Maria Elena Curzio, napoletana di origine, è l’ideatrice di Cuoche a domicilio che nasce il 25 maggio 2011 con il sostegno del grande chef Gennaro Esposito, che ha tenuto a battesimo l’associazione, durante la Festa a Vico Equense, edizione 2011,e dall’entusiasmo delle altre socie fondatrici che in modo spassionato e genuino hanno partecipato alla creazione dell’associazione.
L’Associazione ha per scopo la valorizzazione, la conservazione e la divulgazione delle ricette culinarie tradizionali italiane.
Riunisce le cuoche a domicilio, non professioniste, di tutte le regioni d’Italia; tutte le donne appassionate di cucina, che vogliono creare una rete per conservare l’immenso patrimonio delle tradizioni culinarie e per raccontare attraverso le ricette, le storie delle famiglie, del territorio, dei prodotti tipici locali,del lavoro dei produttori.
Per conservare le radici, insegnare ai figli, l’odore del cibo, nobilitare il mestiere della donna che cucina.
L’Associazione è al fianco dei piccoli produttori di ogni regione per valorizzare i loro prodotti con il valore aggiunto di unire la creazioni di ricette realizzate con i frutti del territorio, conservando le piccole colture e migliorando cosi’ l’economia del luogo, incentivando, l’acquisto ed il consumo di prodotti di qualità, stagionali e locali.
Ciao Maria Elena, come nasce la tua passione per la cucina?
La passione per la cucina è sempre stata dentro di me, l’ho respirata e mi è entrata nell’anima, stando nella cucina della mia nonna Iolanda, li passavo tanto tempo, studiando, raccontandomi, ascoltando le sue canzoni, le sue risate, ma soprattutto come mi raccontava le ricette, per lei gli ingredienti erano vivi, ci parlava, me li raccontava, e mi diceva di amarli, baciarli e coccolarli, se no le ricette sarebbero venute male.
Qual è la tua formazione come cuoca?
La mia formazione: ho studiato da ragioniera, lavorato come responsabile amministrativa, fino a quando a 38 anni mi è stato diagnosticato un tumore al seno. Ma quell’episodio e la mano di mia nonna che giudava i miei impasti, quel giorno, mi ha guidato ,salvandomi la vita perchè ho deciso che avrei cucinato. Non avendo fatto la scuola alberghiera, e non volendo seguire corsi, ho deciso di puntare molto in alto, volevo capire il mestiere, quello vero. Ho scritto, tante, tante volte ad uno chef che era il mio ideale di cucina, Gennaro Esposito e dopo l’ennesima lettera, questa scritta a mano mi ha chiamata. Sono stata nella sua cucina per un po’, la fatica è stata tanta, doppia, per chi non ha una formazione, ma cucina di pancia, come dice lui. Ma ho imparato il rispetto, la fatica, il dolore, la gioia, la soddisfazione, l’ispirazione. Dopo ho fatto anche tante Festa a Vico, dove facevo tutto, anche montare gli ombrelloni. Poi ho continuato a studiare, ho frequentato una scuola che mi desse il titolo di cuoca. Lì in quella cucina, è nata l’idea dell’Associazione.
Sei un volto familiare per tutti gli affezionati telespettatori di Casa Alice, che esperienza è?
La mia esperienza con Casa Alice, nasce prima dalla rivista Alice Cucina, dove ho inventato una rubrica, che è il mio motto molta resa poca spesa, preparare menù per eventi familiari o cene importanti ,ma partendo da una tabella di marcia, dal come fare la spesa, il costo, di ogni piatto, da cosa iniziare a preparare e soprattutto come usare gli avanzi di tutto, questi sono stati gli ingredienti che portavo in Tv, spiegando che il risparmio è guadagno, La tv mi piace perchè arriva diretta nelle, case, puoi sorridere, nuovere le mani e far capire cose importanti, con garbo, e sorridendo, entrare in casa delle persone è una cosa importante. La mia esperienza continua anche con il canale TV2000.
Come e quando nasce l’idea delle Cuoche a Domicilio?
L’idea delle cuoche a domicilio nasce per caso, un giorno d’inverno, ero da tante ore al pc, per capire come realizzare la mia voglia di cucinare, per caso leggo due righe di un cenno storico che parlava dei Monsù, loro lasciarono la loro eredità di ricette, di sapere alle Donne, e la prima cuoca a domicilio fu Susanna di Lucera. Fu qui che mi si aprì un mondo. Era questo quello che volevo fare la Cuoca a Domicilio, una moderna Monsù, la menestrella delle ricette della tradizione e dei territori.
Ci racconti in cosa fanno esattamente le “cuoche a domicilio” e in cosa l’Associazione che presiedi è loro di supporto?
Le Cuoche a Domicilio, che scelgono di far parte dell’associazione, sono conoscitrici delle ricette tradizionali del loro territorio, dei prodotti tipici. Le cuoche creano l’evento domestico, che può essere sia una cena romantica a due, sia una comunione, una laurea o ogni altro evento, il quid in piu che le cuoche a domicilio, organizzano tutto come se gli ospiti fossere i loro includendo anche l’affetto sostituendosi all padrona di casa.Qualche giorno prima concordo il menù, consigliando quello più giusto per l’evento, ascoltando se ci sono intolleranze o allergie, pensano al centrotavola, fanno la spesa dai loro fornitori di fiducia, proponendo solo ingredienti di stagione, scelgono un piatto, un ricordo,un luogo che può essere raccontato durante la cena .
Fanno un sopralluogo nella cucina, per gli elettrodomestici e per scegliere il servizio di piatti, infatti non siamo un catering, non portiamo le stoviglie.Poi alcune ora, un paio ,prima dell’evento arriviamo a casa con le nostre borse frigo, i nostri contenitori termici, ci sistemiamo in cucina, e prepariamo la cena.Poi serviamo a tavola, come potrebbe fare la padrona di casa, raccontiamo una tradizione, un prodotto tipico, o un luogo do trovarlo, poi alla fine della rimettiamo via le nostre cose e lasciamo gli ospiti liberi di godersi la serata.
L’associazione da la possibilità alle donne che vogliono reinventarsi in questo nuovo lavoro, o in giovani donne che vogliono iniziarlo, di non essere sole, di essere riconoscibili avendo un sito, di partecipare a corsi di formazione ed approfondimento, di partecipare ad eventi dove ci si ritrova insieme a cucinare lontane dalle proprie cucine .Creare una progettualità che singolarmente non sarebbe possibile.
Come si diventa cuoca a domicilio?
Saper cucinare non basta, bisogna avere il certificato dell’HCCP, conoscere in modo approfondito le ricette della propria regione, avere la voglia di essere imprenditrici di se stesse, quindi conoscenze di come usare i social nel modo corretto, anche se ci sono approfondimenti Non siamo casalinghe disperate, che non avendo più cosa fare , vanno a cucinare a casa di altri.
Il lavoro organizzativo, le norme igieniche, l’approccio con i clienti, la cura dei piatti, sono cose che si studiano prima, con impegno e senza approssimazione.
Anche raccontare di se, e dell’associazione richiede studio.
Ci puoi descrivere come si svolge il lavoro di una cuoca a domicilio?
La cuoca a domicilio essendo titolare della sua attività, deve crearsi il proprio ricettario, in base alle ricette della tradizione, deve conoscere e continuamente andare a conoscere i produttori del territorio, per creare delle sinergie, deve approfondire le tecniche di cucina, sapersi proporre nel territorio, e far capire il valore aggiunto che fa scegliere una cuoca a domicilio che deve portare, nelle case, cultura, salute, racconti di mestieri, educazione, e grande cura nel nutrire.
Nel 2015 esce il tuo “Una cuoca a domicilio”, che esperienza è stata?
Lo scrivere il mio libro è stata un punto di partenza molto importante, avevamo pensato ad un modo unico di scrivere ricette, io ho tantissimi libri, ma mi mancava sempre qualcosa, che ho voluto spiegare in modo pratico.Se ho una cena per 10 persone cosa devo iniziare a fare, la lista la spesa, alle preparazioni del menù più lunghe, a quanto spendere, come riutilizzare tutto di un ingrediente.Emozionante è stata la presentazione a Torino al salone del libro, perchè io non ero famosa, ma spigare la mia passione, raccontando come realmente cucino e che seguendo i miei gesti, semplicemente, avrebbero potuto farle anche loro, è stata una bella soddisazione.Mi piacerebbe tanto farne un altro, ora che ho tante esperienze in più.
Il tuo motto è :”Molta resa, poca spesa!”, ci fai un esempio?
Il mio motto?Più di un esempio vi regalo la mia ricetta che esprime il motto
Sette sughi per sette sere: ingredienti per 4 persone
1 zucchina
1 carota
1 cipollotto
3 cucchiai di olio
foglie di basilico
sale
Scaldere in una padella olio con il cipollotto un minuto, con il coperchio.Nel frettempo con un pelapatate fare le striscie con le carote che vanno aggiunte, dopo un minuto aggiingere anche le zucchine taggliate con il pelapatate, cuocere, con il coperchio massimo 5 minuti, aggiungere l’acqua della pasta il basilico ed è pronto.
Il segreto della molta resa è che non avbbiamo sprechi dei vegetali, le estremità delle zucchine sbollentate serviranno per creare un addensante per sughi oper un pesto veloce, l’interno delle zucchine per un soffritto se unito all’interno della carota, o per un brodo vegetale, che con il ciuffo delle carote si ricava un pesto fresco e salutare, con le estremità del cipollotto sbollentato si possono fare frittate o minestre.
Se impariamo a tenere dei piccoli sacchettini del gelo, davanti al tagliere, tutto sarà molta resa poca spesa, e che soddisfazione creare un piatto. Questo sugo è una base, che se fatto in abbondanza può essere, porzionato e congelato, per poi poter aggiungere tutto ciò che si trova nel frigo, cuoce nel tempo della cottura della pasta.
Facciamo il gioco della Prova del cuoco: ci inviti tutti a cena cosa prepari?
Se vi dovessi invitare tutti a cena, vi farei sicuramente le pizze fritte ‘a oggi a otto, quelle famosissime che faceva Sofia Loren nell’Oro di Napoli. Perchè è caldo, per scaldare l’atmosfera, perchè si può mangiare con le mani e non mette nessuno in difficoltà con le posate, e perchè , come tradizione vuole bisogna segnare il nome del cliente che l’ha mangiata per poi poterla pagare ed io così conserverei con le vostre firme un po’ di voi
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
poter avere una ape car per portare le pizze fritte nei posti più lussuosi del mondo, raccontando la storia del cibo, quello che fa la cuoca a domicilio.