Ancora una storia di passione.
Ancora una volta un hobby che diventa un lavoro, vero, un’opportunità di crescita personale e professionale.
Questo sono i ragazzi di Donjon e questo si riflette nella loro birra.
All’inizio è sempre così, poco più che un gioco ma poi in quel gruppo di amici homebrewers si accende la scintilla.
Cervinara, in provincia di Avellino, è un paese antico, la sua storia si perde in epoche antiche, la sua vocazione è sempre stata quelle agricola. Non a caso il nome deriva da quello di un altare dedicato dai Romani a Cerere, dea delle messi.
Dicevamo di un gruppo di amici, in particolare Angelantonio Perrotta che, dopo un’esperienza lavorativa iniziata presso una nota pasticceria romana decide insieme a Raffaele Carofano di rivalorizzare Borgo Castello, dove sono cresciuti, e pensano di creare quell’attività che lo faccia conoscere ed apprezzare in tutto il mondo attraverso la qualità e la tradizione che appartengono proprio a quei luoghi. Decidono quindi di rilevare il Bar della frazione e di trasformarlo in una pasticceria.
Nel 2014, ad un anno dall’apertura della Pasticceria, ed al termine di un percorso di studi, che ha portato Raffaele, già Enologo, a perfezionare ed affinare le sue competenze, i due decidono di avviare all’interno dell’antico mulino del borgo, dove avveniva la molitura dei cereali per fare la farina, l’attività di produzione di birra artigianale.
Nasce così il birrificio Donjon, (nome derivante dal Dongione, la torre centrale del castello, ancora ben visibile a Cervinara e che dà anche il nome al borgo) con l’obiettivo di creare birre artigianali dotate di un alto profilo qualitativo. Tutte le birre sono realizzate selezionando le migliori materie prime e le ricette sono frutto di continua ricerca e sperimentazione.
Produzione, ricette e ingredienti tradizionali e per natura poveri, legati soprattutto alla propria terra, con cui ottenere un prodotto genuino e dal gusto inconfondibile. Questo è quello che si può riassumere nella mission di questi ragazzi.
Ho assaggiato tre delle loro birre, ecco le mie impressioni.
CERYALE Alta fermentazione, un bel colore dorato, la schiuma bianca, abbondante, soffice e di buona persistenza. Al naso note agrumate, poi frutta gialla. I luppoli sono ben percettibili ma non aggrediscono, l’equilibrio è elegante. Anche in bocca conferma il generale equilibrio con le note fruttate che, stemperate da un corpo leggero, cedono il passo ad un amaro finale piacevole e strutturato. Una birra che può ben figurare come tutto pasto ma che abbinerei magari ad un agnello al forno con patate, uova e piselli.
VRASERA Ancora una birra di ispirazione belga, una golden ale ambrata, profumata che dopo la vista di una schiuma bianca ed abbondante offre un bouquet ricco di spezie con note di agrumi ed uno speziato, quasi resinoso, in secondo piano. Il luppolo è ben percettibile ed il corpo pieno e gratificante. Un buon equilibrio tra la componente maltata e quella luppolata la rendono indicata nell’abbinamento con cibi più complessi. Una salsiccia ed una scamorza alla griglia magari accompagnate da una polenta renderebbero alla grande. Il warming alcolico riporta le piacevoli ed equilibrate note descritte in precedenza.
JANNA La terza birra va nella direzione del territorio e dell’esaltazione dei suoi prodotti. L’utilizzo in questa alta fermentazione di castagne del Partenio regalano a questa alta fermentazione dal colore ambrato carico, una nota di ulteriore complessità. La castagna in sé non è percettibile in modo marcato ma contribuisce a mio avviso a conferire complessità ad un bouquet fatto di note di biscotto, di fiori ed erba tagliata. Il corpo è leggero e la gradazione alcolica bassa. L’abbinamento con piatti del territorio la indirizzano verso una selezione di salumi e formaggi non stagionati. L’amaro finale pulisce bene la bocca aiutando la bevuta.