Si consolida l’intrapresa del duo Salvio Passariello e Giuseppe Di Muccio, con “Binario 1 – Pizza e Fritti“, una pizzeria fortemente votata alla promozione delle identità locali e del fine-dining.
Querelle storiografica esigerebbe che la localizzazione dello storico incontro fra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II, avvenuto il 26 Ottobre 1860, che suggellò l’Unità Italiana dopo le imprese Garibaldine, non fosse avvenuto in Teano, come diffusamente sostenuto, bensì in Vairano Scalo, presso la località di Taverna della Catena.
Orbene, non servirebbe un decreto regio – emanato successivamente per risolvere l’annosa diatriba – onde asseverare la qualità assoluta della Pizzeria “Binario 1” – Pizza e Fritti”, gestita con piglio dinamico e ferma passione dal binomio di imprenditori Salvatore Passariello – nostra vecchia conoscenza, patron dell’omonimo gruppo nonché dell’Agristor di Presenzano – e Giuseppe Di Muccio, ubicata a pochi metri dalla summenzionata località in provincia di Caserta, teatro del ricongiungimento.
Notabile ed originale, anzitutto, l’idea fondativa, coerentemente con l’ubicazione, proprio di fronte alla locale stazione ferroviaria, tra le più antiche d’Italia: un locale, arredato con materiali e suppellettili di recupero, ibridazione fra vintage e modernariato, che ricalchi una carrozza di un treno storico, dove fare accomodare i visitatori-clienti-amici, ponendo al centro il loro benessere e comodità di fruizione.
Splendida anche la sala sottoposta dove ci accomodiamo con il proprietario, con pareti in pietra viva a vista, botti e moderne teche con le bottiglie più prestigiose esposte, un enorme tavolo bancone collocato al centro. Ad evidenziarne la natura conviviale, per aperitivi rinforzati, cene e pranzi eventi privati, di lavoro o diporto.
Giovane e determinata la brigata di cucina di Binario 1, con i Maestri pizzaioli Luca Crudale e Fabrizio Turco, la gestione della sala e sommelerie affidata al talentuoso Luigi Rotondo, sotto l’egida, come dicevamo, dell’onnipresente Giuseppe Di Muccio. A dir poco fornita la cantina con oltre cento birre artigianali disponibili, fra i.p.a., Lambic, trappiste e di piccoli birrifici regionali, selezioni e rarità, ed una raffinata selezione di bollicine, circa sessanta, dai grandi classici della Champagne, a ritroso, passando per il Franciacorta ed il Trento, sino a quelle regionali da vitigni autoctoni.
Ricette tradizionali, dunque, con una grande selezione di fritti da ingredienti certificati – la maggior parte dei quali locali – importante l’attenzione conferita alla digeribilità dell’impasto delle pizze, con delle formule di lievitazione antiche e nel contempo innovative.
Passando alla degustazione, si inizia con gli appetizer, crocchè di patate e frittatine napoletane con salsiccia di maiale beneventano, piselli freschi e provola, davvero fragranti, mai untuose, dalla consistenza perfetta.
In pairing, viene proposto il “Funambolo”, brut metodo Martinotti di Luca Paparelli in Galluccio, blend dei vitigni autoctoni Asprinio e Falanghina, con una suggestiva etichetta omaggio ad un antico metodo di coltivazione della vite in uso in questi luoghi.
Si prosegue con le montanarine fritte, viatico al rigore della Pizza Capricciosa cotta a “bocca di forno”, con Pomodoro San Marzano, Fior di Latte di Agerola, prosciutto cotto San Giovanni, funghi champignon freschi, olive di Gaeta, cuori di carciofi, basilico ed olio EVO.
Sale in cattedra il nostro amico Luigi, con la sontuosa birra da Metodo Classico Baladin Riserva 2015, rifermentazione in bottiglia per quattro anni sui lieviti, non pastorizzata, ottenuta con l’impiego di Grano Saraceno e spezie piemontesi, della storica azienda di Teo Musso, divenuta icona internazionale di settore.
Gustosi i dessert, dagli straccetti di pizza con la crema di pistacchio di Bronte, arrivando alla millefoglie cremosa ed infine alle cheesecake, accompagnati da una corposa selezione di distillati, amari, grappe e rhum internazionali, a suggello di una splendida degustazione.