Non tutti e non in tutte le parti d’Italia sanno che cosa è San Martino e che cosa questa ricorrenza significhi per i Salentini.
Prenotare un qualsiasi volo per Bari o Brindisi da una qualsiasi parte d’Italia o del mondo è molto difficile, nel gap temporale che va dal 9 al 12 novembre (San Martino è l’11 novembre); infatti si tratta di un periodo in cui tutti cercano di rientrare a casa prendendo ferie dal lavoro o saltando qualche esame all’università, facendo schizzare i costi dei voli e affollando i treni come accade a Natale e a ridosso di ferragosto.
Quelli che non riescono a tornare nel suol patrio, si organizzano diversamente con cene salentine (chiedono sempre le ferie per chiudersi in casa e cucinare dalla mattina alla sera).
San Martino è, ufficialmente, la festa in cui si celebra il vino novello.
I suoi riti in realtà hanno origine più complessa, non solo legata alla leggenda di San Martino, generoso sodato bulgaro nelle fila romane, asceta e poi anche vescovo di Tours, ma anche ad antiche usanze contadine e precedenti ritualità pagane.
Premesso e promesso che tra una settimana scriveremo un post su quello che forse neanche i salentini sanno sulle vere origini di San Martino (quindi stay tuned), oggi ci limitiamo (si fa per dire) a suggerirti i modi migliori per godere al meglio la Festa del Vino come un vero Salentino.
#1 – Fai un tentativo in una trattoria tipica
Dunque, se vuoi conoscere e vivere che cosa si mangia e come (e quanto) si beve a San Martino, fai un tentativo prenotando sin da ora in una trattoria tipica del Salento.
Qui te ne indichiamo alcune molto tipiche e frequentatissime da autoctoni , mentre in questo post elenchiamo alcune trattorie in cui è anche possibile mangiare senza glutine
Se riesci a trovare, per te e la tua compagnia, un tavolo libero, chiedi un “menù di San Martino”, cosa che l’oste darà già per scontato, e ti verranno servite le pittule e frittini locali, sedano in pinzimonio (o accio, come viene chiamato qui e in molte parti del SUd Italia), fave e cecore, ciceri e tria e poi anche qualcosa di carnivoro su richiesta.
Dal momento che i pezzetti di cavallo sono molto amati localmente, questo piatto è anche tra i più richiesti nelle feste e ricorrenze in cui il mangiare e bere in compagnia è il leitmotiv, seppure il menu tipico e storico di San Martino è prettamente povero, quindi vegetariano. I motivi li scopriremo nel post della prossima settimana quindi abbi fede e seguici.
Ovviamente il vino servito sarà il novello.
#2 – San Martino in casa: che cosa non può mancare?
San Martino nel Salento è importante quasi quanto Capodanno. Per alcuni anche di più. E non è un caso che facciamo il paragone proprio con capodanno perché anticamente si trattava proprio del capodanno contadino.
Quindi si festeggia con alcune delle varianti “sociali” del 31 dicembre: se non si prenota mesi prima per mangiare fuori è perché si preferisce restare in famiglia o organizzare una cena con amici.
Per prima cosa, non deve mancare il buon vino! Nelle enoteche venderanno fino a fine mese il novello, quindi prendine una discreta scorta. Se non tutti amano il sapore di questo vino fruttato e dal colore brillante, alterna con altre bottiglie di vino locale.
In particolare, fai un salto nella nostra cantina
e usufruisci delle nostre offerte.
Il novello si abbina alla perfezione con castagne e caldarroste, taglieri di salumi e formaggi, quindi non far mancare al tuo banchetto né un tagliere misto, né le castagne!
Ecco un piccolo suggerimento sui vini da servire con i taglieri
Pittule e Panzerotti di patate sono delle ricette semplici che è bene non far mancare al momento degli antipasti quando, già con calice in mano, si inizia a godere di cibo, atmosfera e compagnia.
Aiutati con questo post per preparare ricette
semplicissime di cibi tipici salentini
Poi ci sono le, Rapacaute nfucate, che se non sei salentino e riesci a prinunciare questa parola velocemente vuol dire che hai superpoteri.
Prepararle è più facile che nominarle: le rape e si devono “affogare” nella propria acqua di cottura, mettendole in pentola con 5 cucchiai di olio extravergine di oliva e aglio imbiondito sul fuoco, peperoncino tritato e sale (chiudere con un coperchio e lasciar cuocere per circa 20-30 minuti controllando sempre che le verdure non siano asciutte ma parzialmente coperte di acqua).
Servire come contorno alla salsiccia cotta sfumandola con vino (novello) o come piatto a sé.
Hai mai vissuto un San Martino nel Salento?
Se sei salentino/salentina, che cosa non manca mai sulla tua tavola di San Martino?