Giulia Scarpaleggia creatrice di Jul’s Kitchen è toscana food writer e food photographer, ama tutto quello che ruota attorno al cibo: prodotti, ricordi e racconti. Tommaso Galli , suo marito è l’assaggiatore ufficiale, si occupa di fotografia, podcast, video e social media.
Sono nati e cresciuti in Toscana, Tommaso vicino a Firenze e Giulia nella campagna del Senese, ma entrambi adesso chiamano casa un angolo di mondo nelle colline della Val d’Elsa.
Il loro blog è Jul’s Kitchen
Abbiamo intervistato Giulia:
Nasce prima la tua passione per la cucina o per la scrittura?
Ho sempre amato cucinare, fin da piccolina. L’amore per il cibo è sempre stato qualcosa di innato, il sottofondo di ogni momento della mia vita. La consapevolezza di questo amore, invece, è più recente, è arrivata attorno ai 20 anni. La cucina da semplice passatempo è diventata piano piano il modo naturale di esprimermi. Alle feste mi si poteva trovare in cucina, alle riunioni di famiglia ai fornelli… Stavo bene quando cucinavo e facevo star bene gli altri.
La passione scrittura e la fotografia di cibo sono arrivate successivamente, soprattutto dopo l’apertura del blog.
Come, quando e perché nasce Juls’ Kitchen ?
Ho aperto il blog quasi per gioco nel 2009, e questo mi ha fatto aprire gli occhi su quale fosse la mia vera passione. Per la prima volta non avevo paura di impegnarmi, di dedicarmi al 100% a qualcosa. A quel punto mi son resa conto che la cucina poteva essere qualcosa di più.
A gennaio 2012 ho trasformato la mia passione in un lavoro: prima come freelance food writer e dal 2017 insieme a Tommaso, mio marito, con cui ho fondato una società.
Adesso Juls’ Kitchen è diventato il nostro progetto di vita condiviso, ci occupiamo di corsi di cucina, incontri, libri di cucina, ricette e fotografie, video e podcast: tutto ruota intorno al nostro amore per il cibo, cucinato e condiviso. Questo è il nostro lavoro, su cui scommettiamo ogni mattina il nostro futuro.
Perché hai iniziato a scrivere anche in inglese?
Inizialmente il blog era solo in Italiano. C’erano (e sono ancora pubbliche) ricette di involtini primavera e muffin. Poi i tanti amici stranieri mi chiedevano le ricette toscane. Lì ho iniziato a scriverlo anche in inglese.
Adesso l’inglese è la lingua che prediligiamo per la comunicazione online anche sui social perché è una lingua internazionale e ci permette di raggiungere un maggior numero di persone. Anche per il podcast, abbiamo scelto di farlo in inglese perché è indubbiamente una lingua universale.
Oggi dove sei arrivata? Quali sono i numeri di Juls’ Kitchen ?
Ad oggi è uno dei pochi blog italiani in doppia lingua, e in questi anni abbiamo ricevuto numerosi riconoscimenti, dal Corriere della Sera a Saveur Magazine, nel 2019 vincitori del premio “Best Food Culture Blog” di Saveur Magazine.
Con gli anni abbiamo creato una community molto attiva che rinnova quotidianamente la sua fiducia nelle ricette che pubblichiamo, molto spesso realizzandole nell’arco di pochi giorni dalla pubblicazione. Passata l’emergenza sanitaria, non vediamo l’ora di accogliere nuovamente le persone da tutto il mondo per fare un corso di cucina nel nostro Studio.
Per festeggiare i 10 anni del blog, nel 2019 abbiamo lanciato il nostro podcast, Cooking with an Italian accent, il primo podcast di cucina italiana realizzato in lingua inglese dall’Italia, che ha già superato i 90.000 ascolti totali.
Nel 2020 il traffico del blog ha raggiunto le 2.200.000 di visualizzazioni di pagina, con addirittura un incremento del traffico del +40% per la sola lingua inglese, e oltre 1 milione di utenti. Alla faccia di chi dice che i blog sono morti.
Per il 2021, la realizzazione di un libro di cucina per un editore americano è l’avverarsi di un sogno e la ricompensa dell’impegno e perseveranza che abbiamo messo in questi anni nel nostro lavoro.
Che significa dover raccontare la cucina italiana all’estero?
Molto spesso vuol dire guardare da un punto di vista differente quello che hai sotto gli occhi tutti i giorni. Una cosa che ho imparato in questi anni nel mio rapporto con l’estero, è che purtroppo noi Italiani a volte diamo per scontate le meraviglie che abbiamo intorno tutti i giorni.
Raccontare la cucina italiana all’estero vuol dire mettersi alla prova costantemente perché un ingrediente, un taglio di carne, un procedimento, può non essere così scontato come sembra.
Abbiamo la fortuna di avere una forte cultura gastronomica diffusa in modo omogeneo lungo tutta la penisola. Il bello di andare al mercato è di poter comprare dal pecorino toscano alla mozzarella di bufala campana alla nduja calabrese.
La ricetta più cliccata in Italia e quella all’estero?
Per l’Italia sul podio delle ricette più visualizzate ci sono i ravioli di ricotta (la ricetta del nostro matrimonio), il petto di tacchino ripieno e il castagnaccio.
Per l’esterno invece, la regina indiscussa è la parmigiana di melanzane (come la fa mia nonna), la torta di mele all’olio e i ricciarelli, tipici di Siena.
Prossimi progetti?
Per questo 2021 saremo sicuramente impegnati alla lavorazione del nostro sesto libro di cucina, realizzato con Artisan Books, editore americano, che verrà poi distribuito in inglese in tutto il mondo. Ci occuperemo di tutto il processo creativo, dallo sviluppo delle ricette, alla scrittura e alla fotografia. Non vediamo l’ora di averlo stampato tra le mani.
Per finire il tuo piatto preferito e che vino ci abbini?
La pappa al pomodoro. Corso di cucina dopo corso di cucina, estate dopo estate, sono arrivata alla mia versione, che sta di mezzo tra Firenze e Siena, proprio come me, proprio come la Val d’Elsa. Il mio successo più grande è stato quando nonna l’ha assaggiata. Qualche giorno più tardi mi ha detto che finalmente avevo imparato a farla bene, e che quella era anche la sua versione preferita.
E per il vino, sicuramente sceglierei il rosso di Tenuta Mensanello, nostri vicini di casa, ma anche un rosato che dona freschezza se mangiamo la pappa al pomodoro d’estate.