Lo chef Massimo Sollai è sempre impegnato in nuovi progetti, la sua ultima attività è l’apertura del Monopoly a Riyadh. Si rafforza così il suo legame con l’Arabia Saudita dove già nel 2020 aveva aperto un ristorante.
Ciao Massimo, ci siamo sentiti un po’ di tempo fa, come hai vissuto questo periodo particolare caratterizzato dalla pandemia?
Ho vissuto questo periodo molto intensamente, sia perché ho avuto il Covid, lontano da casa, qui a Riyadh in Arabia Saudita. In solitudine e con il timore di non superare da solo questo brutto virus. Dopo 10 giorni intensi cercando di stare concentrato e di pensare alle cose importanti, mi sono ripreso e in 3 settimane ne sono uscito fuori.
Fortunatamente ho evitato la pandemia più forte in Italia, ma l’ho vissuta in Saudi Arabia con delle restrizioni davvero severe che qui vengono applicate senza indugio. Detto questo, è stato un lungo periodo di riflessione e di ripresa, ma da privilegiato. Qui in Arabia Saudita nulla si è fermato sotto l’aspetto del lavoro e dei salari, questo ha dato una certa serenità al sistema e ha permesso una stabilità a 360° gradi sia personale sia nazionale.
Stai per iniziare una interessante esperienza in un nuovo locale a Riyadh, “Monopoly”, ci puoi raccontare come nasce questo progetto?
In realtà già da qualche anno, grazie alla mia compagnia con sede in Spagna e Italia ( www.work-food.com), spesso sono in viaggio in diverse parti del mondo per nuove aperture e nuovi progetti in generale, ma ora il punto nevralgico è qui in Arabia Saudita.
La location è molto bella al KAFD nel Financial District, puoi dirci qualcosa in merito?
Il KAFD sarà una destinazione. Un centro nevralgico di interessi sia culinari che di moda ed economici. Siccome la borsa dell’Arabia Saudita è a pochi metri dalla nostra nuova location, questo ci spingerà ad avere un altissimo passaggio di ospiti che sono sempre alla ricerca di una nuova esperienza culinaria o semplicemente vogliono passare del tempo di qualità in un luogo bellissimo.
Che tipo di cucina proporrai?
Niente di alieno. Tutto sarà perfettamente riconoscibile e in linea anche con le alte aspettative dell’Arabia Saudita.
L’influenza sarà assolutamente italiana con diverse varietà di Paste fresche e ripiene. Ci saranno dei pesci particolari e delle carni speciali. Il tutto accompagnato da antipasti e dolci inventati da me e dal mio team fantastico che ho qui a Riyadh.
Quello che senz’altro non mancherà è l’apporto tecnologico che ci permetterà di realizzare cose semplici in modo assolutamente preciso ed equilibrato.
Non è la tua prima esperienza in Arabia Saudita, cosa ti affascina di questo paese?
Sono qui dal 2020 e ho già aperto un ristorante che è diventato punto di riferimento e di successo. Mi aspetto solo questo risultato nelle cose che faccio.
Cosa ti aspetti da questo nuovo impegno professionale?
Mi aspetto di imparare ancora di più e di non fermarmi mai. Il mio lavoro oltre i fornelli è anche quello di curare il design, progettare gli spazi e la logistica sia della cucina che del ristorante. Da qualche anno ho sviluppato anche alcune abilità che avevo nascoste e che sto riscoprendo grazie allo spazio enorme di manovra garantito dalla mia compagnia: disegnare mobili per il ristorante e per la cucina, ideare le luci e soprattutto focalizzarmi sul benessere e la felicità delle persone, sia quelle che lavorano con me sia tutti i nostri fornitori, che per me sono partner a tutti gli effetti, e tutti i nostri ospiti di oggi e futuri. Questa è la mia missione, mi sta a cuore molto più del cibo, che ê evidentemente un risultato di una serie di ottime scelte.
Hai altri progetti per il prossimo futuro?
Il progetto è di sviluppare diversi brand in Saudi Arabia nei prossimi anni. In un terreno così fertile, le buone idee possono prendere il volo senza nessun impedimento e si possono vedere concretizzati i propri sogni, quasi sembri davvero facile. Il mio sogno principale rimane sempre la possibilità di aprire un ristorante nella mia Sardegna. Magari un giorno potrà accadere.