Il mondo del Vino è un mondo dove la tradizione la fa da padrone eppure chi sa innovare può trarne grande giovamento. È il caso di Massimo Morelli che con la sua Startup sta provando a cambiare il mondo dei sommelier.
Lo abbiamo intervistato:
Quando nasce il tuo amore per il vino?
Devo dire che ho avuto due genitori straordinari che hanno sempre usato con me una tecnica che sinceramente consiglio a tutti i genitori, ovvero quella del “tu prova, e poi se non ti piace non ci sono problemi”. Quindi, quando è arrivata l’età giusta per assaggiare il vino, mi hanno fatto provare. L’altra cosa importante che hanno fatto è quella di farmi iniziare dalle cose più semplici. Così hanno fatto per il vino. Il primo vino che ho assaggiato era un vino dolce, un Moscato d’Asti e, chiaramente, essendo un vino dolce, incontrava molto più i miei gusti di quanto non potesse essere un Brunello di Montalcino. Devo anche dire che sono stato sempre molto fortunato, nel senso che nella mia famiglia si è sempre bevuto, e sempre molto bene, degustando vini ricercati e di grande qualità, che si andavano ad acquistare visitando le cantine.
Devo quindi essere sincero: sono stato un privilegiato da questo punto di vista.
Ad un certo punto, a furia di assaggi, ho cominciato a sviluppare un mio gusto personale. Ho iniziato a frequentare le degustazioni ed a voler conoscere personalmente cantine, vini e vitigni. In quel momento, tuttavia, ero molto impegnato dal punto di vista lavorativo, e mi sono limitato semplicemente a dei corsi di avvicinamento al vino ed a qualche serata di degustazione qua e là. Devo anche ricordarti che all’epoca (parliamo del 2003/2004) Internet non era così sviluppato, Facebook stava per essere fondato e non esistevano Linkedin, Whatsapp, Instagram e tutti i tipi di webinar che oggi usiamo quotidianamente. La tecnologia non aiutava per nulla e, se volevi saperne un po’ di più di vino, dovevi frequentare un vero e proprio corso da sommelier. Così feci qualche anno fa, frequentandone uno a Bologna, dove all’epoca vivevo, e continuando poi a Lecco ed a Bergamo, dove poi mi sono spostato.
Quando hai deciso di farlo diventare un lavoro e perché?
La mia “svolta imprenditoriale” nasce nel 2009, quando ho fondato una società nel campo dei servizi legali. Parallelamente ho fatto diverse esperienze lavorative nel mondo del vino, la più importante delle quali è stata presso l’EXPO 2015 dove, presso il Padiglione della Regione Lombardia, ho condotto le degustazioni delle DOCG lombarde per Ministri, Capi di Stato e Premi Nobel in visita all’Esposizione. Venduta l’azienda, ho intensificato il mio impegno nel mondo del vino diventando Brand Ambassador dell’Azienda Vinicola Follador, una primaria realtà del mondo del Valdobbiadene Prosecco e che ha più di 250 anni di vita. E poi è nato Facile Sommelier….
Cosa è Facile Sommelier?
Nel 2020 in piena pandemia, ho cominciato a ragionare sul fatto che per molta gente la conoscenza del vino si basa su luoghi comuni tipo pesce=vino bianco e carne=vino rosso. Avevo molto tempo libero ed ho cominciato a stendere alcuni appunti per raccontare il mondo del vino in maniera semplice ed alla portata di tutti. Ne è nato prima un libro “Il Metodo Facile Sommelier”, e poi un portale (www.facilesommelier.it) che contiene una serie di videocorsi che ho cominciato a vendere con un discreto successo. Ho presentato il progetto nel suo complesso ad Incibum Lab, l’incubatore certificato del MISE specializzato nel foodtech, e sono risultato uno dei vincitori della prima edizione del programma “Io ci credo”.
Oggi che risultati hai raggiunto?
Innanzitutto, il libro è stato letto gratuitamente da più di 5.000 persone in tutta Italia, e le stesse persone risultano iscritte al portale ed hanno frequentato, durante la pandemia, un mini-corso di avvicinamento al vino. Oggi “Facile Sommelier” è uno dei Marchi registrati (insieme a Sommelier a Domicilio, Winepodcast e Vinoquiz), che appartengono a “Soluzione Vino”, la start-up innovativa che offre consulenza alle aziende vitivinicole in qualità di Brand Ambassador e organizza Corsi di Avvicinamento al vino e Corsi Sommelier, come quello di 1° livello recentemente concluso a Battipaglia.
Il mondo del vino è pronto per l’innovazione digitale?
Direi proprio di si. Pensiamo solo a tutti i servizi di acquisto on-line, alle app che consigliano gli abbinamenti migliori con il cibo ed alle iniziative di formazione come quella da me ideata e che si sono moltiplicate on-line in questi ultimi anni. Io stesso ho in fase di realizzazione un nuovo progetto nel mondo del vino digitale, estremamente innovativo. Ma di questo magari parleremo nella prossima intervista…
Fare corsi in remoto non è visto come un ostacolo? Quali sono i vantaggi?
Non lo è purché non si abbia la pretesa di condurre on-line anche il momento della degustazione, che l’utente (ovvero il cliente) giustamente pretende ancora che sia svolta in presenza, con il relatore che degusta e commenta insieme ai partecipanti i vini. Io condivido questa filosofia ed infatti i nostri Corsi Sommelier sono composti da una parte di studio personale, svolta on-line in completa autonomia, e tre giornate residenziali. Il vantaggio della parte on-line è palese: gli studenti si autodeterminano in merito alle ore dedicate allo studio ed alla loro divisione nel tempo e non devono spostarsi da casa. Al contempo ciò permette di concentrare i Corsi in poche giornate, anziché in diversi mesi, a parità di ore di formazione rispetto a tutti gli altri corsi. E quest’ultimo è un concetto che mi preme molto sottolineare. Tra l’altro è giusto che si sappia che non esistono Corsi da Sommelier “certificati” ed altri “non certificati”, in quanto non esiste un Albo professionale dei Sommelier (come quello degli Avvocati, Medici, Architetti, etc etc), attività che, secondo il Contratto Nazionale della Ristorazione, può essere svolta da chiunque abbia «una precisa e completa conoscenza dei vini italiani ed esteri».
Il tuo vino preferito e con piatto lo abbini?
Io ho una grande passione per il Pinot nero, sia come vino rosso che vinificato “in bianco” come base per gli spumanti. Nella versione rossa, specialmente se proveniente dall’Alto Adige, lo abbinerei ad un tagliere con fette di speck, formaggio e sottaceti e poi con i canederli allo speck, o gli spätzle,
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