Alberto Marchetti è, ormai da molti anni, sinonimo di qualità e professionalità nel mondo della gelateria. Premi, riconoscimenti e soprattutto la fedeltà e il passaparola dei clienti fanno delle sue gelaterie in Italia un punto di riferimento per tutti i golosi e i gourmet. Storia e passione, tradizione e creatività, semplicità e ricerca si incontrano nel suo gelato che resta, indiscutibilmente, una vera esperienza del gusto.
Per il suo impegno quotidiano nella difesa della qualità e nella selezione degli ingredienti, Alberto Marchetti è diventato per la Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus una figura di riferimento fondamentale per tutto ciò che ruota intorno all’universo del gelato.
Lo abbiamo intervistato:
Ciao Alberto, la tua passione per il gelato affonda le radici nella tua famiglia, ci racconti la tua infanzia all’interno della gelateria di famiglia?
Il gelato ha fatto parte della mia vita fin da subito. Sono nato nello stesso giorno in cui la mia famiglia inaugurava la sua cremeria a Nichelino, in provincia di Torino.
In quella gelateria ho passato la mia infanzia: facevo i compiti vicino al laboratorio e di nascosto andavo al mantecatore a gustarmi una spatolata di fior di latte.
Se cresci così, il gelato non puoi che amarlo. Di quegli anni, di quei sapori, ricordo soprattutto la gioia, la ricchezza, la genuinità, la freschezza, valori che anche oggi cerca di trasferire nella preparazione dei miei gelati.
Insieme a tua moglie Alessia avete aperto il primo punto vendita di Torino, e poi……?
Abbiamo iniziato insieme a Torino, in corso Vittorio Emanuele II. E’ stato un sogno e un progetto a cui abbiamo creduto e a cui ci siamo dedicati con passione dal primo giorno. Cercando di migliorarci sempre, puntando all’eccellenza, senza compromessi, studiando e sperimentando nuove strade, senza mai dimenticare la tradizione. E’ così che tutto è iniziato, il primo passo, il primo di tanti altri
Oramai avete ben 5 punti vendita in Italia, avete in mente di aprirne altri?
Abbiamo dei progetti in cantiere ma per adesso vogliamo dare il massimo sui nostri punti vendita attuali.
Passione, ricerca e trasparenza, sono i tuoi valori, come li esprimete nei vostri prodotti?
Passione significa fare il mio lavoro con entusiasmo e dedizione. Cercando di trasmettere questa energia positiva a chi lavora con me, alla squadra.
La ricerca credo si possa saggiare nei nostri gelati e nei nostri progetti. Per me vuol dire non fermarmi mai, migliorare sempre. Scoprire le eccellenze (italiane e non solo) e trasformarle in nuovi gusti.
Trasparenza è non avere segreti, spiegare con chiarezza cosa c’è nel mio gelato, come viene fatto, dall’inizio alla fine. Ricette che contengono solo quello che serve, non aggiungo niente di più.
Fresco, semplice e buono: così è il gelato che piace a me.
Nel 2016 è uscito il libro “Avanguardia Gelato”, scritto a otto mani con Gianfrancesco Cutelli, Andrea Soban e Paolo Brunelli. Un libro per dimostrare che fare un gelato buono, pulito e giusto è ancora possibile, ci spieghi come nasce quest’idea?
Volevamo celebrare il gelato così come noi lo intendiamo: un prodotto italiano che ha cambiato per sempre le nostre vite, che da passione è diventato lavoro, che ci ha uniti, pur nella diversità, e che ci ha permesso di incontrarci e riconoscerci in un’idea condivisa.
Avanguardia Gelato è quasi una dichiarazione d’intenti: non solo ricette ma anche approfondimenti, suggerimenti, spunti e curiosità che raccontano una maniera comune di intendere questo mestiere.
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Piero Sardo, Presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità, che ha scritto la prefazione al tuo libro, ti considera un punto di riferimento di Slow Food, quanto sono importanti le materie prime?
Tantissimo. Fanno la differenza. Per il mio gelato scelgo solo materie prime d’eccellenza, conosco personalmente i produttori, li vado a trovare, assaggio le novità. Sono alla continua ricerca di sapori nuovi e nelle scelte cerco di tener conto della tutela della biodiversità e di supportare le microimprese, che spesso sono custodi di prodotti unici, di veri e propri tesori enogastronomici da scoprire o riscoprire.
Proponi anche molti corsi di formazione sia per il gelato che per la pasticceria, che riscontri hai avuto da quest’esperienza?
Condividere l’amore che ho per il gelato mi viene spontaneo. E’ quasi un’esigenza. Così ho pensato di trasformare questa “attitudine” in un progetto vero e proprio e insieme a Roberto Lobrano ho fondato la Scuola Internazionale di Alta Gelateria. Una scuola professionale che ha come obiettivo quello di offrire percorsi formativi di eccellenza mirati a conoscere e perfezionare l’arte e le tecniche della gelateria e la professione del gelatiere, partendo proprio da un’approfondita conoscenza delle materie prime.
Ad ottobre iniziano i primi corsi: sono curioso e molto emozionato.
La “Guida Gelaterie d’Italia 2018” di Gambero Rosso, ti ha consacrato come una delle migliori gelaterie d’Italia, che effetto fa?
Non può che inorgoglirmi. E’ sempre una soddisfazione veder riconosciuto il valore del proprio lavoro. Quella di Gambero Rosso è un attestato di stima che mi lusinga e al tempo stesso mi spinge a fare ancora meglio.
Proponi diversi gusti, puoi dirci il tuo preferito?
Difficile sceglierne solo uno ma dico fiordilatte perché nella sua semplicità è la miglior rappresentazione della mia idea di gelato.
Hai raggiunto grandi traguardi, ma hai ancora un sogno nel cassetto?
Il mio sogno era diventare un gelaterie e l’ho già realizzato ma da gelatiere ma ci sono ancora molte cose che voglio e posso fare. Volevo raccontare alla gente la mia idea di gelato e oggi, complice anche l’apertura della Scuola Internazionale di Alta Gelateria, ho l’opportunità di lavorare e confrontarmi con tanti colleghi ed esperti sul tema del gelato artigianale. Poi chissà? Il cassetto di un sognatore è sempre pieno…