Antonio Nobile proprietario del piccolo birrificio Birra Nobile. Ama i viaggi enogastronomici alla scoperta di eccellenze e anche scoprire la natura cosa offre in determinati territori. La passione per la birra e il mestiere di birraio gli danno un senso di appagamento totale senza eguali.
Ciao Antonio, come nasce la tua passione per la birra?
Ciao! La mia passione per la birra nasce per caso nel 2008 su spunto del mio compianto ex commercialista che anch’esso appassionato della buona cucina e del buon bere, mi invitò all’epoca più volte a documentarmi su questa nuova tendenza che stava appena nascendo nel Belpaese. Così colsi l’occasione per cominciare a girare un po’ nelle varie manifestazioni di settore per capire quali erano le prospettive, e devo dire che subito questa cosa suscitò in me parecchio interesse e molta curiosità. Cominciai da autodidatta con gli ormai famosi kit per farsi la birra in casa e dopo solo qualche prova andata a buon fine ci lanciammo a capofitto in questa nuova avventura, io e lui, formando una società nella quale io mi occupavo della produzione e lui si occupava della distribuzione e del lato amministrativo-contabile. A inizio 2009 partii con mio padre per andare a Feltre (Belluno) ad acquistare il primo impianto semiautomatico per fare la birra. L’impiantino” era un modello base “potenziato” capace di produrre dai 30 ai 60 lt a cotta. Cominciammo con tante prove e tanta birra regalata ad amici e parenti per capire la risposta del consumatore, e devo dire che le risposte furono molto positive. Da qui parte la mia esperienza da birraio.
Ci racconti le origini del tuo progetto Birra Artigianale Nobile
Birra Nobile nasce dopo la separazione “forzata” col mio ex socio per i suoi gravi motivi di salute, nel 2013 rilevai tutto il birrificio e il vecchio marchio venne abolito per dare vita a Birra Artigianale Nobile. La partenza non è stata facile visto che venivo da un periodo non roseo anche sotto l’aspetto economico, ero anche incappato in un truffa su di un impianto da parte di balordi che mi hanno creato non pochi problemi. L’unica strada percorribile era rimboccarsi le maniche e partire da un livello al disotto dello zero.
Ho la fortuna di avere un bel cognome (almeno io così penso) e ho sfruttato ciò per chiamare la mia birra NOBILE, il binomio (Birra Nobile) mi piaceva perché ciò che ho sempre avuto in mente è di offrire un prodotto di qualità selezionando le materie prime dai paesi d’origine, cercando di interpretare nel miglior modo possibile lo stile di riferimento. Per giunta mi sono rivolto ad un’agenzia di grafica che mi cura “l’abito” che ha dato vita ad un marchio moderno quasi regale in abbinamento ad una bottiglia di fascia alta. Per quanto riguarda la produzione oggi il nostro equipaggiamento è molto piccolo rispetto a tante altre realtà, abbiamo un impianto da 150 lt a cotta (autocostruito) che ci permette una produzione massima mensile di 1000 litri tutte ad alta fermentazione. Tengo a precisare che tutto ciò è stato creato dal nulla senza alcun tipo finanziamento, investendo tutto ciò che avevamo a nostra disposizione. Non è stato facile, ma i sacrifici di tanti anni lentamente sono stati ripagati.
Ci potete descrivere le vostre 3 birre Dama, Rosale e Rita?
Le birre che produco sono di ispirazione belga. La bionda (Dama) da 5% vol. è una birra chiara dorata dall’aspetto opalescente. Al naso si percepiscono i sentori di agrumi dati dall’utilizzo della buccia d’arancia del mio orto e le note speziate del coriandolo macinato e del lievito. L’aspetto torbido è dovuto al frumento che dona anche quel leggero tocco acidulo tipico dello stile. Quanto al nome (Dama) si vuol raccontare una birra elegante nella sua espressione olfattiva e gustativa.
La rossa (Rosale) da 6,5% vol. è una birra in stile dubbel dal colore rossiccio con una bella schiuma persistente che al naso presenta aromi di frutta matura e spezie. Al palato si avvertono sapori di frutta secca e torrefatto. “Rosale” è dedicata alla Madonna del Rosario di Pompei (di cui siamo molto devoti io e mia moglie Rita) e alla quale ci siamo rivolti tante volte affinchè esaudisse le nostre richieste sia lavorative che familiari. Ale, la seconda parte della parola, è un riferimento allo stile alta fermentazione che può essere utile a capire il tipo di birra.
La scura (Rita) da 8,5% vol. è una Belgian strong dark ale che si presenta con un colore scuro e schiuma color cappuccino e compatta. I malti utilizzati le danno uno spessore di cioccolato fondente, caramello bruciato, liquirizia. È una birra di grado alcolico medio alto rifermentata in bottiglia come anche le altre, che necessita di lunghi mesi di maturazione per esprimere il massimo delle sue caratteristiche. Rita è il nome di mia moglie che mi accompagna in questa avventura lavorativa, lei è la responsabile dell’imbottigliamento e dell’etichettatura, lei è bruna dal carattere forte e deciso, per questo ho dato il suo nome alla birra, perché in un certo senso sono abbastanza simili.
Come selezionate i luppoli che utilizzate nel processo di produzione?
I luppoli che utilizziamo nelle birre da noi prodotte sono luppoli tipici dello stile di riferimento. Come la stragrande maggioranza dei birrifici ci affidiamo alle pochissime aziende che si trovano al nord Italia le quali importano dai paese produttori (Germania, Inghilterra,Repubblica Ceca) e distribuiscono a noi birrifici. La qualità del prodotto raccolto è sempre molto buona. Il luppolo raccolto viene scelto e messo sottovuoto o nella sua forma originaria ovvero il fiore, comunemente chiamati anche coni, oppure tritato e pellettizzato. Nella birra l’infiorescenza utilizzata è sempre quella femminile.
Ci descrivete il processo di produzione?
Il processo di produzione della birra comincia con la macinatura del malto d’orzo nel mulino, il chicco non deve essere macinato completamente ma bensì deve essere spaccato affinchè la resa finale sia quella giusta e la filtrazione non crei problemi. Si aggiunge acqua nella caldaia di ammostamento si setta la temperatura in base alla ricetta che si vuol produrre e si avvia il processo inserendo i grani precedentemente macinati, partendo da temperature basse, solitamente dai 45-50 °C e gradualmente si sale tramite vari step a determinate temperature per tot. tempo, tutto ciò fino ad arrivare a 78 °C. Finita la fase di ammostamento si passa alla filtrazione, nella quale la parte liquida viene separata dalla parte solida e viene messa a bollire. Durante questa fase vi è anche il lavaggio delle trebbie che consiste nel versare acqua riscaldata a 78 °C sull’impasto di acqua orzo per recuperare gli ultimi zuccheri fermentabili che sono rimasti in sospensione. Ricavati i litri che interessano, il mosto si mette a bollire, in questa fase sempre a seconda della ricetta si aggiungono i luppoli. Luppoli che possono essere da amaro e da aroma, aggiunti a inizio, metà o fine bollitura. Oltre ai luppoli si aggiungono anche spezie o altri ingredienti che il birraio reputa idonei per la riuscita della birra. Alla fine della bollitura, il mosto tramite pompa viene fatto girare velocemente all’interno del tino stesso di bollitura, questa tecnica chiamata Whirlpool (centrifuga in italiano)crea un vortice nel quale le particelle in sospensione si depositano al centro sul fondo in modo da avere un mosto più pulito nella fase successiva e non avere residui nel fermentatore. Dopo il whirlpool si procede col raffreddamento del mosto, dove la temperatura iniziale di circa 100 °C deve essere abbattuta fino a 20 °C condizione ottimale per il lievito per cominciare a lavorare e innescare la fermentazione. Nel fermentatore la birra quindi portata a 20°C, qui riceverà il lievito (secco o liquido) che mangerà gli zuccheri presenti nel mosto e li convertirà in alcool e co2. Questa fase dura 5/7 giorni dopodiché inizierà la maturazione dopo aver travasato in altro fermentatore o dopo aver spurgato il lievito, per chi ha sistemi di produzione più avanzati. Questa fase solitamente dura circa 15 giorni e successivamente si procede con l’imbottigliamento, qui la birra rifermentata maturerà da un minimo di 20/30 giorni fino 3-4 mesi a seconda del tipo di birra.
Sei campano, su quale piatto dello street food si abbina meglio la birra e perché?
Oggi l’offerta di birra artigianale è molto ampia grazie ai tanti birrifici presenti sul territorio, ogni Birraio esprime la propria creatività e la sua idea di birra e devo dire che c’è da divertirsi per quanto riguarda l’abbinamento a piatti di street food. Ritornando alle birre da noi prodotte e agli abbinamenti consiglio la bionda (Dama) con la classica pizza, cuoppo di pesce, insalata di polipo e anche come aperitivo.
La rossa (rosale) abbinata a panini che ovunque troviamo nelle nostre zone, bbq, arrosti, carni rosse, selvaggina, formaggi. La scura (Rita) solitamente l’accosterei più a dolci invernali o sorseggiata con cioccolato fondente, anche con la pastiera da il meglio di sé, ciò non toglie che può essere abbinata anche ad arrosti, carni rosse e formaggi e restando nella nostra regione consiglio anche un’ottima impepata di cozze.
Quali sono i canali di vendita di Birra Nobile ?
Dal 2013 ci siamo sempre occupati del conto terzi, visto che le richieste erano varie ho valutato le più valide e fattibili in base ai profili pervenuti, quindi ho optato per questo tipo di lavoro. Dal 2019 invece abbiamo cominciato anche con la produzione in bottiglie col nostro marchio con le 3 tipologie descritte di cui sopra. I nostri clienti sono pub, beershop, ristoranti e pizzerie che non hanno problemi ad offrire ai propri clienti un prodotto dal costo decisamente superiore rispetto alle comuni birre industriali.
Quali sono i Vostri prossimi passi, avete in mente di mettere sul mercato altri tipi di birra?
In mente abbiamo tante idee, ma a causa del covid tanti progetti li abbiamo spostati a data da destinarsi, tipo l’ampliamento della capacità produttiva con l’acquisto di un nuovo impianto di produzione. In cantiere ci sono altre birre che saranno disponibili dall’inizio del prossimo anno, tra queste ci saranno una IPA una black double ipa, una tripel e una barley wine, oltre a qualche birra speciale per le festività di Natale e Pasqua.