Educazione, comunicazione e innovazione
Così costruiamo una cultura del cibo sana e giusta
Al Cnr gli esperti si sono confrontati sulle prospettive future

Cibo, benessere, ricerca e innovazione. Sono queste le parole chiave della tavola rotonda “Nutrizione & Salute tra tradizione e innovazione – Quali scenari e sfide per il futuro?” che si è svolta questa mattina, venerdì 9 febbraio, nella Sala 216 del Cnr-Area della Ricerca di Bologna (via Gobetti, 101).

L’incontro, organizzato da ART-ER in collaborazione con Clust-ER Health e Clust-ER Agrifood, è nato dalla volontà di aumentare una consapevolezza: portare più salute e più qualità sulle tavole dei cittadini; una sfida necessaria maturata all’interno dei lavori del Tavolo regionale Nutrizione & Salute, avviato da ART-ER in collaborazione con le Associazioni Clust-ER Health ed Agrifood.

Secondo i promotori questa sfida deve essere affrontata valorizzando le competenze e l’innovazione dell’ecosistema regionale, anche in termini di ricadute sul sistema delle imprese.

Tre gli obiettivi su cui è necessario operare:

primo, prevenzione nutrizionale e nutrizione di precisione come strumenti innovativi per la prevenzione di patologie non trasmissibili, neurologiche e autoimmuni; secondo; innovazione di filiera orientata al concetto One Health;
terzo: educazione e formazione continua per la promozione della sana alimentazione.

All’incontro ha partecipato il direttore scientifico del Charles Perkins Centre RPA Clinic dell’Università di Sidney Luigi Fontana, uno dei massimi esperti mondiali di longevità. Fontana ha presentato un’analisi della situazione attuale dello stato di salute della popolazione, delle abitudini alimentari e degli stili di vita, sollecitando una riflessione su quali saranno le prospettive evolutive.

LA GRANDE DOMANDA

«In un contesto in cui invecchiare in salute è diventata una priorità, innanzitutto per garantire una migliore qualità di vita alle persone, ma anche per razionalizzare la spesa sociosanitaria e investire sulla sanità di territorio, in un contesto di risorse calanti, come possiamo valorizzare la ricerca, l’industria e il territorio e contribuire a costruire una cultura gastronomica che favorisca salute, benessere e longevità?».

A questa domanda hanno cercato di rispondere Fontana e gli altri relatori che hanno preso parte alla mattinata. Si tratta del co-founder di NGB Genetics Vittorio Lucchini, della nutrizionista del Dipartimento di Oncologia Sperimentale dello IEO Lucilla Titta, del professore di Microbiologia agraria dell’Università di Parma Erasmo Neviani, della direttrice del Centro di Ricerca Nutrafood dell’Università di Pisa (TBC) Lucia Guidi, della communication manager del Clust-ER Health Nicole Ticchi e della direttrice del Centro di Ricerca EngageMinds Guendalina Graffigna.

GLI INTERVENTI

Per supportare la tesi secondo cui una giusta condotta alimentare ridurrebbe drasticamente obesità, malattie croniche o gravi come il cancro e, indirettamente, i costi sostenuti da istituzioni e comunità sul piano sanitario e sociale, il direttore scientifico del Charles Perkins Centre RPA Clinic dell’Università di Sidney Luigi Fontana ha citato l’antico insegnamento confuciano “Hara Hachi Bun Me”: per vivere in modo sano e più a lungo forse basterebbe smettere di mangiare molto prima di sentirsi sazi.

«Negli Stati Uniti ogni anno vengono spesi trilioni di dollari – ha riportato Luigi Fontana, illustrando i risultati di uno studio clinico sul digiuno intermittente e su un regime alimentare prevalentemente a base di fibre, pesce e prodotti non confezionati condotto su un campione di 139 soggetti fra i 30 e i 65 anni – per curare e gestire una serie di condizioni sanitarie che potrebbero essere evitate e che continuano invece ad aumentare in termini di prevalenza e costi. In particolare, nel 2023 circa il 90% di quelle risorse è stato utilizzato per l’assistenza sanitaria legata al trattamento di malattie croniche dopo che si erano manifestate. Al contrario, è stato stimato che ogni dollaro investito in interventi comprovati per prevenire le malattie croniche non trasmissibili, grazie al miglioramento delle condizioni di salute, alla riduzione della morbilità, della disabilità e alla riduzione delle morti premature, potrebbe generare un ritorno di sette dollari entro il 2030».

È ormai dimostrato che alcune malattie quali obesità, celiachia, diabete, di cui è notevolmente aumentata la diffusione nell’ultimo decennio anche in Italia, siano fortemente associate all’alimentazione. Purtroppo, nella nostra regione i dati epidemiologici mostrano una scarsa aderenza alle raccomandazioni nutrizionali che caratterizzano la dieta mediterranea e che incoraggiano un maggiore consumo di frutta, verdura, legumi e cereali. In una regione caratterizzata dalla rilevante presenza di imprese della filiera agroalimentare, si impone, dunque, la necessità di ridurre l’impatto ambientale di queste produzioni e di supportare tali industrie nella proposta di prodotti alimentari legati alla tradizione, ma innovativi in termini di sicurezza e attenzione a rispondere alle esigenze specifiche delle diverse categorie di consumatori.

«Sfide come questa, che impattano fortemente sulla vita delle persone, necessitano di un approccio sistemico. Da parte nostra, attraverso il coordinamento del lavoro dei Clust-ER siamo impegnati nel favorire la collaborazione tra la ricerca, il mondo delle imprese e le istituzioni ovviamente basata sull’innovazione, sull’impiego delle nuove tecnologie e sulle competenze. L’obiettivo del tavolo nutrizione e salute è proprio quello di connettere e avviare un confronto diretto e operativo tra tutti i soggetti che in questa regione lavorano su questi temi e possono dare il proprio contributo», ha ricordato la direttrice operativa di ART-ER Marina Silverii che ha introdotto i lavori moderati dal giornalista scientifico Marco Boscolo.

«I programmi di informazione e promozione della sana alimentazione e di uno stile di vita attivo – conferma la communication manager del Clust-ER Health Nicole Ticchi – hanno un maggiore successo se sono integrati nella vita quotidiana delle comunità, basati sulle tradizioni locali e condotti da membri della comunità stessa. Come Clust-ER Health stimoliamo la collaborazione tra enti di ricerca, imprese e istituzioni su progetti finanziati utili a studiare e promuovere individuare best practice e strumenti per una sana alimentazione, a partire dalle call europee che sono ad oggi aperte e che permettono di svolgere azioni significative per il coinvolgimento dei cittadini».

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