L’avevamo intervistato qualche mese fa, ma oggi Christian Turra ,giovane chef valdostano, ha intrapreso una nuova avventura presso Hotel Hermitage Breuil-Cervinia, al cui ristorante troverete freschezza, ricerca e valorizzazione del territorio; fusion tra sapori mediterranei e francesi resa possibile solo grazie all’utilizzo dei migliori strumenti al supporto dell’integrità delle materie prime.
In questi gironi Christian Turra è anche protagonista di “Cuochi d’Italia”, programma televisivo condotto dallo chef Alessandro Borghese ormai giunto all’undicesima edizione.
Ciao Christian, da poco ti sei aggregato al Hotel Hermitage Breuil-Cervinia, quali sono le tue prime sensazioni?
Le prime sensazioni sono state quelle di entrare in un gruppo giovane e forte, dove sono stato accolto nel migliore dei modi.
Che tipo di cucina offrite?
Si offre una cucina totalmente innovativa con qualche piatto che richiama la tradizione riscritto in chiave moderna.
Importante è la collaborazione stabilita tra lo Chef Francesco Sposito del ristorante Taverna Estia, e lo chef Gabriele Avanzi, cosa sei riuscito a carpire da loro?
Sono riuscito ad intuire che una buona collaborazione con tutti i componenti di una brigata è importante per la riuscita di un ottimo lavoro.
Hai fatto due esperienze molto formative all’Hoterl Royal di Evian in Francia ed al El Celler de Can Roca a Girona, cosa ti hanno lasciato e cosa porti nella tua filosofia di cucina?
Sicuramente l’esperienza francese mi ha insegnato il rigore e il rispetto della gerarchia in una cucina. Ho appreso le principali preparazioni della cucina francese, soprattutto a trattare le carni e le sue salse.
In Spagna mi sono trovato in un contesto famigliare. Qui ho imparato ad usare la fantasia e a giocare con gli ingredienti. Sicuramente mi porto dietro il loro modo di far vivere al cliente un’esperienza seduto al tavolo.
Hai preso parte a “Cuochi d’Italia” di Alessandro Borghese, che andrà in onda quest’autunno, come ti sei sentito davanti alle telecamere?
Sono un ragazzo estroverso quindi mi sentivo a mio agio. Nonostante ciò, nel back stage c’è tantissima preparazione, partendo dal make-up al ripasso copione.
Poi comunque era la prima esperienza, spero ce ne siano delle altre.
Jeanette Bondaz, presidente dell’Irpa, ha speso belle parole per il tuo percorso, cosa hai provato?
Ho provato la stessa emozione del primo giorno di scuola. Sicuramente è nata un’intesa tra me e l’istituto ed è per questo che ho accettato il suo invito a tenere una lezione a scuola. Chissà quali altre emozioni susciterà?