Ho provato i ravioli di Bop dumpling, alias Luca Affatato, e non riesco più ad apprezzarne altri.
Ci ho riprovato pochi giorni fa a Chinatown, il quartiere di Milano con cui sono più in fissa negli ultimi tempi, e non solo per il cibo. Ma niente da fare. Bop dumpling è la mia rovina. Sì, perché Luca, l’anima, la mente e le braccia di questo piccolissimo locale in via Battistello Caracciolo a Napoli, che ricorda quegli izakaya che ho sempre e solo visto in tv in Tokyo dinner o in Midnight Asia – anche se lui preferisce chiamarlo bar – fa i ravioli più buoni che abbia mai mangiato, e ora tutti gli altri mi sembrano banali.
Una tragedia per chi come me ne mangia almeno una porzione a settimana.
Il bello è che anche Luca, napoletano, come me non è mai stato in un vero izakaya. A dirla tutta non è mai stato in Asia, anche se tofu, shimeji, miso, yuzu, shiso, funghi shitake e tutto il resto sono il suo pane quotidiano. Sa perfettamente come e quando usarli nelle sue ricette che fondono tradizioni e sapori un po’ di tutto il mondo. Tra i miei preferiti: polpo arrostito e crema di papate al kimchi; baccalà e papaccelle; ruoto al forno, aglio nero e shiso; abanico iberico, miso e shimeji; anatra pechinese, agnello, kimtchi e fagioli di soia fermentati.
Sul profilo instagram di Bop Dumpling, con cui Luca si diverte a documentare la sua attività in cucina e le sue passioni per gli anime e per la musica, c’è chi affettuosamente lo definisce visionario. E come dargli torto…
La mia prima volta da lui, uno shock.
Ero così incuriosita da quel posto che inziai a bombardarlo di domande, alle quali Luca rispondeva con una certa soddisfazione, mentre come una trottola girava da un angolo all’altro della cucina – posizionata subito dietro il bancone – tra il frigo, i fuochi, i clienti, la cassa.
Fino a 8 anni fa era responsabile informatico di un’azienda che a un certo punto lo ha messo di fronte a un bivio: continuare a lavorare a condizioni diverse o andarsene e ricominciare. All’epoca le sue grandi passioni, le stesse di oggi, erano la cucina e la musica, che Luca da sempre ama ma che fin da subito ha vissuto come un divertimento (anche se poi ha ammesso di aver aperto uno studio di registrazione). E così ha imboccato la via dei fornelli. Iniziò prima a rifornire i ristoranti e, siccome la cosa funzionava, aggiunse il delivery. Alla fine quando oramai tutti sapevano dei ravioli pazzi di Luca, è arrivato Bop Dumpling. Era un anno fa circa.
Il suo menù cambia tutti i giorni, sia per i dumpling (salvo i grandi classici) con una variazione di circa 8 gusti a settimana, che per le birre artigianali, selezionate e abbinate di volta in volta ai ravioli.
Adesso a livello musicale – cito testualmente – “sta sotto con Rosalia”, la cantautrice e produttrice spagnola diventata super popolare negli ultimi anni con le sue sonorità che uniscono raggaeton, flamenco e urban contemporaneo, e a lei ha dedicato una delle sue recenti produzioni di ravioli, sia per le farciture che per i nomi, sempre molto fantasiosi.
Per le sue incredibili ricette Luca si lascia ispirare dal cibo mangiato in giro e da tutto ciò che lo appassiona. Libri, serie, film, anime, fumetti di ogni tipo che aiutano a scoprire storie e culture così lontane con cui forse non entreremo mai in contatto. Anche le persone sono per lui una grande fonte di ricchezza in questo lavoro. Tra tutti, ricordiamolo, è molto amico di Alessio Malinconico della storica Salumeria Malinconico in corso Vittorio Emanuele a Napoli, e di Marianna Vitale di Sud, ristorante una stella Michelin a Quarto (Na).
E a proposito di amicizie e sodalizi professionali, notizia estrema dell’ultima ora: martedì 18 alle 19 Luca e Marianna lavoreranno a quattro mani nel bar di Bop. Alla sfoglia lui, al ripieno e al topping lei. Un’occasione imperdibile per scoprire le visioni e i sapori di due menti geniali della cucina italiana. Diciamo pure napoletana, va’.
In definitiva, ragazze e ragazzi: Luca non è solo il dumpling maker più bravo degli ultimi tempi ma è il più grande dumpling maker degli ultimi tempi che cucina per te, mentre si racconta, accoglie chi si è aggiunto, e nel frattempo cerca il miglior pezzo musicale – magari tra quelli di sua produzione – che faccia da soundtrack all’esperienza culinaria.
E questo significa due cose:
- Bop dumpling è molto più di una ravioleria
- Anche gli uomini hanno il multitasking.