Negli ultimi mesi, l’Italia è stata colpita da una crescente diffusione della Peste Suina Africana (PSA), una malattia virale altamente contagiosa che sta mettendo a rischio l’industria suinicola. Sebbene non rappresenti un pericolo diretto per la salute umana, il virus ha devastanti effetti sugli allevamenti di suini e cinghiali, con gravi ripercussioni economiche.
Cos’è la Peste Suina Africana?
La PSA è una malattia virale che colpisce esclusivamente suini domestici e selvatici, come i cinghiali. È causata da un virus della famiglia Asfarviridae, che provoca febbre alta, lesioni emorragiche, e, nella maggior parte dei casi, la morte degli animali colpiti. Il tasso di mortalità può superare il 90%, rendendo l’infezione una delle più gravi minacce per l’allevamento suino.
La malattia è particolarmente temuta perché non esistono cure o vaccini efficaci al momento, e il virus può sopravvivere a lungo nell’ambiente, nei prodotti suini e persino in animali morti. La principale via di diffusione è il contatto diretto tra animali infetti, ma può essere trasmessa anche tramite alimenti contaminati, veicoli, persone e attrezzature.
Situazione in Italia
In Italia, la PSA ha fatto la sua comparsa principalmente nel Nord-Ovest del Paese, con focolai concentrati in Piemonte e Liguria, ma recenti casi hanno destato preoccupazioni anche in altre regioni. In particolare, la regione Lazio ha registrato diversi casi tra i cinghiali, un fenomeno che desta allarme poiché la diffusione tra la fauna selvatica aumenta notevolmente il rischio di contagio per gli allevamenti.
La presenza del virus è particolarmente problematica nelle aree boschive, dove i cinghiali vivono in libertà. L’alta mobilità di questi animali facilita la propagazione del virus su ampie aree, rendendo difficile il controllo della malattia. Le autorità sanitarie e veterinarie stanno cercando di limitare il contagio con misure di contenimento, come l’abbattimento selettivo degli animali selvatici, la restrizione del trasporto di suini e il controllo rigido delle aziende zootecniche.
Le Ripercussioni Economiche
Il settore suinicolo italiano è un pilastro dell’economia agroalimentare, con una produzione annua che vale circa 2 miliardi di euro. Il diffondersi della PSA ha portato all’imposizione di rigidi controlli sanitari e quarantene, e le perdite sono stimate in centinaia di milioni di euro.
Le esportazioni di carne suina e prodotti derivati sono state fortemente limitate. Alcuni Paesi, infatti, hanno imposto un blocco alle importazioni di suini e derivati dall’Italia, penalizzando ulteriormente il comparto. Anche la filiera del prosciutto, uno dei prodotti di punta del made in Italy, sta risentendo della crisi.
Le restrizioni legate alla PSA stanno danneggiando non solo gli allevatori, ma anche i trasformatori, i trasportatori e tutte le attività correlate. Le associazioni di categoria stanno chiedendo al governo interventi economici e sostegni finanziari per evitare il tracollo di interi settori produttivi.
Le Misure di Contenimento
Il governo italiano, insieme alle autorità sanitarie e agli allevatori, sta mettendo in atto diverse misure per arginare la diffusione del virus. Tra queste, le più importanti sono:
- Monitoraggio e controllo: Regioni e ASL stanno intensificando i controlli sugli allevamenti suini e monitorano costantemente la situazione tra i cinghiali.
- Bio-sicurezza: Agli allevatori vengono richieste misure di prevenzione rigorose, come la disinfezione di mezzi e persone in entrata e uscita dagli allevamenti, il confinamento degli animali e la gestione attenta dei rifiuti.
- Abbattimento preventivo: In alcune aree, sono stati disposti abbattimenti selettivi dei cinghiali per ridurre la densità della popolazione selvatica e contenere il virus.
- Divieti di trasporto: Sono stati istituiti divieti per il trasporto di suini e prodotti suini da e verso le aree colpite, per ridurre il rischio di propagazione del virus in altre regioni.
Prospettive Future
La diffusione della PSA in Italia è motivo di grande preoccupazione per il futuro dell’allevamento suinicolo. Sebbene l’impatto della malattia sia ancora limitato a determinate aree, l’alto rischio di una propagazione su scala nazionale richiede un coordinamento efficace tra istituzioni, allevatori e cittadini. I rischi per la biodiversità e l’economia rurale sono elevati, e solo attraverso una strategia condivisa si potrà evitare una crisi di maggiore portata.
Per affrontare la situazione, sarà necessario un impegno a lungo termine da parte del governo italiano e dell’Unione Europea, che dovranno fornire fondi per il risarcimento delle perdite e per la ricerca di un vaccino contro la PSA. Gli allevatori, intanto, continuano a sperare in una rapida soluzione che possa salvaguardare un settore già duramente colpito dalla pandemia e da altre crisi economiche recenti.