In un anno difficile per l’Italia e per tutto il resto del mondo, il comparto agroalimentare rischia di subire una battuta d’arresto ancora più forte e temibile di quella imposta ad oggi dalla pandemia grazie alla dieta UE.

Non dimentichiamo che è stato (e forse sarà ancora) l’anno della cancellazione di tutte le fiere agroalimentari, vetrina importantissima, soprattutto con il resto del mondo, per tutte le nostre produzioni tipiche.

LE DECISIONI UE

Le nuove direttive UE per la lotta al cancro non arrivano certo in soccorso di un settore già in ginocchio.
Come sappiamo in Italia, ma un po’ in tutto il resto del mondo, anche a causa del fermo dei ristoranti, l’agroalimentare è in forte sofferenza.
In particolare tutta la filiera dei piccoli produttori, dei distributori nonché le aziende vitivinicole, stanno subendo impotenti gli effetti di questa situazione.
Ed ecco che interviene l’UE che, a differenza di quanto ci si sarebbe aspettato, punta il dito, qualcuno potrebbe dire indirettamente, verso questa fetta importantissima del mercato.
La questione è un po’ più complessa perché rientra, in un programma di prevenzione dei tumori che stabilisce nuove direttive in materia di consumi di alcol, carni rosse e carni lavorate.

LA DIETA UE

La UE promuove una dieta sempre più orientata verso il vegetale attraverso il maggior consumo di frutta e verdura, sottolineando la correlazione tra il consumo di questi prodotti e l’aumento delle morti per cancro.
La cosa alquanto preoccupante è leggere tra le righe la volontà dell’Unione di etichettare prodotti, tra le eccellenze del nostro paese, come altamente nocivi, equiparandoli  al consumo di tabacco.
Al di là del fatto che paesi come l’Italia annoverano, da nord a sud, tra i propri prodotti tipici anche salumi (appunto carni lavorate) di grande eccellenza, legati a storiche tradizioni delle nostre regioni, sarebbe interessante comprendere quale sia il reale punto di vista della commissione europea nei confronti di un’altra grande eccellenza, non solo italiana, quale è appunto il vino.

IL VINO 

Il vino, da millenni elemento integrante dell’alimentazione dei popoli mediterranei in particolare, con mercati che ad oggi rappresentano delle importanti colonne dell’economia di questi paesi (basti pensare a Francia e Italia e perché no all’enoturismo in questi paesi), sembra venga quasi equiparato, nelle valutazioni dell’Ue, ai grandi alcolici.
Ferma restando la necessità di ribadire che un consumo eccessivo di alcol in particolare, non è mai consigliabile nè tantomeno salutare, demonizzare, addirittura con un monito in etichetta (per fortuna ad oggi rinviato), un prodotto così importante nella nostra cultura.

Ancora una volta una superficialità dell’Ue a discapito delle ricchezze, delle diversità e della qualità che l’Europa tutta da sempre custodisce.

Voi cosa ne pensate? 

Anna Orlando

Maturità classica, laurea in giurisprudenza, avvocato da oltre 15 anni. L'interesse per la cucina e per il cibo nasce dall'aver osservato in silenzio prima una nonna e poi una mamma ai fornelli. L'essere...

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