Si deve all’intrapresa dello chef imprenditore Ciro Calise – alla guida anche del ristorante fine-dining La Lampara ubicato sul rooftop – la rifinitura della proposta nella prestigiosa struttura che domina la baia del Castello Aragonese.
Sul versante orientale dell’isola verde una delle attrazioni principali è rappresentata dal Castello Aragonese, un’antica fortificazione il cui nucleo originario risale addirittura all’epoca dei romani – 474 avanti cristo – che, adibita originariamente a scopi difensivi come fortilizio, rappresentò successivamente il centro del borgo di Celsa, conosciuto come Ischia Ponte.
Passando ai giorni attuali, Ischia è divenuta isola paradigma di un modello di accoglienza mediterranea e di turismo qualificato, emancipatosi gradualmente dai canoni di quello termale, con un’offerta all’avanguardia, composita ed articolata.
La struttura che abbiamo visitato, al riguardo, è l’Hotel Miramare e Castello, un cinque stelle gestito dall’imprenditore chef Ciro Calise, con la collaborazione della coniuge Anna impegnata nell’accoglienza ed amministrazione, di recente oggetto di un ambizioso progetto di ristrutturazione, che ospita, sul panoramico rooftop, il ristorante gourmet La Lampara.
Concepito come un vero e proprio buen retiro per gli ospiti, al di fuori delle frenesie ed asperità che caratterizzano altri angoli dell’isola, l’hotel – unitamente alla struttura contigua “Mareblu” dedicata precipuamente all’accoglienza termale e del benessere – si caratterizza per la vista sulla splendida insenatura del Castello Aragonese, e per una serie di servizi collaterali offerti, di assoluta qualificazione e prestigio, sotto l’egida del Capo Ricevimento Maurizio Di Troia.
Due ristoranti – di cui uno segnatamente bistrot sul mare, omonimo, e la “La Lampara” di cui dicevamo, collocato sulla splendida terrazza panoramica, dotato di una fornita cantina – un cocktail bar, una palestra con adiacente sala giochi, due jacuzzi, piscine riscaldate esterne ed interne coperte, una spiaggia privata ed infine diciassette camere superiori, sei camere deluxe, due splendide luxury terrace suite, in una delle quali siamo stati ospiti per un prolungato soggiorno.
Dalla colazione servita in riva al mare, curata nei minimi dettagli – bello l’angolo dei salati, delle premute fresche, delle confetture e dei mieli artigianali dell’isola – sino alle pause pranzo nell’omonimo beach-restaurant, anche raffinato bistrot, con una selezione quotidiana di portate a la carte, in degustazione una superba frittura di pesce accompagnata da una bollicina di Casa Ferrari, il Ferrari Perlè Zero TrentoDoc Tirage 2014, sboccatura 2022, prestigioso e dalla spiccata mineralità conferita dal lungo affinamento.
Rilassante e conviviale l’aperitivo al tramonto, impreziosito dall’aneddotica, come dicevamo, del bar tender e maestro di cerimonia Agostino – oltre trenta i cocktail disponibili, nutrita la selezione di cocktail e distillati – in un contesto elegante ma mai oleografico, con preziosi banconi ottocenteschi e standard jazz e pop eseguiti al pianoforte dal maestro Vito Colella, memoria artistica del retaggio musicale isolano.
Di pregiato decorativismo e funzionalità le “alcove”, infine, spazi in cui gli ospiti possono ritagliarsi angoli di intimità e riservatezza, connotati dalla presenza di mobili e suppellettili in stile arabo-moresco, cuscini di seta e tende di chiffon, che ornano le panoramiche finestre da cui toccare il castello aragonese, tutti scelti personalmente dai coniugi proprietari, attesa la passione per il design e la decorazione d’interni che li informa.