La serata del 16 gennaio vissuta da RO.VI in occasione del nuovo appuntamento della rassegna “Metti una sera a cena”, è stata capace di combinare sapientemente tradizione e modernità, esprimendo un certo fascino non solo per i sapori, ma anche per l’atmosfera raffinata e conviviale.

Vincenzo Guarino, brand chef della Corte degli Dei, ha curato questo nuovo menù arricchendolo con le sue esperienze vissute in giro per il mondo. 

Ad aprire le danze, una selezione di finger food che ha immediatamente conquistato il palato degli ospiti. La polenta fritta accompagnata dal ragù ha evocato ricordi di domeniche in famiglia, con i suoi profumi intensi e l’inconfondibile sapore di casa. Il bao, con il suo impasto soffice e la combinazione di sapori audaci, ha invece portato una ventata di contemporaneità, dimostrando come la tradizione possa sposarsi perfettamente con l’innovazione. A chiudere la trilogia dei finger food, un bun che ha catturato lo sguardo prima ancora del gusto: la sua presentazione, curata fin nei minimi dettagli, si è rivelata un preludio alla sofisticata esperienza gustativa che ha regalato.

Il racconto dello chef, che ha saputo intrecciare la sua storia personale con quella delle creazioni presentate, si incastona perfettamente nella narrazione della serata. 

In un’intervista esclusiva, ha condiviso il significato profondo del menù e i suoi progetti futuri.

Dopo 14 anni torno finalmente in Campania”, ha dichiarato, visibilmente emozionato. “il mio lavoro è un work in progress: seguirò sempre Palazzo Acampora e, tra un anno e mezzo, aprirà un nuovo hotel a Napoli, dove curerò la parte ristorativa, dalla pizzeria al fine dining. Tornare nella mia terra, dopo aver girato il mondo, è un privilegio, e spero di essere accolto come 14 anni fa.

La cucina dello chef riflette questo viaggio tra mondi lontani e radici profonde. “In questi anni ho maturato una cultura molto asiatica, con tendenze orientali che si fondono alla nostra tradizione. È una contaminazione tra prodotti del territorio campano e tecniche innovative provenienti dall’Oriente.” 

Pasta Corallo Rosso

Questo equilibrio è stato evidente in molti piatti della serata, come la pasta con una cialda al corallo rosso, ispirata al simbolo di Torre del Greco, e il gambero shabu shabu, cotto in brodo dashi di gamberi e scampi e servito con spuma di fagioli cannellini.

La mia cucina creativa mediterranea è un omaggio al mio territorio, ma non dimentica mai l’influenza internazionale”, ha aggiunto. “Rappresenta una sintesi tra innovazione e tradizione, con un tocco di contemporaneità che il mondo apprezza. Il Made in Italy è il cuore di quello che faccio.

Ad arricchire ulteriormente il menù, le pizze preparate da Vincenzo Damiano e Rocco Campana, i maestri pizzaioli di RO.VI che con grande abilità hanno reinterpretato classici della tradizione. La Scarpariello, morbida e intensa, ha celebrato la semplicità e la genuinità del pomodoro, mentre la montanara in doppia cottura, con crema di friarielli e polpette napoletane, ha chiuso un ideale cerchio narrativo, collegandosi alla polenta iniziale e rievocando le domeniche in famiglia.

A concludere la serata in dolcezza è stato il dessert firmato dal pastry chef Carmine Di Donna, che cura la pasticceria del ristorante La Torre del Saracino di Gennarino Esposito. La sua millefoglie con crema alla vaniglia ed essenza di frutti rossi è stata una vera poesia in forma di dolce, capace di sorprendere non solo il palato, ma anche il cuore.

La serata “Rosso Corallo” non è stata semplicemente una cena: è stata un’esperienza che ha celebrato il gusto, il territorio e la creatività, lasciando negli ospiti il ricordo di un viaggio indimenticabile tra sapori e emozioni.

Giuseppe Cantone

Il prof. Giuseppe Cantone insegna materie letterarie in un liceo della periferia di Napoli, dove coniuga il rigore accademico con un approccio vivace e appassionato alle discipline umanistiche. In passato...