L’inizio della nostra storia risale a più di centodieci anni fa e si articola attraverso quattro generazioni. Una storia che ha attraversato quattro generazioni, superando guerre e crisi, e un sogno, quello di “nonno” Valentino che è stato sicuramente esaudito. Sono questi i primi due ingredienti di quello che è oggi il Pastificio Felicetti. A questi, dal 1908 ad oggi, si sono aggiunti il coraggio, la voglia di fare solo cose ben fatte, l’umiltà di imparare sempre, la fiducia che trae spunto dall’avere una visione chiara e la saggezza del sapersi aprire a nuove sfide. Teatro di questa bella storia è Predazzo, nel cuore delle Dolomiti, in Trentino. Ancora oggi qui si produce con gli stessi ingredienti e senza perdere di vista l’obiettivo principale: creare un prodotto buono e sano senza mai accontentarsi.
In breve: nel 1908 Valentino Felicetti, imprenditore edile al servizio dell’Impero Austro Ungarico, raggiunge con Luigi Giacomelli l’accordo per l’acquisto della Prima Fabbrica Fiemmese di Paste Alimentari. Negli anni 20, Emilio, il figlio di Valentino prende le redini del pastificio e a mano si riesce a produrre 10-12 quintali di pasta al giorno. Risorsa importantissima in questo periodo è l’acqua corrente, incanalata e utilizzata come forza motrice. Nel 1945 un incendio devastante si abbatte sulle strutture in legno dello stabilimento e distrugge tutto. A meno di nove mesi dal disastro le presse si mettono in funzione e si ricomincia da qui. Nel 1956 si contano ben 11 pastifici in Trentino e iniziano le esportazioni in Austria, favorite anche da un accordo bilaterale a favore del commercio transfrontaliero. Nel 1974 il Pastifico Cielo di Rovereto e tra i più importanti in Trentino, con una produzione di 5 volte superiore a quella dei Felicetti, viene acquistato da Valentino Felicetti trasferendo i moderno macchinari di allora a Predazzo e proiettando l’azienda in una dimensione produttiva maggiore. Negli anni 70 il Pastificio è il primo ad acquistare il primo pc a banda magnetica e via via seguiranno altre innovazioni informatiche mentre in fabbrica viene inaugurata la nuovissima linea di pasta lunga. Nel 1995 c’è un cambio generazionale che porta ai vertici del management tre cugini: Riccardo, Stefano e Paolo e ci sarà una formidabile accelerazione sui mercati internazionali.
Oggi quali sono i vostri numeri (dipendenti, fatturato, referenze, mercati coperti, etc..)?
Il Pastificio Felicetti oggi ha una struttura con 72 dipendenti, un fatturato che supera i 40 milioni di euro e un export che viaggia ormai attorno al 70%. I mercati esteri in cui siamo maggiormente presenti sono Germania, Inghilterra, Francia, Olanda, Canada, Giappone e Stati Uniti.
Il brand Monograno Felicetti nasce nel 2004 con l’obiettivo di offrire un’alternativa alla miscele di grani duri di diverse provenienze che sono state per secoli l’unica possibilità di avere costanza qualitativa e con l’obiettivo di creare un prodotto buono e sano che sapesse soddisfare le esigenze di tutti i professionisti del settore ristorazione e dei cultori del cibo. Il tutto con una visione sempre più consapevole e sensibile ai temi di etica ambientale. Questo ci ha consentito di poter offrire un prodotto diverso dalla pasta tradizionale, che ha trovato apprezzamento sia nelle cucine professionali che in quelle dei cuochi amatoriali o semplicemente dei pasta lovers.
Questi concetti spesso hanno condotto, anche grazie alla sperimentazione di chef geniali, alla rottura degli schemi che relegavano i piatti di pasta a qualcosa di estremamente tradizionale. Quattro le linee di Monograno Felicetti proposte: Matt, tenace e ricca varietà di grano duro proveniente dai campi della Puglia, Kamut® Khorasan, antenato dei grani moderni con antiche origini in Medio Oriente e oggi prodotto in Canada, Farro, utilizzato dai Celti, Egizi e Etruschi e oggi coltivato da agricoltori umbri e toscani, e Il Cappelli, ricco di proteine di qualità e ottenuto da coltivazioni tra la Puglia e la Basilicata.
Quanto conta il legame con il vostro territorio?
E’ un legame che potremmo definire forte e unico e proprio per questo conta tantissimo. In fase di produzione alla semola di grano duro, integrale e biologica, o agli sfarinati di Kamut® e farro aggiungiamo l’acqua di sorgente purissima (che sgorga a più di 2000 metri di altitudine nel Gruppo del Latemar – Patrimonio Unesco) e l’aria pulita del Trentino. Sono due ingredienti unici perché dono delle Dolomiti. E noi siamo estremamente grati al nostro territorio, tanto che nel maggio 2017, saturati gli spazi nella storica sede produttiva, abbiamo scelto di continuare a crescere in Trentino e di affrontare una nuova e importante sfida: costruire un nuovo pastificio. La scelta è maturata dopo diversi anni in cui il Pastificio ha visto crescere i propri mercati di riferimento e a seguito di una domanda che è arrivata a superare la capacità di risposta determinando la piena saturazione della capacità produttiva dello stabilimento storico di Predazzo che oggi produce 20 milioni di Kg di pasta all’anno in oltre 200 formati in una struttura che nel 2013 era già stato oggetto di ampliamento.
Nella produzione qual è il contributo dell’innovazione?
Come detto, gli ingredienti sono molto semplici e per questo estremamente complessi da miscelare ma sempre con l’adeguata tecnologia produttiva. Oggi il Pastificio Felicetti di Predazzo occupa una superficie di 6.500 m2 e come anticipato entro il 2021 sarà realizzato il nuovo sito produttivo a Molina di Fiemme, che dal punto di vista di innovazione sarà un vero gioiello. L’innovazione si fa anche con la costante verifica degli spessori delle trafile per mantenere nel tempo inalterate le dimensioni e le caratteristiche del prodotto e con un costante accertamento da parte del nostro ufficio qualità su tutti i passaggi di produzione. Anche da un punto del packaging, stiamo lavorando su un progetto innovativo in linea con la nostra visione di un ambiente più sostenibile.
Dal suo punto di vista particolare come vede l’evolversi del settore food in Italia? Quali trend vede?
il settore del food in Italia sta affrontando un cambiamento, più o meno intenso, in funzione dell’importanza che viene dato alla categoria analizzata. Il cambiamento principale riguarda la trasparenza richiesto ai produttori riguardo, le origini delle materie prime, le procedure di produzione, le tecnologie utilizzate. Si ampliano le offerte di prodotti specializzati (non più solo farina, ma farina per diversi tipi di pane, per diversi tipi di dolci, integrali etc), e aumenta la spesa nei discount. A rimetterci i prodotti classici e senza innovazione percepita di prodotto.
Una curiosità: il suo piatto di pasta preferito (formato, ricetta) e perchè? (ricordo, tradizione, gusto)
Carbonara. Perché? Perché è gustosa, straordinariamente semplice negli ingredienti, ma altrettanto complicata nella realizzazione perfetta. A me viene come vorrei io solo una volta su 3.