La chiusura della Pizzeria Danese a Portici, con l’accusa di emanare “puzza di pizza”, può inizialmente sembrare surreale o una forzatura. In un paese come l’Italia, patria della pizza, questo provvedimento potrebbe far sorridere, ma la questione è tutt’altro che banale. Dietro la decisione si nasconde un problema legale complesso, che tocca le dinamiche della convivenza civile, la salute pubblica e la tutela dell’ambiente domestico.
La sentenza della Cassazione n. 45225/2016, depositata il 26 ottobre di quell’anno, ha posto un precedente giuridico significativo: i cattivi odori che si diffondono da un’attività commerciale possono configurare un reato, precisamente quello previsto dall’articolo 674 del Codice Penale, che punisce chi “getta o versa, in un luogo di pubblico transito o in un luogo privato ma di uso comune, cose atte a offendere o imbrattare o molestare persone.”
Nel caso della pizzeria Danese, gli odori prodotti dalla cottura delle pizze, solitamente amati e associati al piacere culinario, sono stati invece ritenuti insopportabili dai vicini. A porte e finestre chiuse, le esalazioni si insinuavano nelle abitazioni, nei vani scala e persino nelle autorimesse, generando una situazione di disagio permanente. Non si trattava dunque solo di un disturbo olfattivo momentaneo, ma di una condizione di vita divenuta intollerabile per chi viveva in prossimità del locale.
Di seguito l’ordinanza del Conune di Portici:
Odori di Pizza: delizia o disturbo?
L’immagine romantica della pizza appena sfornata, con il suo irresistibile profumo di pomodoro, mozzarella e basilico, è radicata nell’immaginario collettivo. Tuttavia, non sempre la realtà olfattiva corrisponde a questa idealizzazione. Quando si entra nel dettaglio tecnico e sanitario, bisogna considerare che la cottura prolungata in forni industriali, l’uso di alcuni ingredienti o il cattivo funzionamento dei sistemi di ventilazione possono generare odori acri, persistenti e decisamente meno appetibili.
Nel caso specifico della Pizzeria Danese, le verifiche dell’ASL e dell’Agenzia Regionale per l’Ambiente hanno accertato la presenza di odori tanto forti e penetranti da risultare un vero e proprio disturbo per la salute pubblica. Questo ha portato alla chiusura del locale, con una condanna che non si limita alla sfera amministrativa, ma ha implicazioni penali.
Le Pizzerie e l’impatto ambientale
Non è solo il caso della Pizzeria Danese a far riflettere sull’impatto ambientale di certe attività commerciali. Nella cultura gastronomica italiana, le pizzerie sono simbolo di tradizione e convivialità, ma come ogni altra impresa, devono rispettare normative igieniche e ambientali. Sistemi di aspirazione e ventilazione inadeguati possono trasformare un’attività apparentemente innocua in una fonte di disagio per l’intera comunità.
A questo si aggiunge il fatto che la percezione degli odori è soggettiva e può variare in base alla sensibilità delle persone. Tuttavia, quando i miasmi diventano tanto invadenti da entrare nelle case altrui, le normative offrono strumenti di tutela per i cittadini. La sentenza del 2016 è un chiaro esempio di come la giustizia italiana consideri la protezione della qualità della vita nelle abitazioni private un diritto sacrosanto, anche a costo di sacrificare una tradizione secolare come quella della pizza.
La Pizza: da simbolo di convivialità a motivi di contesa
La chiusura della Pizzeria Danese non è solo un fatto di cronaca locale, ma solleva interrogativi più ampi: fino a che punto le attività commerciali devono essere responsabili dell’impatto che hanno sull’ambiente circostante? È giusto che la percezione soggettiva di un odore possa portare alla chiusura di un locale storico? O, ancora, possiamo continuare a idealizzare la gastronomia senza considerare le sue conseguenze pratiche su chi vive accanto?
Le pizzerie, pur essendo luoghi di aggregazione, devono trovare un equilibrio tra il rispetto delle tradizioni e la convivenza con chi le circonda. L’idea che un odore tanto familiare e amato possa trasformarsi in un reato appare stridente, ma riflette le complessità della società moderna, dove le esigenze della comunità e la tutela della salute pubblica non possono essere ignorate.
Siamo certi che i titolari della Pizzeria Danese stiano già lavorando per risolvere i problemi e a loro facciamo un grande in bocca al lupo per riaprire quanto prima per sfornare le loro pizze.