Iside Maria De Cesare dopo aver conseguito la maturità scientifica si iscrive ad ingegneria, e contemporaneamente inizia a lavorare nelle cucine prima in un ristorante stagionale aperto insieme alle sorelle e successivamente consolida la sua esperienza in altre attività ristorative.
Nel 1996 approda nel ristorante Agata e Romeo e l’anno successivo è la volta delle Colline ciociare. Nel 1998 alla Pergola del Rome Cavalieri, dopo due anni alla corte di Heinz Beck va in Romagna alla Frasca Di Castrocaro Terme e dopo altri due anni prosegue come chef in varie strutture ed alberghi dal 2005 gestisce ed è chef insieme al marito Romano Gordini il ristorante La Parolina premiato con la stella michelin nel 2008. Dal 2005 si dedica anche all’insegnamento di cucina e pasticceria in varie scuole.
Abbiamo avuto l’opportunità di conoscerla….
Un inizio alla facoltà di ingegneria e poi passi alla cucina facendo esperienza fra i “guru” della ristorazione capitolina come Agata e Romeo e la Pergola dell’Hilton, come mai questa scelta?
Inizialmente in maniera casuale, poi una volta scoperta un grande trasporto per il mio lavoro, la voglia di fare bene mi ha portata a frequentare una scuola di cucina ed entrare in contatto con alcuni degli chef con i quali ho in seguito collaborato Inutile dire che per amore della cucina ho abbandonato tutto il resto.
Poi tu e Romano avete deciso di aprire la Parolina di Trevinano, qual è la ricetta di quest’armonia famiglia-lavoro?
La condivisione della passione per la cucina e l’ospitalità
Il tuo rapporto con i prodotti del territorio è stretto e fecondo, quali sono i prodotti che utilizzi di più e che piatti nascono dall’incontro di questo territorio con 3 regioni?
Del territorio mi piace utilizzare un po’ tutto, spaziando tra le tre regioni con una particolare attenzione alle erbe aromatiche e spontanee che più di tutte sanno raccontare un luogo con tutte le sue sfumature.
Nel 2008 la stella Michelin, che sensazione si prova a conquistarla e come si riesce a confermarla anno dopo anno?
Grande soddisfazione e sorpresa, poi ci si impegna tutti i giorni cercando di fare il massimo, per i nostri clienti. La soddisfazione più grande è la loro felicità.
Che si prova ad essere una delle poche donne stellate in Italia?
Non saprei, non ci ho mai pensato. Penso alla soddisfazione degli ospiti e a cercare di imparare sempre cose nuove. Sono nata donna non l’ho mai visto come un vantaggio o uno svantaggio, solo come un dato di fatto.
Quello degli chef è davvero un mondo maschile come sembra?
Forse lo era, ma sta cambiando. In realta’ è la società che si sta evolvendo e quindi le donne hanno possibilità di viaggiare e formarsi, diventando competenti. Di conseguenza le donne nelle cucine sono in aumento.
Qual è la dote principale che deve avere una donna che vuole fare questo mestiere?
Sicuramente determinazione, impegno, passione, dedizione, resistenza mentale e fisica, e soprattutto come donna tanta ironia.
Ci racconti come strutturi il tuo menù con particolare attenzione a quello degustazione?
Cercando di seguire le stagioni e cercando di far vivere il luogo in cui siamo. Ovviamente avendo dedicato parte della mia formazione anche alla pasticceria, mi piace dedicare energie anche alla fine pasto. Abbiamo sempre più di un menù degustazione per permettere agli ospiti di assaggiare più piatti e scegliendo il numero di portate che preferisce.
Far parte di JRE – JEUNES RESTAURATEURS ITALIA, cosa significa per te?
Essere parte di una bella e divertente famiglia