Si chiama Delizie Reali, l’ambito progetto che ha come obiettivo la valorizzazione, finalizzata al recupero e alla gestione, degli immobili e delle pertinenze della “Real Fruttiera” del Bosco di Capodimonte a Napoli, denominata “Giardino Torre” e dell’ annessa “Serra”. Il Real Bosco è bene culturale protetto dall’UNESCO per il suo immenso patrimonio storico, culturale e botanico, custode del Museo, un tempo scelto come residenza da Re Carlo di Borbone per la bellezza della sua veduta.
Sotto la direzione del francese Sylvain Bellenger, dal 2015, il bosco risorge a nuova vita, con la promessa mantenuta che non sarebbe mai stato né privatizzato, né chiuso ai cittadini, né a pagamento.
“È stato Capodimonte a farmi compiere la scelta di storico dell’arte dopo che lo visitai nel 1980 ed oggi posso dire che è per me un sogno esserne diventato il direttore. È sicuramente la più grande sfida della mia carriera”, afferma il Bellenger.
La potatura della siepe, necessaria per la salute delle piante e l’incolumità dei cittadini, ha finalmente restituito a Capodimonte il suo belvedere sulla città, una delle immagini più celebri del vedutismo napoletano, per anni negata dall’abbandono e dalla crescita incontrollata della vegetazione.
La mia ultima visita al sito, risale all’inizio degli anni 2000 ed oggi sono molto colpita dalle opere compiute e da quel senso di piacevolezza e di orgoglio di avere uno spazio verde “ossigenato” ben curato ed intrattenuto nella mia città; ideale per trascorrere una bella giornata in famiglia con tante aree dedicate allo svago dei più piccoli in tutta sicurezza, senza dimenticare i percorsi per gli sportivi. Tanti gli spazi verdi non calpestabili e, benché all’aperto, è vietato fumare in tutto il bosco, ben sorvegliato da una massiccia presenza di sorveglianti.
IL PROGETTO “DELIZIE REALI”
L’idea principale è quella di realizzare un insieme di attività e servizi, a carattere culturale e sociale, dalla ristorazione a km zero alla commercializzazione di prodotti selezionati di alta qualità, dall’utilizzo del frutteto e dell’orto storico alle attività didattico-ricreative, con particolare riferimento alle attività di educazione alimentare, agronomiche, botaniche e culinarie.
Il Giardino Torre o Casamento, è un antico frutteto reale con annessa una masseria, storico esempio di agro-biodiversità e luogo preziosissimo per il valore storico e per le rarità botaniche che ospita. Infatti, è l’unica testimonianza superstite di giardino produttivo tra tutti i siti borbonici che, oltre ad essere luoghi di svago, erano vere e proprie aziende agrarie a carattere produttivo che dovevano autosostenersi e generare profitto. Le primizie e la frutta più pregiata erano riservate alla mensa reale. Si coltivavano, inoltre, molte varietà di fiori anch’essi riservati alla Reggia, infatti al giardino vi era annesso un vivaio.
Il Giardino Torre, oltre agli ortaggi e le erbe aromatiche, custodisce ancora oggi antiche cultivar come il mandarino (che arrivò a Napoli, presso i siti reali intorno al 1830), le pere come la “Mastantuono” e la “Spadona”, susine “Regina Claudia” e le ciliegie “O Monte”, “Giulia”, “Malizia”, filari di nespoli, fichi, melograni, albicocchi, gelsi, sorbi e kaki. Sono molto numerosi anche gli agrumi tra cui aranci, limoni e cultivar insolite come il limone “Mano di Buddha” e il “Limone caviale”. La masseria è in fase di ristrutturazione per dare vita ad un ristorante con utilizzo di ortaggi e frutta del giardino, a km0.
La stufa dei fiori, era l’antica serra del real bosco. Misura pochi metri e serviva alla riproduzione e al ricovero, soprattutto fiori, di tutte quelle specie vegetali che richiedevano un clima ben specifico durante il periodo invernale. Sin dal 1800 ha subito svariate ristrutturazioni atte ad ospitare piante esotiche provenienti da svariate parti del mondo e per ottenere più luce e calore. Negli anni 30, la duchessa Elena d’Aosta, residente a Capodimonte, fece aprire il tetto rimpiazzandolo con una struttura in ferro e vetro, aggiungere altre aperture, ad arco, tali da permettere l’accesso ad un’area verde recintata di circa 500 mq. Si pensa che probabilmente questa piccola serra occupa una zona ridotta di quella che era denominata “Pipiniera” in cui si coltivavano in terra ed in vaso, le piante più pregiate e rare del Giardino.
Oggi, la serra è stata restituita alla comunità, riqualificata in Tisaneria e Bistrot, con annesso Market Bio in cui poter acquistare i prodotti provenienti dalla coltivazione in loco, i famosi piatti di ceramica di Capodimonte, la cui collezione è stata affidata al noto artista Diego Cibelli, marmellate e confetture realizzate con frutta del giardino, melanzane sott’olio, succhi di frutta e passata di pomodoro. E’ possibile, inoltre, acquistare piantine in vaso ed organizzare eventi culturali atti a creare un legame con la cittadinanza e le associazioni socio-culturali del territorio campano.
Gli spazi esterni sono molto ben curati e grandemente esposti al sole. Ad accogliere i visitatori, la magnifica scultura “Segno Australe Croce del Sud”, realizzata in profilati e piastre di ferro, dal fu Maestro Eliseo Mattiacci, scultore contemporaneo, opera facente parte della collezione di Arte Contemporanea esposta al terzo piano del Museo di Capodimonte.
La serra gode di cinque entrate ad arco, di cui due di accesso alle sale, ornate di alberi di limone, sedie e tavolini; qualche gradino introduce ad uno spazio esterno laterale circondato da varie specie di fiori e piante ornamentali e, soprattutto, piante di erbe aromatiche segnalate con i loro nomi originali in latino. All’interno un angolo bar con vetrina per viennoiseries e crostate home made, con annessa cucina dove ogni giorno vengono proposti piatti del giorno oltre al menù stagionale composto da piatti della tradizione napoletana. Bella la collezione di teiere e tazze originali ceramica di Capodimonte, esposta all’interno del locale. Una carta è interamente dedicata ai Tè e Tisane DAMMANN FRÈRES: per ognuno di essi sono indicati i tempi di infusione.
Ci siamo accomodati nel giardino laterale, anch’esso bagnato dal sole. Abbiamo scelto la profumatissima BALI, un’infusione fruttata di tiglio, limone, verbena, litchi, pompelmo, pesca settembrina e rosa, servita con piccoli biscotti di pasta frolla in confezione monouso, molto apprezzati. Ottimi il caffè e la brioche col tuppo di buona manifattura e profumatissima. Ci riserviamo una prossima visita per il pranzo.
La prima sala conta una quindicina di posti a sedere, mensole con piante ornamentali, tetto in ferro e vetro, restaurato durante la ristrutturazione, da cui discendono due lampadari “vegetali” molto particolari. Le pareti hanno delle aperture ad arco sia verso la cucina che per introdursi nella seconda sala in cui sono presenti un grande tavolo conviviale, mensole e dispense in legno stile “arte povera”.
Le caratteristiche storiche del luogo sono state rispettate in quanto i materiali utilizzati rispecchiano l’identità delle tradizioni artigianali del territorio: pavimenti in cotto, le riggiole napoletane in ceramica e dipinte a mano ad abbellire il banco vendita. Molto presenti i “panari” in vimini, tipici della tradizione napoletana.
Sicuramente, quello che mi ha colpita di più è il colore delle pareti, una particolare tonalità di azzurro intenso, a ricordarci che siamo a Napoli, che ha alle sue spalle tutta una storia. Si chiama “Vetriolo di Cipro”, scelta in precedenti restauri, quasi sicuramente per le sue proprietà fungicide, adatta ad ambienti umidi, essendo un solfato di rame. Con le tecniche moderne avanzate è stato possibile riprodurre il colore con la tecnica dello spatolato su intonaco bianco, particolare stile di pittura che rende le pareti lucide e lisce: catturando i raggi del sole creano quelle tipiche sfumature cromatiche corrispondenti alle antiche velature del vetriolo di rame. Ne sono molto colpita.
DEGUSTAZIONE ED OSSERVAZIONI
Ci siamo accomodati nel giardino laterale, anch’esso bagnato dal sole. Abbiamo scelto la profumatissima BALI, un’infusione fruttata di tiglio, limone, verbena, litchi, pompelmo, pesca settembrina e rosa, servita con piccoli biscotti di pasta frolla in confezione monouso molto apprezzati. Ottimi il caffè e la brioche col tuppo di buona manifattura e profumatissima. Ci riserviamo una prossima visita per il pranzo.
Le mie osservazioni sul menù:
buona l’idea di proposta di una selezione di formaggi (Delice de Bourgogne, Caciocavallo di Jersey, Pecorino di grotta, Blu di bufala), anche se avrei sicuramente omesso un formaggio francese a favore di un altro prodotto campano artigianale, per restare nell’etica del progetto.
Ugualmente dicasi per la Birra Peroni. La Campania si fregia della presenza di numerosi birrifici artigianali e preferirei vederli numerosi in vetrina, al fianco degli Stimalti presenti.
Stesso discorso per i dolci. Napoli è mondialmente conosciuta per le sue pasticcerie e la proposta di una New York Cheesecake mi sembra un pò misera; con un pò di fantasia dello chef, privilegiato dalle cultivar del Giardino, si potrebbe fare di più, per la felicità dei turisti e dei cittadini.
Si potrebbe migliorare anche la Merenda del Bosco, colazione proposta con un bicchiere di Latte Nobile, fette biscottate e marmellata di mela annurca. Errore di stampa (spero) più che una marmellata è sicuramente una confettura ed al costo di 10 euro (penso ai turisti in visita) si potrebbe degustare qualche prodotto artigianale in più.
La proposta dei piatti Bistrot è abbastanza variegata: zuppa, vellutata, sandwich, crostone, insalata mista, risotto, gateau di patate, gnocchi e polpette al pomodoro, ce n’è per tutti i gusti con ricette dove agrumi, verdure di stagione, legumi ed erbe del giardino padroneggiano.
Il vino è proposto al calice; 6 etichette di cui solo 2 campane, peccato!! Rischio di sembrare sciovinista ma per un luogo che vuole fregiarsi quale esempio di legame con il territorio e le sue eccellenze enogastronomiche, mi sembra ci sia qualcosa da rivedere. Speriamo che il futuro ristorante faccia di più.
Il personale è molto cortese, sorridente e disponibile e ringrazio la simpatica cameriera per aver risposto con pazienza alle mie numerose domande.
STUFA DEI FIORI BISTROT
Via Miano, 2 ℅ Real Bosco di Capodimonte
80133 Napoli NA
Tel: +39 081 3088478
Aperto dalle 8h00 alle 22h00
Chiuso il mercoledì
Credit photos: Angela D’Esposito, deliziereali.it