La birra artigianale è un viaggio sensoriale, un’esplorazione di sapori e tradizioni. A Bologna, O’Ste Birra Artigianale sta ridefinendo questo viaggio, fondendo l’autenticità locale con l’innovazione nella produzione. Stefano Avanzo, il fondatore, ci racconta la sua storia e la sua visione, dove ogni sorso è una piccola rivoluzione di gusto.
Qual è stata l’ispirazione che ti ha spinto a intraprendere la produzione di birra artigianale?Qual è la tua storia?
La birra artigianale non è solo una bevanda, ma un’esperienza. Ho sempre percepito un profondo desiderio di esplorare, sperimentare e dare nuova vita a tradizioni locali che meritano di essere raccontate. Bologna, con la sua cultura, la sua storia e i suoi sapori, è diventata la tela perfetta per questa creazione. Ho scelto di fondere l’autenticità del nostro territorio con l’innovazione nella produzione, per far sì che ogni sorso sia una piccola rivoluzione di gusto. Il mio viaggio nel mondo della birra inizia con una genuina curiosità: prima come cliente appassionato di birrifici artigianali, poi come homebrewer autodidatta, sperimentando tra pentoloni e fermentatori casalinghi. Animato da una sempre più forte curiosità, ho affinato le competenze attraverso corsi professionalizzanti e collaborazioni con birrifici locali. Questeesperienze mi hanno portato a realizzare birre che vogliono raccontare il territorio, reinterpretando gli stili classici attraversoun tocco personale.
Quali sono gli ingredienti e i processi chiave che distinguono la tua birra dalle altre sul mercato?
Creiamo birre facili da bere, ma con un carattere ben definito. Selezioniamo ogni ingrediente come un compagno di viaggio, capace di raccontare una storia. Per i malti privilegiamo quelli locali, mentre per i luppoli esploriamo combinazioni da tutto il mondo. Durante la fermentazione, utilizziamo lieviti selezionati per esaltare al meglio questi elementi e ottenere esattamente la birra che immaginiamo.Ogni creazione è un’esplorazione: dalle fermentazioni classiche a quelle più innovative, dalle lavorazioni in botte alle infusioni di frutta. Non ci limitiamo alle ricette tradizionali, ma cerchiamo sempre di dare alle nostre birre un’identità unica e riconoscibile.

Come scegli le materie prime e quali sono le caratteristiche di una buona birra artigianale?
Tutto parte dall’immaginare cosa vogliamo trovare nel bicchiere. Da questa visione costruiamo la base di malti per dare corpo alla birra. Poi selezioniamo i luppoli, che ne definiranno il carattere. Infine, scegliamo il lievito giusto, capace di trasformare il mosto in quella birra che avevamo in mente fin dall’inizio. La freschezza è fondamentale: dalla conservazione al servizio, ogni passaggio è studiato per preservarla. Quando l’idea creativa diventa un processo ben definito e trova il suo equilibrio produttivo, nel bicchiere avrai una birra che racconta la storia di chi l’ha realizzata.
Quali sono le principali sfide nel mondo della birra artigianale e come le affronti?
Una delle sfide principali è far comprendere al consumatore il valore della birra artigianale, che ha un costo maggiore rispetto a quella industriale. Questo dipende dai volumi di produzione più ridotti e dalle tecniche artigianali impiegate. Un’altra difficoltà è legata alla natura stessa del prodotto: essendo una birra “viva”, non filtrata e non pastorizzata, evolve nel tempo e richiede maggiore attenzione in termini di conservazione, scadenze e distribuzione. Affrontiamo queste problematiche partecipando a eventi dove possiamo raccontare direttamente i nostri prodotti e fare divulgazione, accrescendo la cultura della birra e cercando di diversificare il più possibile il nostro portfolio clienti, dai privati ai bar, dai pub ai ristoranti ai chioschi distribuiti nel territorio e proponendo un prodotto che possa entrare in risonanza con quel tipo di locale e i relativi consumatori.

Hai una birra di cui sei particolarmente orgoglioso? Ci racconti la sua storia e il suo processo di creazione?
Siamo orgogliosi di tutte le nostre birre, ma personalmente sono particolarmente legato alla Session IPA e alla Landbier, due stili molto diversi tra loro. La Session IPA è il frutto di una lunga sperimentazione domestica e della scoperta di un luppolo straordinario, capace da solo di regalare un’esperienza organolettica unica. Abbiamo notato che mette d’accordo davvero tutti! La ricetta è stata pensata per esaltare il Nelson Sauvin, utilizzato sia a fine bollitura che in dry hop. Questa scelta permette al luppolo di esprimere al meglio le sue caratteristiche distintive: note di frutta tropicale, uva spina e, con l’evolversi della birra, sfumature erbacee che ricordano il dank. La Landbier, invece, è una birra a bassa fermentazione ispirata alla tradizione tedesca, ma con una forte identità locale. Si distingue per l’utilizzo esclusivo di orzo coltivato a Castel San Pietro Terme, fornito dal birrificio agricolo con cui collaboriamo, e per il luppolo italiano Sultana, prodotto da Italian Hops Company di Campogalliano. La ricetta è stata studiata per valorizzare queste materie prime, ottenendo un profilo aromatico pulito che mette in risalto il malto. La Landbier ha un amaro moderato e nessuna luppolatura in aroma, per dare centralità ai sentori di cereali, crosta di pane e un delicato tocco di miele. L’idea di questa birra è nata durante un festival dedicato alla birra artigianale, dove sono rimasto folgorato da questo stile. Ho deciso di replicarlo utilizzando ingredienti 100% locali, in modo che si abbini perfettamente alla cucina tradizionale emiliana.
Quali sono le tendenze future nel settore della birra artigianale e come vedi evolversi il mercato nei prossimi anni?
Nell’ultimo decennio, le birre luppolate hanno conquistato sempre più spazio, rompendo l’idea tradizionale che associava la birra quasi esclusivamente alle produzioni di stampo tedesco, imposte per anni dalla grande distribuzione. Oggi le IPA americane sembrano ancora dominare la scena, e secondo le tendenze continueranno a farlo per un po’. Il movimento birrario italiano, però, è in piena evoluzione. Dopo anni di sperimentazione, ora siamo osservati con curiosità anche dall’estero, quasi a voler capire: “Vediamo cosa si inventano stavolta gli italiani”. E questa spinta creativa, che fa parte del nostro DNA, potrebbe presto portare nuove idee, nuovi stili o reinterpretazioni di antiche tradizioni con tecniche moderne. Per quanto ci riguarda, puntiamo su una linea base di birre pensate per essere apprezzate ogni giorno, in qualsiasi occasione e in ogni stagione. Allo stesso tempo, vogliamo ampliare i nostri progetti di cantina e le collaborazioni, creando birre stagionali o in edizione limitata, legate a eventi particolari o momenti dell’anno.