Oggi vi racconto una storia, quella della MASSERIA SALAMINA. Salamina è immersa nella campagna ricca di ulivi secolari tra Fasano e Pezze di Greco; uno dei luoghi più affascinanti della Puglia, tra muretti a secco e il mare celeste. Centro agricolo e villa nobiliare fin dal 1600. Da quasi quarant’anni ospita un agriturismo ricco di storia e fascino, in cui il connubio tra agricoltura e ospitalità è vincente. Mi faccio raccontare la storia di questo magico posto, un posto di beatitudine e di vero relax, da Filippo e Chiara de Miccolis Angelini, fratello e sorella che insieme a tutta la loro famiglia sono proprietari e gestiscono questo agriturismo.
QUALI SONO LE ORIGINI DI QUESTO LUOGO?
La MASSERIA SALAMINA è un’antica masseria fortificata. Il primo proprietario era Giuseppe Salamina, e ne troviamo testimonianza in un’iscrizione sita sulla porta d’ingresso della zona padronale, dove c’è l’anno di costruzione 1600 (ANNO MDC). Poi ristrutturata dalla famiglia Bianco nel 1849 (ANNO MDCCCXXXXIX). Il figlio Raffaele Bianco eseguì un’altra ristrutturazione a fine ‘800, dopodiché la masseria fu comprata dai Conti Cenci. Loro probabilmente furono i primi ad utilizzarla come una villa, dandogli anche più il tono di una casa nobiliare che di un’azienda agricola. Francesco Cenci con sua moglie (Rosa Pietromarchi) realizzò una bellissima ristrutturazione dell’edificio che si concluse nel 1933. Durante la II guerra mondiale la masseria venne occupata e saccheggiata integralmente per ben 2 volte; e sul fronte padronale, un’altra iscrizione ricorda questi tragici eventi. Il conte Cenci nel 1945 iniziò una nuova ristrutturazione.
La MASSERIA SALAMINA è costituita da un nucleo principale, che come in tutte le masserie di Fasano ha una prima torre difensiva che poi nei secoli è stata ampliata.
La facciata principale presenta merlature e al centro spicca la torre anch’essa smerlata sulla quale troviamo una finestra bifora che sovrasta lo stemma nobiliare della famiglia Cenci. Inoltre sulla facciata principale vi è un portico coronato da un balcone.
A destra del portico in una nicchia è collocata una statua in pietra della Madonna. Alla sinistra del corpo principale troviamo un varco che porta a un secondo corpo in muratura. Questo ha un portico in tufo (di fattura più recente ’86-’88, e somigliante a quello principale), dove sia al piano terra che al piano superiore sono collocate camere e mini appartamenti. Ancora più a sinistra, della facciata principale troviamo una piccola chiesetta (probabilmente del 1742) e un pozzo poggiato su base esagonale (forse ‘700).
COM’ERA STRUTTURATA…
Originariamente la Masseria era strutturata come un piccolo villaggio in cui potevano vivere 50-60 persone mentre ce ne lavoravano centinaia, (anche di più nei periodi di massima raccolta). Salamina aveva una dimensione importante con una produzione importante. Una masseria non bisogna immaginarla come una fattoria, ma quasi come un’industria d’olio che produceva tanto anche per gli standard moderni.
Come tutte le masserie pugliesi “Salamina” ha vissuto l’abbandono, anche se forse meno di altre. Questa non l’abbandonarono all’inizi del ‘900 bensì dopo la II guerra mondiale, quando l’erede Giuseppina Cenci, sposò un texano e sostanzialmente l’abbandonò.
FINO AL 1986 QUANDO ARRIVO’ LA FAMIGLIA DE MICCOLIS ANGELINI CHE…
con il papà Gianvincenzo, la moglie Anna Luigia Leone e i loro figli Filippo e Chiara l’acquistarono. In quel momento i terreni erano stati già comprati tutti, e la masseria non la voleva nessuno. C’erano solo 7 ettari di pertinenza e loro l’acquistarono non per fare attività turistica, bensì attività agricola. Ovviamente l’edificio (2000 mq di fabbricato) erano assolutamente eccessivi rispetto alle loro esigenze famigliari.
Inizialmente la usarono come residenza estiva e poi, dopo un po’ di indecisione, decisero di intraprendere attività turistica. I genitori di Filippo e Chiara de Miccolis Angelini avviarono tra la fine del 1986 e 1988 i lavori di ristrutturazione che trasformarono l’ovile e il fienile in camere o appartamenti; fu aggiunto un porticato in tufo con archi creando un terrazzo e un ulteriore piano.
Guardando il portone centrale sulla destra è stato aggiunto anche un altro balcone, che oggi si affaccia sulla zona piscina per una questione di stabilità dell’intera struttura. Questi balconi sono simili a quello del prospetto padronale.
All’inizio c’erano in totale 15 stanze. Poi nel 2008 anche la zona padronale (in cui i proprietari abitavano) fu ceduta all’attività di agriturismo e le stanze divennero 26. Così anche la parte più bella della masseria, che è quella affrescata poteva essere goduta dagli ospiti durante il loro soggiorno. I proprietari ora vivono in una villa vicina all’agriturismo e della zona con piscina realizzata nel 2005. La piscina è circondata da prato, due grossi ulivi, piante di iucca e un piccolo agrumeto.
COME è AVVENUTO IL PASSAGGIO DA AZIENDA AGRICOLA AD AGRITURISMO?
Non è stato un passaggio naturale né facile (forse oggi può sembrare così) quello da masseria a struttura turistica. All’inizio degli anni ‘80 fare turismo in una masseria non era visto di buon occhio; nonostante la Puglia fosse una delle prime regioni in Italia ad avere una legge sull’agriturismo nel 1985, addirittura prima della legge nazionale. Erano gli anni in cui la masseria era un luogo povero, da cui emanciparsi. Come tutta l’agricoltura veniva guardata quasi con commiserazione.
Come mi racconta Filippo erano gli anni in cui “se ti portavi pane e pomodoro a scuola per merenda eri uno sfigato, se ti portavi la merendina del mulino bianco eri uno figo”; ci si vergognava di avere origini agricole. Cosa che oggi si è praticamente invertita. Anche da parte della pubblica amministrazione non c’era molto favore, tanto è vero che loro furono obbligati a togliere le antiche “chianche” nelle zone in cui c’era somministrazione. Le “chiache” allora utilizzate per pavimentare l’esterno, e successivamente riportate all’interno.
L’intuizione di Gianvincenzo e di sua moglie si è rivelata vincente, infatti oggi le masserie particolarmente in Puglia sono il top per le vacanze. La sfida attuale è far sì che tutto funzioni, e questo accade quando l’attività agricola la conservi sul serio. Anche perché così raccogli tutti i benefici sia dell’agricoltura che del turismo. Quindi, sostanzialmente, fai doppio business.
LA FORTUNA E’ INIZIATA QUANDO…
Nel 1993 grazie ad un articolo sul NEW YORK TIMES sono entrati nel mercato americano. Questo evento con la concomitante evoluzione digitale ha consentito un vero salto di qualità. Allora le prenotazioni con gli Stati Uniti avvenivano per mezzo di fax: una camera costava 90.000 lire e mandare un fax ne costava 15.000. Quindi appena ci fu internet, loro investirono in esso, fu un investimento costoso. Così ci si collegava con il nodo di Roma e una prenotazione con gli Stati Uniti costava pochissimo. Questo investimento ha consentito anche di essere subito riconosciuti dalle agenzie e da riviste estere e quindi avere un grande vantaggio competitivo. Da allora hanno sempre investito sul digitale.
L’ERA DEL DIGITALE HA PORTATO SOSTANZIALMENTE TANTI VANTAGGI…
Negli ultimi anni Instagram ha portato un ulteriore notevole beneficio: la capacità di raggiungere immediatamente mercati lontanissimi. La nuova era ha fatto sì che le masserie e i loro abitanti inizialmente tanto disprezzati, diventassero: location per sfilate di lusso o set cinematografici o luoghi dove festeggiare matrimoni da “mille e una notte”. La MASSERIA SALAMINA è stata una delle location per il film “La sposa in rosso”.
Collaborando con Toyota hanno realizzato un evento molto bello, in cui anziché far comprare quei gadget spesso inutili che solitamente vengono dati in questi eventi, sono riusciti a far fare delle donazioni per l’acquisto di piante d’ulivo resistenti alla xilella, per favorire la rigenerazione del territorio colpito da questo batterio.
La Masseria l’anno scorso ha creato una partnership con Dolce&Gabbana che ha ispirato i suoi gioielli ai loro ulivi. La Masseria Salamina è stata oggetto delle riprese del documentario che si trova su sky arte Puglia – appunti di viaggio. Il documentario racconta questa evoluzione e di quanto essa sia legata alla storicità degli ulivi secolari.
OGGI LA CAMPAGNA, I PRODOTTI CHE OFFRE, IL CONNUBIO DI AGRICOLTURA E TURISMO HANNO UN RUOLO IMPORTANTE…
Oggi l’ulivo secolare ha un ruolo fondamentale nell’offerta turistica, anche perché permette di far fare tante esperienze. Perché per i turisti, soprattutto per quelli stranieri, gli ulivi sono meraviglie naturali, da scoprire e conoscere. Tante persone (esclusi noi pugliesi) non sanno nemmeno che aspetto abbia un ulivo secolare. Oppure mangiare una parmigiana, con le melanzane appena raccolte, la passata di pomodoro fresco, oppure l’olio Evo, per tanti pugliesi non è così raro per altri si. Il famoso km 0 è importante. Più è corta la filiera più la cucina è buona e salutare. E nella masseria, circondata anche dai suoi orti, la filiera è proprio cortissima! La “cucina” della masseria, guidata da mani esperte sa ben valorizzare questi prodotti e per questo ci vuole anche la tecnica soprattutto se si vuole alzare la qualità, la possibilità di dare autenticità e freschezza.
LA RISTORAZIONE…
All’inizio di questa “avventura”, come mi racconta Filippo, cucinava sua madre con la massara e sicuramente era bello ed aveva il suo perché. Con il passare del tempo c’è stata un’evoluzione, una vera e propria crescita della “cucina” sempre nel rispetto della tradizione e genuinità. Insomma la “tradizione in evoluzione”. Non bisogna mai perdere l’autenticità offrendo sempre tanta qualità, tanti servizi e tanta ospitalità.
A Salamina si possono gustare le specialità della cucina tradizionale pugliese ritrovando sia antichi sapori che la quiete e la genuinità della campagna. Si preparano piatti della tradizione ma “evoluti” con accostamenti talora inusuali dei vari alimenti; c’è un menù ricco di antipasti, primi, secondi e dessert.
Ora la cucina è affidata allo chef Piero Ferrara e i loro menù sono basati sui prodotti che offre il loro orto, e il territorio vicino. Si possono mangiare antipasti come: crema di ceci Bio con polpo scottato al rosmarino e gambero all’olio evo; carciofi grigliati con fiocchi di capocollo e tortino al canestrato con dressing alla menta… Primi piatti come: tagliolino al gambero rosso e burrata… Secondi come: lombatina di suino con bruschetta di melanzana alla colatura di canestrato bio con granella di olive leccino… Infine dessert come: bignolata con frutta, crema pasticcera e panna con salsa al cioccolato; morbido al miele con camomilla e mandorle…
Lavorano molto con aziende come: la Querceta di Putignano che fa carne e salumi; con l’azienda Masseria la Calcara di Altamura che produce formaggio di capra, pecora, il canestrato DOP; con alcune cantine; con masseria Monte che produce fave e una varietà di mandorle che servono a colazione. Poi hanno diversificato nella produzione per non essere monoculturali sull’ulivo. Questo è servito non solo per realizzare attività per l’agriturismo (degustazione dei prodotti) ma anche per la vendita in loco di prodotti con il marchio della masseria. Infatti ora, producono olio, vino, pomodori, passata di pomodori, miele. L’ospite che durante il soggiorno nella masseria ha goduto di questi aromi e sapori, potrà acquistarli e portarli con sé.
Da diversi anni producono anche cosmetici grazie ad un progetto con un’azienda molto valida di Urbino “la Saponaria” che realizza cosmesi naturale. Hanno conosciuto questa azienda quando essa era ancora all’inizio, ma aveva già fama di azienda serissima e molto integralista. Insieme hanno studiato delle ricette per utilizzare la maggior parte possibile di olio in prodotti cosmetici come saponette, creme per mani e viso con aggiunta di alcuni oli essenziali (rosa e agrumi).
CHE COSA E’ PER LA FAMIGLIA DE MICCOLIS ANGELINI LA MASSERIA SALAMINA? COSA RAPPRESENTA?
Masseria Salamina è sia un’azienda agricola, sia un agriturismo ma soprattutto per Filippo e Chiara e tutta la loro famiglia è “CASA E BOTTEGA”. Per i genitori per la sorella Chiara, per la moglie di Filippo, Laura Francia è stato un progetto di vita, anche rischioso per certi versi, su cui hanno puntato tutto il futuro delle loro famiglie. Una scelta di vita, che li ha fatti crescere lentamente ma molto bene. Una crescita lenta, avvenuta in anni, ma loro c’hanno sempre creduto. Tantissimi anni d’investimento che probabilmente non finiranno mai: “perché nel turismo se uno pensa di essere arrivato, ha perso già in partenza”.
La masseria di per sé è bella, ma l’ospite, in Salamina, trova non solo un posto bello ma anche un’anima che è quella storica di fare attività agricola e ne rimane ancora più affascinato: “la masseria senza l’attività agricola saprebbe di un bel hotel, che però è un’altra cosa”. E così ce ne sono tanti.
OLTRE LE STANZE DELLA MASSERIA – AGRITURISMO, C’è TUTTO UN MONDO DIETRO, è UN LUOGO CHE RICHIEDE TANTO PERSONALE, TANTA CURA E TANTO LAVORO
La Masseria Salamina è tutt’ora un piccolo villaggio, con un corpo centrale, le camere, la corte interna all’aperto dove di solito si fa colazione e cena. La sera la grande corte illuminata da tante piccole luci sospese offre a chi cena un’atmosfera antica e quasi magica. Nella parte retrostante trovi l’orto; un grande gazebo con vetrate in cui si può cenare immersi nella campagna. C’è il pollaio, la stalla per i cavalli e uno spazio più rustico e campagnolo dedicato a eventi. E poi c’è tanto personale che rende viva e simpatica l’atmosfera della Masseria come: gli addetti alla brigata di cucina, il “maitre” Paolo Colucci, e tutti gli altri che rendono Salamina l’ambiente ideale per vivere una vacanza fatta di natura, cibi genuini e fascino di tempi passati.
CONTINUE EVOLUZIONI PER STARE AL PASSO CON I TEMPI, INVESTIMENTI E ECOSOSTENIBILITA’…
Quest’ anno in masseria c’è stato un ulteriore investimento in tecnologia, con dei sistemi di automazione, anche perché la gente è ormai abituata agli acquisti online e vuole vedere, prenotare ed acquistare, quindi stanno cercando di evolversi sempre in meglio, stando al passo con quella che è l’esperienza digitale delle persone. Infatti è possibile attraverso il loro sito internet prenotare degustazioni di vini e oli in Masseria. E poi “Salamina” ha sempre investito tanto nell’ eco-sostenibilità, e decisamente al passo con i tempi. I proprietari hanno fatto scelte pioneristiche con una caldaia a biomassa per il riscaldamento. Sono presenti solare termico, solare elettrico e hanno almeno 30 Kw di batterie; e c’è anche la colonnina per ricaricare auto elettrica.
MASSERIA SALAMINA LA TROVIAMO APERTA TUTTO L’ANNO?
No, poiché dopo la stagione turistica, partendo già da fine agosto subentrano le priorità dell’azienda agricola. C’è la raccolta di uva, mandorle e olio; poi iniziano con le potature e tutte le spedizioni. L’inverno serve per concentrarsi sull’agricoltura, sulla programmazione, sul loro riposo fisico. Per scelta a natale sono chiusi perché per loro è una festa familiare e anche un po’ per godersi la masseria.
Invece, la Masseria come azienda agricola è sempre aperta, per poter venire a comprare i prodotti; l’inverno è più agricoltura e molto meno turismo. Anche perché una struttura come questa ha sempre bisogno di tanta manutenzione che è incompatibile con l’idea di essere aperti 12 mesi l’anno. Come agriturismo sono aperti da marzo- aprile (periodo pasquale) fino a fine ottobre, primi di novembre.
La speranza di Filippo e di tutti quanti noi è che rimanga sempre questo entusiasmo. Spera che le generazioni future continuino, ma è una scelta. Anche lui come sua sorella prima sono andati via, hanno fatto altro e poi sono tornati. Per esperienza personale Filippo afferma che “quando la campagna ce l’hai dentro prima o poi ti richiama”. Lui ha sentito il richiamo della bellezza della campagna, di alcuni ritmi. Senza l’attività agricola non avrebbe mai fatto l’attività turistica. L’unione tra attività agricola e turistica è molto bella ed è convinto che sia il loro autentico punto di forza.