abbiamo deciso di lanciarci a capofitto in questo progetto, lo abbiamo fatto perchè persuasi dall’idea che un viticoltore fosse innanzitutto un ambasciatore del territorio e della sua indiscutibile unicità. Noi, ovviamene, cerchiamo di associare al messaggio territoriale gli aggettivi che più caratterizzano la nostra produzione, ossia qualità e diversità. Tutto concentrato nel contenuto di una bottiglia di vino che per nostra fortuna parla tutte le lingue del mondo e si candida a pieno titolo ad essere ambasciatore della Campania, dell’Irpinia e di Tenuta Scuotto.
Qual è il vostro business model e quali sono i mercati a cui vi rivolgete?
I nostri vini sono tutti prodotti al 100% da vitigni autoctoni, ma la differenziazione e la forte caratterizzazione li identifica nel panorama vitivinicolo come vini dalla forte personalità. Noi ci rivolgiamo esclusivamente al canale ho.re.ca, di fatto ristoranti, enoteche e wine-bar rappresentano i nostri partner chiave per arrivare al cliente finale. Il cliente tipo (ristoratore e consumatore) dei nostri vini è sicuramente attratto dalle caratteristiche del prodotto, risultato del nostro stile di vinificazione, ma anche dall’immagine accattivante e dalla reputazione del brand. Negli anni siamo riusciti a trasferire i principi da cui trae ispirazione il nostro progetto, per cui quando si sceglie SCUOTTO ci si identifica “inconsciamente” con i valori di quel marchio, valori quali la passione, lo spirito di abnegazione, l’eleganza, lo stile, la qualità, la “freschezza”, il dinamismo…un sentiment assolutamente positivo, molte volte condiviso dagli stessi clienti con noi. In che modo?! Dal complimento al banco di degustazione, alla mail accorata, alle foto sui social, ai whatsapp personali. Una comunità di appassionati e sostenitori che non solo apprezzano e degustano abitualmente i nostri vini, ma che se ne fanno anche ambasciatori tra i loro amici e conoscenti.
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Ad oggi quali sono i vostri numeri sul mercato?
Siamo presenti su tutto il territorio nazionale con le nostre otto referenze ed esportiamo circa il 40 % della nostra produzione. La dimensione internazionale dell’azienda ed il posizionamento ci regalano performance in crescita anno dopo anno. Anche il 2018, infatti, si è chiuso con un + 30 % ed abbiamo registrato un Gennaio con lo stesso trend positivo. Mercati come America, UK, Belgio e Giappone hanno lavorato molto bene, ma siamo estremamente soddisfatti del lavoro fatto in Italia. Grazie ai nostri collaboratori abbiamo conquistato nuove posizioni e consolidato quelle precedenti. La nostra gamma, infatti, riesce a conquistare un canale multi-target. Ragion per cui è possibile trovare i nostri Vini nella ristorazione più tradizionale come anche in quella più innovativa. Siamo orgogliosi anche del fatto che sempre più stellati hanno inserito Tenuta Scuotto nelle loro carte come anche i nuovi concept di cucina fusion.
Avete ricevuto alcuni riconoscimenti, raccontaci tutto!
Il rating per la nostra azienda è sempre stato un aspetto importante della strategia. Ricordo ancora oggi, la partecipazione ai primi concorsi, come anche l’iscrizione ad alcune guide. Il Nostro Fiano ed Oi nì, alle loro prime uscite furono premiati al Vinitaly ed al Concorso Mondiale di Bruxelles e questo ci servì per essere intercettati dai radar del mondo della comunicazione (wine blogger, associazioni sommelier, etc.) e del giornalismo di settore. Da quel momento in poi c’è stata una vera e propria escalation con l’assegnazione di Medaglie d’oro, d’argento e bronzo alle più importanti competizioni internazionali, con i massimi punteggi nelle Guide più prestigiose a livello italiano, fino ad arrivare ai punteggi superiori al 90 attribuiti dalle “penne” più prestigiose del settore a livello internazionale.
Progetti per il futuro?
Sono un’autentica fucina di idee al punto che molte volte devo frenare il mio entusiasmo nel percorrere strade innovative e per questo progettuali nella loro fase di elaborazione. Certamente alla base di qualsivoglia “progetto dell’azienda” c’è il mantenimento e, ove possibile il superamento, dei propri standard qualitativi. Sulle “politiche di internazionalizzazione” vorremmo rafforzare la nostra posizione nel sud-est asiatico, mentre sul fronte nazionale continueremo a percorrere la medesima strada, ma migliorando ancora di più il rapporto azienda-cliente. Sul piano infine della produzione, nei prossimi due/tra anni dovremmo uscire con novità. Quale sara?! Be’…Rimanete sintonizzati su tutti i nostri canali, vi daremo tutte le informazioni di cui avrete bisogno, ma a tempo debito.
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Adolfo Scuotto. Laureato in Economia Aziendale con Tesi in Marketing alla Federico II di Napoli, ha iniziato il suo percorso professionale nella consulenza strategica e di marketing, portando avanti così un approccio multisettoriale. L’atavica passione per il vino e l’innato spirito imprenditoriale della sua famiglia lo hanno spinto anche nella realizzazione del progetto Tenuta Scuotto.