Che i prodotti vinicoli italiani suscitino un interesse a livello internazionale è un dato di fatto: a dimostrarlo sono i numeri ottenuti dall’ultima indagine sul settore vinicolo nazionale di Area studi Mediobanca, che sottolineano al momento un’ottimale capacità di reazione all’emergenza sanitaria degli ultimi due anni, tanto che si stima export e spumanti spingeranno quest’anno la crescita dei fatturati dei maggiori produttori di vino italiani a quasi il 5%.
Una parte dell’agroalimentare italiano, quella del vino, capace di esprimere, al di là dati, tutta l’essenza del Made in Italy grazie alle grandi varietà presenti sul territorio, alla diffusione delle cantine e all’inventiva degli operatori nell’ottenere prodotti diversificati, che il moltiplicarsi di fiere ed eventi ha permesso ancor più di portare a conoscenza del mondo. Anche i fatti sottolineano l’emergere con preponderanza delle specificità regionali: grandi esportatori sono infatti i produttori piemontesi con il 72,2% di fatturato, e i toscani con il 63,8%.
Perché il vino italiano è il migliore
Per quale motivo il vino italiano ha così tanto successo all’estero? Come già accennato, il primo punto che lo rende unico al mondo è la varietà della viticoltura italiana, ricca di uve molto diverse tra loro. Peraltro nello Stivale c’è la tendenza a cercare di recuperare vitigni dimenticati o scomparsi. Le tipologie di vitigni sono così tante che ne esistono di specifiche addirittura in singole città. A renderne possibile la presenza il clima, che va dal continentale al mediterraneo, dall’alpino a quello isolano, molto simile all’africano.
Con un simile terroir, non è difficile creare il vino giusto per ogni abbinamento. Ed è proprio questa caratteristica a rendere i prodotti vinicoli italiani così speciali, perché ben si sposano con la cucina regionale del Belpaese, anch’essa altrettanto variegata, tanto da renderli a essa legati in maniera inscindibile.
Un altro aspetto da tenere in considerazione, e che non è cosa da poco soprattutto di questi tempi, è che il vino italiano rispetto ad altri ha un ottimo rapporto qualità/prezzo: ne esistono tipi dal buon gusto e adatti a tutte le tasche. Non da ultimo, il vino italiano conosce una storia millenaria, anche se questo essere ancorati al passato non impedisce ai produttori di accrescere ulteriormente la produzione di sapori deliziosi e unici, facendo delle aziende vinicole italiane le più progressiste al mondo.
Il vino nella cultura italiana
La tradizione vitivinicola italiana risale a ben prima dell’Impero Romano, e come prodotto inizialmente ricopre un ruolo religioso, tanto da essere sempre presente sia nei riti liturgici che pagani. Addirittura nella mitologia greca esisteva una divinità associata al vino, Dioniso, che nell’Antica Roma prenderà il nome di Bacco. I romani erano sia grandi produttori che consumatori di vino, indipendentemente dalla classe sociale. Con l’espansione dell’Impero e dei commerci cominciarono a nascere persino delle taverne lungo le strade, dove veniva servito vino caldo con pietanze già pronte. Inoltre in fase di consumo c’era un preciso ordine da seguire: si partiva dai vini di ottima qualità per finire con quelli più scadenti.
Con l’arrivo del Medioevo inizia un periodo buio per la cultura del vino, impiegato solo nei monasteri per i riti liturgici o come farmaco, anche se il periodo del Rinascimento contribuirà a riportare la bevanda sulle tavole e ad avviare le grandi produzioni di vini italiani famosi ancora oggi in tutto il mondo. Tuttavia, sarà solo nell’Ottocento che inizieranno a essere messe a punto le tecniche enologiche e introdotte innovazioni in questo senso.
A seguito della globalizzazione del vino, si è resa necessaria inoltre l’istituzione di acronimi per tutelare i prodotti e indicare marchi e regolamenti che ne preservassero l’autenticità come DOC-DOCG-DOP. Sempre in questi anni nascono sul territorio scuole di sommelier nonché per assaggiatori di vino, contribuendo ad alimentare una cultura sul vino ancor più sofisticata.
Quali sono i vini italiani più famosi
Vista la varietà dei prodotti vinicoli italiani è difficile stilare una classifica, tuttavia ci sono alcuni marchi che a livello internazionale spiccano più di altri e che si possono trovare anche su diversi siti online, tra cui Orobica Food, come il Barolo, complesso ed elegante, prodotto con uve 100% Nebbiolo nelle Langhe Piemontesi; il Chianti Classico, riconoscibile grazie all’iconico marchio gallo nero, realizzato nel cuore del Chianti in Toscana a partire da uva Sangiovese a cui possono essere aggiunte altre varietà tradizionali. Di questo vino le cantine propongono tre tipologie: la versione base Chianti Classico, il Chianti Classico Riserva e la Gran Selezione.
Sempre in Toscana è molto conosciuto il Brunello di Montalcino, prodotto nel territorio del comune omonimo in provincia di Siena.
Spostandosi più a nord, precisamente in Veneto, si incontrano l’Amarone e il Prosecco. Il primo è prodotto in Valpolicella, in provincia di Verona, con una tecnica che consente di concentrare colori, profumi e struttura delle uve in un vino dal carattere unico e complesso. Il secondo invece è un vino spumante prodotto da uve di Glera più altri vitigni complementari non aromatici.
Tra gli spumanti su scala globale ha grande successo anche il Franciacorta, realizzato in provincia di Brescia a partire da Chardonnay e Pinot Nero.
Nel profondo sud spiccano invece i vini vulcanici dell’Etna, dotati di profumi raffinati ed estremamente sapidi.
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