È notizia di ieri sera la suddivisione dell’Italia in tre fasce di colore alle quali corrispondono altrettante zone di rischio.
Con grande sorpresa il nuovo DPCM ha dichiarato la Campania “zona Gialla”, collocandola quindi in una zona di pericolo meno grave di quanto ci si aspettava, visto che le previsioni la davano rossa o almeno arancione.
Il DPCM in pratica lascia intendere che la situazione campana sarebbe tutto sommato gestibile, secondo il calcolo degli oltre venti fattori presi in considerazione.
Con grande sorpresa, dicevamo, a tarda sera è arrivata questa decisione che ha ribaltato ogni previsione e ha spiazzato in particolar modo il mondo della ristorazione campano che per tutto il giorno aveva (in)seguito con il fiato sospeso le news che si susseguivano di minuto in minuto, riportate anche dagli organi di stampa.
All’arrivo della notizia grande è stata l’esultanza del settore che, con la collocazione in fascia gialla, ha sperato in una situazione lavorativa più consistente.
Nelle regioni “gialle” infatti i locali possono restare aperti al pubblico fino alle 18 e lavorare con consegna a domicilio e asporto fino alle 22, orario in cui scatta il coprifuoco previsto dal Governo.
Se, come da più parti si paventava, fossimo andati in zona rossa le serrande sarebbero rimaste abbassate per il pubblico con l’unica possibilità dell’asporto e del delivery.
In tanti hanno esultato ma c’è anche chi non ha accolto con lo stesso entusiasmo questo provvedimento tanto da decidere di richiudere il proprio locale in attesa che la situazione si tranquillizzi realmente.
È il caso di Peppe Guida, chef di “Antica Osteria Nonna Rosa” di Vico Equense, una stella Michelin e voce importante nel panorama della ristorazione campana.
Riportiamo di seguito la dichiarazione con cui, dai suoi profili social ha comunicato la sua decisione, per comprendere meglio il suo punto di vista.
“Settimana scorsa ho riaperto l’Osteria con tanto entusiasmo ma anche tanta preoccupazione, nonostante il momento e le difficoltà.
Avevo voglia di riprendere la mia vita “normale” con tutte le precauzioni del caso.
Questa settimana disdico, invece, le prenotazioni che avevamo preso per il prossimo weekend anche se saremmo stati pieni come la scorsa settimana
A Castellammare ci sono circa 800 casi.
A Vico circa 300.
in costiera siamo pieni!!
Mi sento circondato, credetemi.
Non mi sento di mettere a rischio i miei collaboratori, i miei ospiti e la mia famiglia.
Mai mi vorrei trovare nei panni di Conte e di De Luca, le decisioni da prendere sono tante e sono difficili, ma la delusione verso la decisione di ieri è grande.
Mi chiedo come è possibile che in una situazione come la nostra ci lascino aperti, ci lascino liberi di circolare.
ZONA GIALLA!!
Con tutto quello che vediamo, con tutti i casi che ci sono, con i pronto soccorso colmi!!
È una barzelletta ?? Se lo è non è divertente.
Chiedere di chiudere alle 18 per tanti, tantissimi di noi è come dire di non aprire proprio!
Gli uffici, le banche, le scuole…
Non c’è nessuno in giro, si lavora da casa
Chi dovrebbe mai venire a pranzo??
Far aprire dalle 5 del mattino fino alle 18 del pomeriggio non è assumersi le proprie responsabilità, non è sostenere gli imprenditori, i piccoli commercianti, tutte le piccole partite IVA che tante volte non arrivano a fine mese.
Non è sostenere chi è impiegato in tutte queste piccole imprese.
Non è sostenere le loro famiglie.
È LAVARSENE LE MANI!
Dipendesse da me io avrei chiuso tutto e basta. 15-20-30 giorni, per frenare questo benedetto virus
Con il governo e la regione che, però, si assumono la responsabilità di tutte le categorie che in questo momento soffrono e si sacrificano per il bene comune.
Fare le cose a metà, in un momento come questo, non è serio e non serve a niente né alla salute né all’economia.
Averci dichiarato zona gialla si rivelerà un errore enorme, la gente lo sta interpretando con un “ah, quindi non stiamo messi male”. E invece lo siamo!!
Siamo un vulcano che può esplodere da un momento all’altro!
Temo per i prossimi giorni. Davvero
Temo che ci possa essere un’impennata difficile da gestire.
E se tanti miei colleghi hanno esultato per il fatto di essere zona gialla, di poter aprire comunque, io non me la sento e, a malincuore, CHIUDO di nuovo l’Osteria.
Fino a che tempi migliori lo permettano.
Mi manca molto potervi ricevere, conoscervi , fare una chiacchierata con voi.
Mi manca la cucina e l’adrenalina che ogni servizio regala.
Verranno tempi migliori.
Per il momento, proprio non me la sento.”

Questa la dichiarazione dello chef Guida che suona quasi come un grido di allarme e che va ad analizzare parecchie tematiche in merito alla situazione.
Aprire solo a pranzo è davvero utile? Per chi aveva impostato il proprio locale sul servizio serale ma anche per chi lavorava grazie alle pause pranzo degli uffici, ai pranzi di lavoro, agli studenti, ai turisti…
Oppure è l’ennesimo palliativo per cercare di arginare una problematica purtroppo davvero complicata?
Ricordiamo che, almeno a oggi, sembrerebbe che i bonus del decreto ristori dovrebbero essere destinati solo alle attività che si troveranno in zona rossa e quindi impossibilitati ad aprire al pubblico.
Ma quale sarebbe poi la differenza concreta tra un ristorante in zona rossa che, per DPCM, può lavorare solo con delivery o asporto serale e uno in zona gialla che, per mancanza degli abituali clienti del pranzo, lavorerà comunque solo con asporto e consegna a domicilio dalle 18 alle 22?

Restiamo in attesa per capire se ci saranno decisioni in merito.

Anna Orlando

Maturità classica, laurea in giurisprudenza, avvocato da oltre 15 anni. L'interesse per la cucina e per il cibo nasce dall'aver osservato in silenzio prima una nonna e poi una mamma ai fornelli. L'essere...

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