Dal boom di Masterchef al crollo delle iscrizioni
Il 21 settembre 2011 andava in onda la prima edizione di MasterChef il talent show culinario più famoso di Italia, che trasformò per sempre la figura del cuoco nel nostro immaginario. Da quel momento i giovani iniziano a sognare una carriera nel mondo culinario, capace di offrirgli grandi opportunità di crescita e inserimento.
Tra il 2014/2015 l’istituto alberghiero è la scelta più gettonata, con 50 mila iscrizioni all’anno. Ad oggi invece la situazione è profondamente mutata, le scuole che formano cuochi, camerieri e receptionist d’albergo rischiano di tornare nell’ombra, le iscrizioni continuano a calare. Come spiega Rosanna direttrice dell’Istituto Carlo Porta di Milano ad impattare negativamente sul settore è stata da un lato la chiusura dei ristoranti durante la pandemia da Covid, dal altro il modo in cui viene presentata la figura del cuoco in questi programmi televisivi, come un obbiettivo facilmente raggiungibile spiega Matteo Scibilia chef di grande esperienza del Piazza Repubblica di Milano che conosce bene il mondo del insegnamento:
« Insegnare a cucinare non vuol dire soltanto far vedere come si esegue una ricetta; vuol dire trasmettere un fatto reale, raccontare una storia e coinvolgere la gente affinché ciò che cucina diventi suo.»
Per formare un grande cuoco non bastano due mesi di Master Chef, serve esperienza, competenza, sacrificio e apprendistato. Tutto questo ha sminuito la figura del docente spesso teoricamente preparata, ma con poca esperienza lavorativa.
La soluzione a questa crisi è riempire il vuoto tra scuola e mondo del lavoro e fare della scuola un ponte per il futuro dei ragazzi, nella consapevolezza che la cucina non è show fatto di trucchi, strategie, eliminazioni e premi. L’apprendimento è un percorso continuo e stimolante e bisogna essere disposti a sacrificarsi se si vuole fare questo mestiere seriamente.
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Piazza Repubblica di Milano
Milano, via Aldo Manuzio 11, (angolo Via C. Finocchiaro Aprile)