Alessandro Ronca autore del libro Orto auto irrigante coltivare con poco lavoro e poca acqua in campagna e in città, insieme a Paolo Ermani

ha dato corpo e vita al progetto degli orti auto irriganti nel Parco dell’Energia Rinnovabile, sulle colline umbre, nei pressi di Terni, di cui è fondatore e direttore scientifico.

Un metodo leggero e sostenibile di agricoltura per risolvere due problemi complessi. Nel parco delle energie rinnovabili, nel mezzo di un bosco di 1000 ettari, mancano fonti di acqua vicine.  Nonostante non ci sia acqua il bosco è rigoglioso ed è in grado di assorbire l’acqua per capillarità attraverso le radici. Alla base di questa coltivazione c’è l’idea che la pianta prenda il minimo indispensabile di acqua e grazie a questa particolare caratteristica delle piante, si crea una falda artificiale al di sotto di questi orti. Inoltre a prescindere dalla coltivazione che sta sopra nascono radici permanenti che continuano a fare capillarità.  Importante qualsiasi sia la provenienza del terreno è dare uno starter di arricchimento con dell’humus di lombrico.  

Al parco delle Energie rinnovabili ognuno può far crescere il proprio pezzo di terra, qui insegnano a realizzare questo tipo di orticoltura, la cui tecnologia non è legata a nessun marchio registrato, non è brevettata ed è aperta a tutti e si può realizzare ovunque perfino al chiuso come semenzaio.  

Come funziona

Una volta piantate le essenze all’interno di un bancale bisogna stappare il tubo di riempimento e controllare se ci sia sufficiente acqua al suo interno.

Ogni bancale è suddiviso in due parti, la superiore, che è rappresentata dalla terra con le nostre coltivazioni, inferiore rappresentata dall’acqua che conterrà e consente piena autonomia alla coltivazione in assenza di irrigazione per oltre un mese. Può diventare anche un modo di raccolta dell’acqua piovana, il sistema va avanti da solo e se piove molto, questo metodo di raccolta fa in modo che acqua non vada mai ad investire la parte radicale delle piante. Tutto ciò porta ad una grande produzione in poco spazio. I bancali possono essere creati con materiali da costruzione o blocchi a cassero, contenitori, recipienti, tini e materiali diversi e tetti riciclati, insomma qualsiasi recipiente diventa orto auto irrigante.   È possibile creare delle serie collegandoli all’interno tra loro.

I vantaggi dell’orto auto irrigante è il rialzo che permette di lavorare in modo più comodo inoltre sono protetti da animali selvatici e possono essere coperti sia in inverno, che in estate, godendo di maggiore ombra, si migliora la produzione. Sono orti collettivi creati dal recupero di spazi dimenticati, creati insieme agli altri e legati all’idea del cibo non più come merce, tipica della agricoltura pesante, ma come bisogno garantito a tutti.

Alessia Acunzo

Mi chiamo Alessia Acunzo 29 anni, di Napoli. Laureata in Discipline dello spettacolo. Ogni giorno cerco di pormi un obbiettivo nuovo, anche semplice da raggiungere per essere stimolata. Le mie passioni...

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