Dalle prime importazioni alla produzione in proprio
Fabio Ditto, fondatore di Kbirr, ha iniziato il suo percorso nel mondo della birra fin da giovanissimo. Dopo aver prestato servizio militare, a soli 19 anni ha iniziato a importare birra dall’estero, in particolare dalla Germania, dove aveva avuto modo di apprezzare la cultura della birra durante i frequenti viaggi con i suoi zii. Questa passione per la birra, nata fin dall’infanzia, lo ha spinto a intraprendere questa attività, rispondendo anche alle richieste dei suoi amici che lo invitavano a procurare loro la birra.
Dopo aver costruito un solido business attraverso l’importazione e la distribuzione di birre, nel 2016 Fabio ha deciso di fare il grande passo: produrre birra in proprio. Questo desiderio nasceva dalla volontà di creare ricchezza sul territorio, dando lavoro a tante persone e aziende locali, piuttosto che semplicemente importare e rivendere il prodotto. Così, grazie all’incontro fortunato con i fratelli Certezza, che avevano un piccolo birrificio, Fabio ha iniziato a collaborare con loro per sviluppare le prime ricette di Kbirr.
La nascita di Kbirr e la sfida dell’ampliamento
Dopo due anni di attento studio e perfezionamento delle ricette, nel 2018 è nato ufficialmente il birrificio Kbirr, con il primo stabilimento a Crispano, in provincia di Napoli. Nonostante le limitate capacità produttive iniziali, la forte richiesta di mercato, sia in Italia che all’estero, ha spinto Fabio a progettare e realizzare un nuovo e più ampio stabilimento, inaugurato nel 2020, dopo aver superato alcune sfide burocratiche.
Oggi Kbirr può contare su una capacità produttiva di 60.000 litri al mese, quasi triplicata rispetto ai 24.000 litri iniziali. Questo importante ampliamento ha permesso all’azienda di soddisfare la crescente domanda, sia sul mercato nazionale che sui mercati internazionali, dove Kbirr è riuscita a imporsi con grande successo.
I segreti del successo: Nomi e packaging
Uno degli elementi chiave del successo di Kbirr è senza dubbio la cura dedicata alla creazione dei nomi e del packaging dei suoi prodotti. Fabio e il suo team hanno lavorato con grande attenzione a questo aspetto, cercando di creare un legame forte con il territorio napoletano e la sua tradizione.
I nomi delle birre, come “Natavota”, “Paliata” e “Pullicenhell”, nascono spesso in modo spontaneo, attraverso un processo di sperimentazione e condivisione con il team. Questi nomi, fortemente legati all’identità partenopea, hanno riscosso un grande successo anche all’estero, incuriosendo i consumatori e invogliandoli a scoprire la storia e il significato dietro ogni etichetta.
Allo stesso modo, la cura del packaging e delle etichette, con l’utilizzo di immagini e simboli caratteristici di Napoli, come Pulcinella, hanno contribuito a rendere Kbirr un brand riconoscibile e apprezzato a livello internazionale.
Dalla birra al ristorante: L’espansione di Kbirr
Oltre alla produzione e alla distribuzione di birra, Fabio Ditto ha deciso di espandere il business di Kbirr aprendo Casa Kbirr, con l’obiettivo di valorizzare la tradizione culinaria napoletana, abbinando i piatti tipici della città, come la genovese, il ragù e i frutti di mare, alle birre artigianali Kbirr.
Nonostante l’iniziale difficoltà nel creare questa nuova realtà, dopo quattro anni Fabio può affermare che i risultati sono molto positivi. I clienti apprezzano l’offerta di un prodotto genuinamente napoletano, in cui la birra diventa elemento di valorizzazione e abbinamento della cucina tradizionale.
Guardando al futuro: Qualità e internazionalizzazione
Mentre Fabio ha accantonato, almeno per il momento, l’idea di espandere “Casa Che” attraverso un modello di franchising, il focus principale è attualmente concentrato sul rafforzamento della produzione e della qualità di Kbirr. L’azienda si è dotata di nuovi laboratori di microbiologia e di una linea di imbottigliamento isobarica, al fine di garantire la freschezza e la stabilità del prodotto anche durante la distribuzione e la vendita in mercati lontani.
Inoltre, Fabio è personalmente impegnato nel presidiare i mercati internazionali, in particolare in Giappone, Thailandia, Svizzera e Australia, dove Kbirr sta riscuotendo un grande successo. L’obiettivo è quello di consolidare la presenza sui mercati esteri, mantenendo sempre alta la qualità e l’identità del brand.
In conclusione, la storia di Kbirr è quella di un’azienda nata dalla passione e dalla determinazione di Fabio Ditto, che è riuscita a trasformare un’idea in una realtà di successo, capace di affermarsi non solo in Italia, ma anche a livello internazionale. Attraverso l’attenzione alla qualità, l’innovazione e il forte legame con il territorio, Kbirr rappresenta un esempio di come la birra artigianale possa diventare un elemento di valorizzazione e promozione dell’identità e della cultura di una città come Napoli.