Francesca Gentile è la titolare del Funi 1898 di Montecatini Terme. Classe 1985 e laurea in Scienze Politiche Internazionali all’Università di Pisa, ha saputo utilizzare l’esperienza lavorativa precedente di reportage come base di ispirazione per i suoi cocktail, inoltre da Funi punta su piatti della tradizione Thai-Tuscany con ricette della cultura thailandese rivisitati con ingredienti della tradizione.
Ciao Francesca, dopo la laurea in Scienze Politiche Internazionali all’Università di Pisa e l’esperienza lavorativa precedente di reportage, come sei passata alla mixology?
Il Funi 1898 la definisco come la sfida della mia vita, probabilmente nel cassetto dei sogni, l’ospitalità c’è sempre stata!
È successo un po’ tutto grazie alla forza “trascinatrice” di mio suocero, personaggio di spicco dell’ospitalità Montecatinese. Il Funi andava ristrutturato e tirato su con arte …. e cosi è stato. Tutto è iniziato da una promessa fattagli poco prima di lasciarci. Abbiamo inaugurato il 17 Giugno del 2016, da quella data è iniziato tutto
Ho iniziato un percorso di studi e sacrifici non da poco, aiutata e sostenuta dalla mia famiglia e dal mio team, studiavo ore ed ore, cercavo confronti e spunti, forte del bagaglio culturale caleidoscopico che avevo segregato nei miei ricordi visivi e sensoriali….non ho mai avuto paura!
Ci racconti come nasce Funi1898?
L’obiettivo principale era regalare esperienze e viaggi sensoriali agli ospiti del Funi e allo stesso tempo regalarmi quella libertà provata nei tantissimi viaggi (con i viaggi da fotoreporter, mi sentivo davvero libera, la mia anima non aveva limiti) …ecco da dove nasce l’idea di creare una cucina fusion, dove su un filo di seta stanno ben in equilibrio la tradizione Thailandese e quella Toscana, dalla tradizione nasce l’innovazione come dice Alessandro Segoni, il quale è davvero geniale nel combinare le due storie culinarie.
Funi1898 è locale dove si possono degustare Cocktail, ma possiamo trovare anche una cucina fusion, ci spieghi meglio?
Le prime esperienze avute nei corsi e nelle competizioni sono state determinanti, come già accennavo prima, cercavo il confronto continuo e lo stimolo, e in queste fasi le ho trovate. Ho messo alla prova me stessa, cercando tutte le volte di migliorare degli aspetti. Queste esperienze sono state una nave scuola a tutto tondo. Guardavo, curiosavo, carpivo, facevo mio tutto ciò che potevo, mi sentivo tutte le volte come una spugna secca pronta a ricevere acqua, non so se mi spiego!
Sin da subito ti sei distinta sia nei corsi, come quello organizzato dalla Campari, sia concorsi come Sabatini ed Sirene, ci racconti cosa ti hanno lasciato?
Tutto ciò che poi prendevo lo portavo a casa e lo condividevo con il mio staff, dietro il bancone con me c’è Tiziano Zanobini, il quale ha decenni di esperienza, lui più classico, io più avventuriera ed innovatrice, ecco il mix è fatto…è stato semplice!
Ricordo ancora, ridendo come quel giorno, quando nell’estate 2019 arrivai e dissi: sarebbe figo fare drink molto healty e per chi ha problemi di diabete, non ci pensa mai nessuno (tutto questo continuando a fare le mie cose)!! Tiziano stava facendo uno sciroppo si girò e mi disse: “HO QUASI PAURA!” Comincio a ridere e scoppiarono a ridere tutti e da lì cominciammo a dedicare, con l’aiuto di un medico, una sezione del menu ai drink healty … devo dire… abbiamo fatto goal!
Al Funi tutte le infusioni vengono preparate da Francesca e dal suo staff, ogni prodotto è naturale e scelto, per voi una bella sfida…
Nel 2020 quando mi fu comunicato di essere entrata a far parte del drink team, dire che ero felice è davvero riduttivo e non rende giustizia a ciò che ho provato. Bellissimo team. Tema fantastico perché è ciò che è il Funi: i classici contemporanei….anche qui grandissimi approfondimenti e team per il confronto spaziale, tutti molto preparati e disponibili.
Fai parte del Drink Team nell’ambito del Barawards 2020 organizzato dal Bargiornale, una bella soddisfazione, ci puoi raccontare qualcosa in più?
In un anno “pandemico” spesso, con i nostri locali chiusi, ci siamo dovuti aiutare …ci siamo sostenuti e speriamo di brindare tutti insieme presto. Poi sono arrivati i Barawards, ero a Firenze per far fare un tasting a dei colleghi del brand per il quale sono brand ambassador Ryukyu 1429, ed in macchina ho appreso tutto, ti dico solo che abbiamo sbagliato ingresso autostradale, in macchina sembrava di essere al Maracanà. Sono soddisfatta, perché sta venendo fuori pian pianino tutto ciò che sto mettendo nel Funi 1898.
Inoltre sei anche nella Top 10 come Barman dell’anno, il 2020 un anno difficile ma pieno di soddisfazioni personali…
Appena arrivata al locale ho brindato con i miei ragazzi, perché mai come quest’anno ci siamo impegnati tantissimo a non spegnere quelle luci e non chiudere quella porta… il Funi1898 c’è..e fa rumore!
Come crei i tuoi cocktail?
Io non creo nuovi cocktails, credo che sono loro che sono già dentro i nostri sensi…io do loro sono voce…a parte gli scherzi, ci studiamo, cerchiamo di creare una storia da raccontare attorno ad essi, cerchiamo la semplicità non banale, creiamo quei drink che tutti possono capire e soprattutto apprezzare. Quello che mi rende orgogliosa è aver cambiato le abitudini dei nostri clienti, non dimentichiamo che il Funi 1898 nasce in provincia, quindi il modo di bere, per evoluzione gustativa, è un pò opinabile!
Quant’è difficile coniugare la famiglia con il lavoro?
Avere un locale, dei dipendenti, non è semplice da coniugare con l’aspetto familiare, spesso devi trascurare qualcosa! Ho una famiglia che mi sostiene e soprattutto una bimba di nove anni che è la mia prima motivatrice, quindi tutto diventa più piacevole, anche perchè ad oggi senza il mio Funi e senza sfide ed obiettivi non saprei stare.
Cosa pensi del bartending di oggi e come pensi cambierà nell’immediato futuro?
Sinceramente non saprei rispondere alla domanda, quest’anno pandemico ci ha reso tutti più vulnerabili e schiavi dei social, e non ho trovato modelli da emulare, anzi. Spero che ci sia più umiltà e meno gare a voler emergere a tutti i costi, solo così potremo rimettere l’ospite al centro di tutto e non noi stessi.
Noi in fondo facciamo da bere, dobbiamo farlo bene migliorando il bartending, ma secondo me dovremmo ritornare indietro un po’ indietro e prendere come esempio i grandi barman del passato.
Quale tecnica di miscelazione preferisci?
Preferisco lo stir and strain, lo trovo elegante, magico. Nell’uso del mixing glass trovo ci sia tantissima eleganza e mi piace pensare che anche per l’ospite sia un ottimo punto di partenza per parlare del drink magari.
Qual è il cocktail che preferisci bere e quello che preferisci realizzare?
Preferisco bere il Martini cocktail di casa Funi, di solito Tiziano me lo crea con: Noally prat, martin miller’s, lillet blanc, oliva. Mi piace realizzare, invece, Old fashioned, lo sento mio, mi piacciono i profumi del whisky all’interno del bicchiere che si uniscono agli olii essenziali degli agrumi usati, che riescono a creare inebrianti sfumature di odori, è un viaggio sensoriale perfetto che porta i clienti ad aprire i cassettini dei ricordi e quindi al dialogo.
Progetti per il futuro?
Progetti per il futuro ce ne sono tanti, ho sempre quelli del 2020 in caldo….intanto ho investito nel realizzare la parte antistante il locale in stile caraibico, così ho allargato gli spazi all’aria aperta evitando paure covid. Con i ragazzi stiamo lavorando ad una drink list molto snella che farà sorridere nel leggerla, regalando leggerezza, ma soprattutto molto molto amabile nel berla….Una cosa è certa questo covid mi ha fatto rendere conto di quante cose abbia in sospeso, ho studiato ed imparato tanto. Mi rendo conto che ho ancora tanta voglia di fare, posso definirmi una Ferrari sulla linea di partenza pronta a partire.