Cristian Benvenuto conseguito il diploma di tecnico della ristorazione all’istituto Ballerini di Seregno e arricchito da diverse esperienze lavorative per ristoranti e pasticcerie, Cristian decide con il padre di aprire un ristorante dall’anima siciliana: “La Filanda” a Macherio. Negli anni Cristian riesce a creare uno stile tutto suo, sia rielaborando piatti della tradizione sicula che proponendo una cucina fusion. Attualmente oltre a gestire il ristorante di famiglia, tiene consulenze, corsi per appassionati e propone servizi esclusivi di banqueting e personal chef.
Ciao Cristian, i tuoi primi passi in cucina partono un po’ per gioco, ci racconti meglio?
Si i miei primi passi nel mondo della ristorazione partono veramente per gioco a 14 anni nella pizzeria di famiglia quando con mia sorella ci sfidavano a chi facesse più cartoni in meno tempo e da lì parte un pochino il tutto.
Mi accorsi che ero portato nei lavori manuali e con i miei genitori decisi di frequentare un istituto alberghiero dove ho potuto apprendere la parte tecnica di questo bellissimo lavoro.
Dopo il diploma di tecnico della ristorazione, hai diverse esperienze lavorative nei ristoranti, cosa ti hanno lasciato?
Le mie esperienze in ristoranti e pasticcerie sicuramente mi hanno fatto crescere e molte volte mi hanno fatto capire cosa avrei voluto fare da grande ma molte mi hanno fatto capire cosa non volevo e chi non avrei voluto diventare da grande.
Decidi, insieme a tuo padre di aprire un ristorante dall’anima siciliana: “La Filanda“ a Macherio, ci racconti gli esordi di questa esperienza?
Il progetto della filanda è un sogno che si realizza con tanto sacrificio partendo da una piccola pizzeria d’asporto passando ad una con piccola cucina al ristorante vero e proprio che è oggi.
Ma ho avuto la fortuna che i miei genitori mi hanno sempre accompagnato nel mio percorso e nelle mie scelte.
Ti sei appassionato negli anni alla cucina di recupero (hai partecipato al programma “Tu Si Que Vales”) ci spieghi qualcosa di più?
Sai quando parti dal basso sai cosa vuol dire la parola scarto io non ho mai avuto imprenditori dietro le spalle che pagavano per me abbiamo sempre fatto tutto noi da soli quindi la gestione dei conti è fondamentale perché ci si rimette dal proprio portafoglio. L’utilizzo e la gestione delle materie prime diventa fondamentale in un ristorante piccolo come il mio dove i numeri non aiutano.
Ma credo che quello che è più importante oltre a non avere scarto e far capire che il prodotto finito è anche buono. Oggi viviamo in un mondo dove si ha tutto di tutto e ci si lamenta di tutto ma la domanda vera è cosa facciamo noi per migliorare? A tu si que vales ho voluto semplicemente lasciare un messaggio,
Un messaggio importante che potesse far riflettere e spero ci sia riuscito.
Sei stato professore alberghiero dal 2014 al 2016, che esperienza è stata quella di passare dall’altra parte dei banchi?
Sicuramente l’esperienza come professore mi ha lasciato un segno indelebile poter aiutare i ragazzi a capire quale possa essere la loro strada, vederli crescere ed accompagnarli nel loro viaggio e stato per me un onore. Ho imparato molto da loro, dalla loro voglia di fare dalla loro pazzia.
E quando ricevi un messaggio da qualche ragazzo che ti ringrazia perché ti dice che nessuno aveva mai creduto il lui ti ripaga di tutti i sacrifici e le ore spese in cucina con loro.
Siamo riusciti per 2 anni a vincere medaglie su medaglie ai concorsi di cucina contro scuole sicuramente più attrezzate.
E questo fa onore a loro e ai loro sacrifici.
Ancora oggi un ragazzo lavora da me ed è diventato la mia spalla a ristorante con il quale stiamo ancora crescendo e tra poco presenteremo la nuova location del nostro ristorante che si rinnoverà.
Sei entrato a far parte della nuova Guida 2017 di Euro-Toques Italia, che emozione ti ha portato?
Entrate in Guida eurotoque con i migliori chef è un emozione unica come avere la possibilità di lavoro a fianco del nostro presidente Enrico Derflingher e altri chef stellati.
È un input che ci aiuta a capire che la strada che stiamo percorrendo è quella giusta ma bisogna camminare ancora tanto.
Nel tuo ristorante possiamo trovare 3 menù degustazione: Il percorso dello chef, Degustazione di 6 portate di pesce, Degustazione di 6 portate piatti della tradizione, ce li descrivi meglio?
Nel mio ristorante si ho 3 menu degustazione
Quello della tradizione per non dimenticare le mie origini e per portare avanti la storia
Quello di mare che mi permette di dare alle persone una visione differente della cucina siciliana molto più leggera con piatti nuovi e con molte più sfumature.
Ed infine quello dello chef nella quale faccio fare un viaggio all’interno del mio menu tra tera e mare.
Qual è la tua filosofia in cucina?
La mia filosofia in cucina gira tutta attorno a questa semplice frase.
“Metti il cuore nelle cose semplici e farai un capolavoro”
Non amo usare ingredienti che il cliente non conosce cerco di cambiare la forma.dei prodotti semplici in modo che il cliente li possa riconosce rimanga stupito da come li ho lavorati e così che riconoscendoli possa lasciare loro un ricordo della serata passata nel mio ristorante.
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Non nego che il sogno nel cassetto sono 2
Il primo è avere sempre clienti nel mio ristorante per potermi permettere di mantenere la struttura e la mia brigata il secondo sicuramente sarebbe la Stella un riconoscimento per tutti questi anni di sacrifici per me per la mia famiglia e per tutto il mio staff.