Il futuro passa dal ” vino buono, pulito e giusto” .
In un contesto storico dove la sostenibilità, l’identità e l’autenticità dei prodotti, è sempre più centrale, con regole comuni da seguire, con principi condivisi a cui riferirsi.
Nel nuovo decalogo Slow Food estende al vino la summa della filosofia che segna il movimento fondato da Carlo Petrini, e ” che fissa dei punti fermi sul mestiere del vignaiolo, sull’ agronomia ed enologia, fino alla biodiversità, tutela dei paesaggi ed il rapporto con chi lavora in vigna e cantina”.
Un lavoro che affonda le sue origini nel lavoro iniziato a Montpellier nel 2007 che ha dato origine a “Vigneron d’ Europe”. Che col tempo si è esteso a tutto il mondo.
Punto di partenza per la creazione di una grande comunità internazionale che unisce i produttori ed appassionati che si riconoscono nei 10 principi della carta.
La presentazione si svolge oggi 11 ottobre 2020, on line collegandosi su www.terramadresalonedelgusto.
Presenteranno il Manifesto Slow Food per il vino Maurizio Gily ( agronomo e direttore di Mille vigne) , Saverio Petrilli ( enologo e fondatore della Fivi – Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) , Maria Grazia Mammucini ( vignaiola e presidente Feder Bio) e tanti altri.
” Una carta che indica gli elementi fondamentali per una viticoltura sostenibile ed un’enologia rispettosa del territorio, con un’immagine moderna del vignaiolo come non solo produttore di vino, ma motore attivo per un’agricoltura che promuova una crescita culturale, e sociale etica ed armonica sul territorio”.
” Fare il vino è uno dei mestieri più bello che si possono fare, perché fa esprimere i propri valori attraverso il lavoro della terra” secondo la Mammucini. Sostenibilità è anche avere a cuore il territorio ed il paesaggio, ed occorre presentare attenzione ai luoghi del vino, alle cantine e non solo, per integrarsi all’ecosistema. Le cantine hanno investito ed investono nel ” contenitore architettonico” che le definisce.