Incuriosito dalle recensioni che parlavano di Namare nuovo ristorante a base di pesce a Portici, ho deciso di andare a verificare sul posto.
In Viale Leone 2G a Portici (NA) una traversa della centralissima via Diaz ho incontrato ed intervistato Angelo Arrichiello, giovane titolare dell’attività.
Angelo qual è la tua storia professionale?
La mia storia parte come quella di tanti noi in famiglia dove già da piccolo rubavo i segreti ai miei familiari che facevano questo lavoro, poi ho frequentato l’Istituto Alberghiero a Napoli e subito dopo con molta umiltà ho iniziato a lavorare all’interno di cucine popolari, osterie napoletane dove ho iniziato ad apprendere i segreti e a fare tanta gavetta.
Ho lavorato con molti grandi chef da cui ho appreso tanto, sono stato all’estero, in particolare negli Stati Uniti dove ho lavorato al Circus di New York, qui mi sono avvicinato alla cucina gourmet, capendo che oltre al sapore era importante il saper impiattare e sopratutto sorprendere con abbinamenti particolari i clienti.
Poi sono ritornato in Italia dove ho lavorato in Cilento al cormorano di Agropoli, qui è nato il mio amore per il pesce ed il mare ed ho iniziato a progettare il mio sogno, un locale tutto mio dove la cucina di mare fosse protagonista, un mare che unisce tutti i popoli e con cui quindi si potesse fare contaminazione di sapori.
Poi arrivi a Portici e apri Namare , perchè questo nome?
Ho deciso di fare il grande salto, cambiando locale e puntando su una clientela di maggior respiro qui a Portici.
Na-mare è il mare di Napoli e al contempo contaminato da influenze estere, in particolare asiatico-giapponese sia nelle tecniche che per la tendenza ‘sushi-crudo’.
Nama in giapponese significa ‘crudo’, unito alla parola mare diventa Namare, il luogo in cui si interpreta il crudo alla maniera napoletana. Lontano dall’essere un fusion, ambisce ad essere un luogo in cui la tradizione gastronomica e marinara napoletana incontra la tendenza delle preparazioni dei crudi di mare con estemporanee contemporanee.
Il nostro logotipo si compone di due elementi, il nostro amato vesuvio blu come il golfo di Napoli in cui si specchia visto da Portici e un’onda d’oro che richiama la livrea della ricciola, tra i pesci azzurri più pregiati. Un pesce pelagico con una colorazione argenteo-azzurra, una linea longitudinale color oro e una fascia bruna obliqua che attraversa l’occhio.
E’ sia mediterranea che oceanica, diventando il simbolo della nostra cucina, ponte tra due culture.
Parlaci di Namare
La mia sfida è convincere il pubblico di Portici e dintorni con le “ricette della tradizione con abbinamenti crudi, selezione accurata di prodotti del territorio degustazioni e plateau di crudi e cotti, tartare carpacci, primi di mare, tempure”.
Accanto al ristorante c’è anche un bar, il Namabar, un bar il cui focus è sui crudi, salumi e fritti di mare in abbinamento a cocktail e vini selezionati.
La caratteristica della formula crudo di Namare è la possibilità di creare e combinare il proprio piatto di crudi scegliendo dalla lista Nama i ‘pezzi’ preferiti.
Tradizione contemporanea: è la filosofia del mio ristorante dove è la cucina tradizionale partenopea a beneficiare della tecnica giapponese delle preparazioni dei crudi di mare.
Ci tengo a dire che la mia non è una cucina fusion, anche se nel menu appaiono una seppia togarashi e un polpo teriyaki che farebbero pensare proprio alla fusion mitigata dalla presenza dell’irrinunciabile sauté di frutti di mare.
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