Il prestigioso bar speak-easy partenopeo è stato teatro della tappa del Grand Tour Italiano Sainté Gourmet Rèservé della Maison.

“Io sono un poeta segreto”, soleva ripetere lo scrittore e saggista cileno Roberto Bolano, lasciando intendere che tutto ciò che si disvela ha sempre un fascino segreto ed enigmatico, e che la finzione in fondo è un processo di creazione.

Nel cuore di Napoli, alla Via Vannella Gaetani, nascosto oltre un portone di legno massiccio ed una piccola vetrata da cui si scorgono luci soffuse e suppellettili d’arredamento retrò, è ubicato L’Antiquario, uno dei migliori bar speakeasy d’Italia. Al bando vino e birra, la vera protagonista del locale, diretto con mano ferma e piglio creativo dal talentuoso bar manager Alex Frezza, con le relazioni esterne e commerciali curate da Francesco Cappuccio, è l’arte della miscelazione e del bar-tending, con cocktail divisi tematicamente in “Classici”, “Contemporanei” e “Moderni”, quasi ad un imitare un compendio ragionato di Storia dell’Arte.

foto bancone antiquario

L’ultimo evento, al quale abbiamo avuto modo di partecipare, è stato dedicato, fatta la debita prolusione sulla genesi del locale, alla maison Mumm, prescelto come location dove ambientare una cena esclusiva. Oggetto una estesa degustazione dei prodotti di gamma rientranti nella nobile famiglia dei Cuvéé, rappresentante la più alta espressione del Pinot Noir e dello Chardonnay della maison.

antiquario degustazione

angolo antiquario

Un ciclo di incontri – con tappe in altre località della penisola – imperniato sul focus della valorizzazione dei RSRV, attraverso pairing sapienti con i finger-food ideati dalla crew dell’Antiquario, laddove con tale contrazione lessicale si intende riservato, nell’accezione di esclusivo. L’etimologia, infatti, riassume una prassi atavica, e cioè l’apposizione di una sigla, nei registri di cantina, sulle migliori bottiglie individuate dal Master Cellar, a mò di contrassegno, poiché riservate ad eventi privati o amici più cari della famiglia proprietaria.

finger food - antiquario

Passando alla teoria dei prodotti in degustazione, dopo gli snacks d’esordio – mandorle scottate al sale Maldon e legno di Faggio, crackers soffiati al wasabi – succede il Cordon Rouge Brut, riferimento d’entrata dell’Azienda, rappresentativo blend di Pinot Noir, Meunier e Chardonnay, dalla sostenuta acidità e note agrumate, ideale per raffinati aperitivi.

È la volta del Mumm Blanc de Blancs 2014, l’abbinamento è con la tartelletta mousse di bufala e pomodoro confit, anche se ad avviso dello scrivente le caratteristiche organolettiche della referenza – prodotta da sole uve chardonnay della zona vocata della Cote Des Blancs, con attacco delicato al palato e trama gessosa – si sublimano con la preparazione servita successivamente, il pan brioche al cioccolato ed acciuga del Cantabrico.

foto champagne mumm

Si prosegue con il successivo RSRV Cuvéé 4.5 – con il primo numero della sigla che richiama il numero minimo di anni di affinamento sui lieviti, mentre il secondo indica i cinque villaggi Grand Cru da cui provengono le uve composte nel blend – in abbinamento il blinis salmone, aneto e crema fraiche, sapido e calibrato.

La penultima referenza è il RSRV Rosé Foujita, dedicato all’artista giapponese Leonard Foujita, grande amico della Maison, assemblaggio di 6 grand cru di uve Pinot Noir e Chardonnay, con l’aggiunta di vino rosso riserva a base di pinot noir, di grande struttura, con aromi di frutti di bosco e pane sfornato. In pairing, la vellutata di fagioli di Controne e petto d’anatra croccante, bello il gioco delle consistenze, fra rimandi vegetali e note sapide dell’anatra, cotta alla perfezione.

La gran chiusura, infine, è riservata al RSRV Cuvéé Lalou dell’eccezionale annata 2006, una delle punta di diamante dell’azienda, ottenuto dalle 7 migliori parcelle Grand Cru di Pinot Noir e Chardonnay, di grande complessità, con aromi di frutta secca, spezie dolci e tostatura, dalla personalità sfaccettata e composita. Non sfigura il piatto proposto in assaggio, “coupelle croccanti, castagne e funghi shiitake”, cremoso al palato, con la castagna in grande evidenza.

foto mumm cuvee lalou

Insomma, un vero e proprio viaggio sinestetico, fra mood da epoca del proibizionismo e golden age – bello l’accompagnamento proposto con un duo da jazz be-bop e cool, con chitarra e sassofono – e l’evocatività intramontabile di un luogo unico al mondo, la Champagne, a fare da cornice con i suoi prodotti iconici.

carlo straface

Carlo Straface

Carlo Straface, partenopeo di nascita, corso di studi in giurisprudenza, di professione avvocato e giornalista pubblicista, eno-gastronomia e letteratura le sue coordinate di riferimento. Sommelier di...

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