Tra gli chef stellati che cucineranno per queste cene speciali, anche il maestro della pizza Franco Pepe.

Una cena sotto le stelle, una tavola imbandita per 22 persone che, una volta sedute ed imbracate in piena sicurezza, verranno sollevate in aria a 50 metri di altezza.

Abbiamo intervistato Franco Pepe:

Cosa vuol dire per Lei essere stato scelto per portare la sua pizza così in “alto”?

Partecipare a Dinner in the Sky per me è una bellissima emozione e allo stesso tempo una grande sfida. Ogni volta che accetto di partecipare ad un qualsiasi evento, lo faccio come una sfida, ovvero quella di portare il mio prodotto altrove e oltre il territorio dell’Alto Casertano. Lavorare in altezza è anch’essa una sfida e partecipare all’evento significa anche essere considerato uno dei pizzaioli che si è staccato da tutto ciò che è il concetto di pura tradizione ed ha introdotto nel suo lavoro anche l’innovazione. Infatti sono stato uno dei prima ad utilizzare il forno elettrico e grazie alla collaborazione con l’azienda Sud Forni, riesco a portare un forno elettrico anche sulla piattaforma. Infatti, con l’azienda Sud Forni, ho partecipato alla realizzazione di un forno piccolo a bocca aperta che cuoce fino a 450 gradi, con un giusto consumo di energia. Sarà proprio questo forno che porterò con me e cercherò di superare le difficoltà di cuocere la pizza 50 metri di altezza. Se riuscirò a realizzare questa cena, arricchirò sicuramente il mio bagaglio personale e professionale.

 Che pizze sfornerà per l’occasione?

La pizza è un prodotto immediato e quindi salirò̀ sulla piattaforma direttamente con l’impasto per realizzare le pizze a bordo. Innanzitutto porterò̀ delle pizze in teglia come entrée per i 22 ospiti. Successivamente realizzerò̀ una degustazione di pizze al forno con i classici che tutti amano: “la margherita sbagliata”, “la scarpetta” e “la ritrovata”, ovvero l’evoluzione della marinara. Chiuderò la cena con un trancio di pizza dolce “La Crisommola” sulla quale metterò l’albicocca del Vesuvio chiamata “la Pellecchiella”. Questa fantastica pizza sarà affiancata dai biscotti di Nonna Amelia, semplici e saporiti fatti con il mio blend di farina “0 Pepe”, nocciole, olio di olive chiazzane e vino Pallagrello.

 Crede che eventi cosi spettacolari possano aiutare un settore in crisi a causa della pandemia?

Io credo di si. Gli eventi così spettacolari pongono sicuramente l’attenzione sul mondo della ristorazione. In questo momento così importante, dopo la pandemia, ci auspichiamo una ripresa importante del nostro settore e con questi eventi riusciamo a porre l’attenzione sul nostro “saper fare”. Per me e per gli altri chef sicuramente non sarà̀ semplice lavorare così in alto, ma per me non significa solo servire 22 commensali, bensì̀ la sfida è far capire cosa si può fare anche a 50 metri di altezza. Tutto ciò̀ che rappresenta una novità fa sicuramente bene al nostro comparto, soprattutto per un rilancio della nostra attività̀ dopo i due lockdown.

Dinner in the Sky rappresenta dunque una ripartenza e io lo prendo come un buon auspicio, visto che si tiene proprio i primi giorni di giugno nei quali si spera coincidano con un alleggerimento delle restrizioni e la possibilità̀ di ospitare i clienti anche nei posti interni dei nostri locali.

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Antonio Savarese

Ingegnere gestionale, sono un Project Manager in Enel Italia nella funzione System Improvements. Da piu' di 15 anni svolgo attivita' come giornalista freelance e consulente di comunicazione per alcune...

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