Giulia Farfoglia è una referente dell’associazione Eufemia e capofila del progetto Food Pride, un’iniziativa avviata a Torino che ha come unico scopo quello di “evitare lo spreco”. In questa intervista ci racconta come con piccoli gesti si può aiutare chi ne ha più bisogno.
Food Pride nasce da una rete di associazioni di Torino, che hanno portato avanti la progettazione dell’invenduto di eccedenze alimentari. I progetti contro lo spreco alimentare erano già attivi singolarmente a partire dal 2012, successivamente le persone che ne facevano parte si sono associate e hanno lottato verso un unico obiettivo. Food Pride si è concretizzato dopo che abbiamo ricevuto il finanziamento da parte della Compagnia di San Paolo, non più di un mese fa.
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Il lavoro di un food priders si divide in varie tappe, la prima consiste nel recuperare le eccedenze alimentari in mercati, negozi di quartiere, utilizzando come mezzo di trasporto una bici. La seconda fase sta nel chiedere ai commercianti del cibo in scadenza, non più vendibile, ma ancora commestibile. Noi non paghiamo nulla, ci viene tutto donato, una parte di cibo che recuperiamo lo utilizziamo per i nostri laboratori di cucina, dove coinvolgiamo persone provenienti da situazioni disagiate. Ci tengo a precisare che il progetto è basato sul volontariato, tutto avviene senza scopo di lucro.
Come prosegue la diffusione del progetto?
Stiamo ricevendo molte richieste di collaborazione da parte di comuni confinanti con Torino. Abbiamo molta voglia di ingrandirci e diffondere questa iniziativa anche altrove. Per adesso siamo molto speranzosi, continuiamo a svolgere il nostro lavoro con passione e dedizione e a non smettere mai di donare.
Per diventare un Food Priders a chi bisogna rivolgersi?
Basta semplicemente contattarci sulla nostra pagina facebook e noi vi organizzeremo il lavoro. Inoltre, ai negozianti che partecipano, rilasciamo un marchio di qualità con il logo del progetto. Con il comune di Torino stiamo portando avanti la legge Gadda, tutti coloro che lottano contro lo spreco, possono avere sconti sulla tassa dei rifiuti. Purtroppo l’applicazione della legge è comunale e non tutti la approvano.
Questo progetto di “raccolta cibo” sta riscuotendo successo?
Noi food priders siamo molto soddisfatti, diamo nuova vita a prodotti che erano destinati a essere buttati. Attraverso una buona pratica che è quella di recuperare ciò che va sprecato, si sostiene e si dà aiuto. Nel nostro piccolo facciamo qualcosa, non risolviamo la fame nel mondo, ma è pur sempre un inizio.
Il cibo è prezioso, purtroppo chi ne ha in eccesso non gli dà il giusto valore. Donare una semplice pasta al pomodoro a una persona bisognosa la rende felice, proprio come lo siamo noi quando mangiamo una torta con panna e cioccolato.