Serrocroce sul podio del “Best Italian Beer”, tris di medaglie per il Birrificio irpino
Pagnotta: “In una provincia vocata alla viticoltura ho osservato i ‘mostri’ sacri del vino e ho applicato il loro esempio alla birra: loro partono dalla vigna, io dai cereali”
Inizia col botto l’anno del Birrificio Serrocroce, premiato con ben tre medaglie alla settima edizione del Best Italian Beer 2023: il Premio Nazionale organizzato da FederBirra – Federazione Italiana Birra Artigianale.
In gara le migliori produzioni nazionali suddivise per stile di appartenenza. Per ogni categoria, la giuria ha stilato una classifica delle tre migliori birre italiane assegnando il premio: Luppolo d’Oro, Luppolo d’Argento, Luppolo di Bronzo.
Ufficializzati i risultati, Serrocroce sale per l’ennesima volta, sul podio del Best Italian Beer conquistando: l’Oro nella categoria American Amber Ale con “Ambrata”, l’Argento nella categoria Saison con “Granum”, il bronzo nella categoria American Pale Ale con “Luppolata”.
Tre premi che tributano il giusto riconoscimento ad un Birrificio Artigianale che ha scommesso nelle potenzialità del proprio territorio per ricavare il meglio dalla sua atavica generosità.
“L’aggiudicazione di tre medaglie testimonia che la strada perseguita è stata una scommessa vincente: una conferma della qualità delle birre, ma anche un premio alla territorialità di cui sono espressione – esordisce il fondatore Vito Pagnotta”.
Il traguardo raggiunto dell’azienda di Monteverde rappresenta un esempio virtuoso non solo per l’Irpinia, ma per tutta la Campania, regione in cui Serrocroce rappresenta un punto di riferimento.
“Avere per l’ennesimo anno consecutivo delle nostre birre classificate al primo, al secondo ed al terzo posto, è la prova che il lavoro di ricerca e la grande passione che ogni giorno dedichiamo alla nostra produzione sono ingredienti riconosciuti sul mercato. Incuriosire con un prodotto contribuisce ad attrarre in una terra che ci ispira e ci ripaga con delle birre che fanno parlare dell’Irpinia, in Italia, offrendo un contributo valido per le azioni di valorizzazione che si sono messe in campo in provincia di Avellino – aggiunge Pagnotta”.
Territorialità, filiera e qualità sono tre concetti chiave che in Serrocroce danno vita ad un prodotto prezioso e ricercato. Secoli di cultura brassicola si fondono ad un territorio ricco di sapori e tradizioni che oggi fa ‘rumore’ non solo nel mondo del vino, ma anche della birra.
“Serrocroce nasce in una provincia vocata al vino, ma ha radici in quel lembo di terra pervaso dai campi di grano: Monteverde – prosegue l’imprenditore – Attingendo dalla lunga tradizione vitivinicola abbiamo dato un’anima alle nostre birre esplorando sentieri stilistici sempre profondamente legati all’Irpinia. Io vengo dall’enologia, ho osservato i ‘mostri’ sacri del vino e ho applicato il loro esempio alla birra: loro partono dalla vigna, io dai cereali”.
Vito Pagnotta conosce i processi produttivi, gli elementi, le fermentazioni, ma prima ancora di ogni ricetta, di ogni intuizione creativa, c’è la sua indissolubile appartenenza alle radici che rendono inconfondibili i suoi nettari.
“C’è un grandissimo impegno e una straordinaria ricerca dietro alla nascita delle birre Serrocroce, oggi, acclamate e premiate in tutta la Nazione – chiosa – Ma il comune denominatore è sempre l’Irpinia – aggiunge – L’Ambrata che ha vinto l’oro è espressione del nostro Malto; la Granum è la valorizzazione dei nostri grani antichi, non riproducibili in altri contesti; la Luppolata, l’ultima nata, è il frutto del nostro Luppolo, raccolto a mano dal luppoleto aziendale”.
Serrocroce è una birra che sa di Irpinia, primogenita di persone che amano stare con i piedi e le zappe saldamente ancorati a terra, in tutti i sensi. Pagnotta segue l’intero ciclo di coltivazione: oltre 30 ettari coltivati con cura e attenzione per far crescere le migliori materie prime in un piccolo comune come Monteverde riconosciuto tra i borghi più belli d’Italia.
“Abbiamo scelto di utilizzare materie prime che conosciamo direttamente. L’orzo, il grano e i luppoli che circondano l’azienda sono gli ingredienti speciali che danno alle nostre birre un sapore unico ed esclusivo, ci permettono di coprire il totale fabbisogno aziendale creando una bevanda a filiera cortissima”
Dalla trasformazione diretta delle materie prime nell’annesso opificio aziendale nascono le birre Serrocroce non filtrate, non pastorizzate, rifermentate ed affinate in bottiglia. Una produzione che spicca per la sua vocazione green e sostenibile e per un particolare impegno nella salvaguardia e nella valorizzazione del territorio a sostegno della comunità che si traduce in diverse iniziative.
Infatti, Vito Pagnotta, nonostante copre con le sue coltivazioni il fabbisogno aziendale, ha scelto di fare rete con i diversi attori di Monteverde per dare una nuova oppurtunità al comparto agricolo locale.
“Per il desiderio di iniziare un percorso di condivisione, ho predisposto all’interno della Tenuta Serrocroce un’area destinata alla filiera con altri agricoltori di Monteverde, li ho coinvolti per creare nuovi prodotti brassicoli sempre più legati al territorio e a chi lo vive. È un progetto che sviluppa un indotto economico e dà seguito all’iniziativa presentata nel 2022: Monteverde – la birra del paese”.
Vito ha sempre investito sul suo comune, consapevole delle potenzialità culturali, economiche e turistiche. Oggi Serrocroce è un’azienda plurimpremiata che rappresenta un modello e un patrimonio di inestimabile valore per il comune di Monteverde. Per questo, dalla primavera, ampio respiro sarà dato al servizio di hospitality, offrendo ai visitatori un’esperienza immersiva e unica nel suo genere.
“Le nostre birre si trovano in tutta la Campania e si rivelano un importante attrattore di flussi turistici responsabili. Chi beve Serrocroce ne resta incuriosito e può trovare nella nostra sede produttiva, a Monteverde, un punto di riferimento per accrescere la propria cultura brassicola. Una visita guidata del nostro birrificio porterà neofiti e homebrewers in un viaggio autentico dove scoprire tutte le fasi del processo produttivo: dai campi di grano, al luppoleto fino alla trasformazione. Il nostro obiettivo è soddisfare la curiosità di chiunque sia interessato a una birra di buona qualità e al contempo diffondere la cognizione brassicola avviando anche corsi di formazione per formare consumatori consapevoli e degustatori specializzati anche a supporto di produttori e operatori del settore”.