Micaela Di Cola in arte Mikychef è nata a Roma e la passione per la cucina è sicuramente un gene che ha ereditato dalla famiglia.
Il suo talento ed il desiderio di sperimentare l’hanno portata spesso lontano dalla capitale; oggi è un Executive Chef tra Roma, Milano, Parigi, Saint Tropez, Bangkok ed ora anche Cape Town.
Ma non si ferma qui è anche consulente per start up di ristoranti, home economist per pubblicità, cinema, tv. È nota anche per essere la chef dei vip, dei comici, showgirl, attori e personalità di spettacolo.
Infine per non farsi mancare nulla conduce una rubrica in pillole su radio m2o (gruppo Espresso) intitolata “Giovedì Gnocchi”, all’interno del programma “A qualcuno piace presto”.
Ciao Micaela, hai la cucina nel tuo DNA visto che la tua famiglia era proprietaria di diversi ristoranti, è stato un percorso “naturale” il tuo?
Beh la cucina, il cibo sono stati parte integrante della mia infanzia, si dava tanto valore ai prodotti di prima qualità. Ricordo che alcune cose che mangiavano i miei compagni di classe (merendine, cibi confezionati etc) per me ed i miei fratelli erano un tabù. Sapevamo spinare il pesce a tre anni e distinguere funghi e pesci fin da piccoli. Quando si respira l’amore per il bello e per il buono, sicuramente ti rimane dentro.
Hai fatto diverse esperienze all’estero tra Parigi, Saint Tropez, Bangkok e Cape Town, cosa porti con te di queste esperienze?
Viaggiare indubbiamente ti apre la mente, fa sì che le idee siano in continua evoluzione e non da ultimo si ha modo di vedere sempre posti nuovi.
Dici: “Il mio percorso lo interpreto sempre come un viaggio. Una contaminazione continua fatta di persone, di cose buone, di incontri”, cosa intendi?
Viaggiando hai modo di scoprire nuovi ingredienti, ti permette di condividere tecniche con i colleghi, quindi i piatti di domani saranno un mix tra il tuo bagaglio personale e quello che si apprende di volta in volta.
Hai avuto esperienze fuori dal food cosa ti ha spinto a ritornare sui tuoi passi?
In famiglia nonni, zii, cugini in tanti si sono sacrificati nei ristoranti, chi ci lavora sa quanta fatica comporta, perciò chi lo sa non ci torna, eppure il richiamo era troppo forte. Così dopo una breve parentesi nel mondo petrolifero come assistente alla tesoreria e altre esperienze come segreteria di grandi presidenti sono tornata a fare ciò che amavo senza alcun aiuto perché essendo ormai i miei familiari piuttosto vecchiarelli avevano chiuso tutte le attività e mi sono dovuta rimboccare le maniche per ripartire.
Hai anche fatto diverse esperienze televisive tra La7 con Gustibus ad Alice su Sky, fiction su Canale 5 come food stylist (programma “Benvenuti a Tavola” o pubblicità come quella dell’acqua Uliveto), e per ultimo “Top Chef Italia”, che cosa ti hanno lasciato?
La televisione, come il cinema sono mondi affascinanti, io ci lavoro come home economist, quindi diciamo non compaio, ecco, quando invece mi hanno chiesto di apparire è stata una dura lotta perché noi siamo abituati alle cucine, spesso i clienti finali neanche li incontriamo mai, quindi metterci la faccia è stata una bella sfida; c’è l’emozione, c’è il fatto di parlare in pubblico, insomma non è una cosa per tutti! Dopo poco ho scoperto invece che mi veniva naturale! Poi con il tempo è arrivata anche la radio, ora sono su m2o gruppo espresso con una rubrica dove dispenso ricette e consigli, insomma oggi è un modo come un altro per far conoscere la propria idea di cucina.
Oltre ad essere Executive Chef sei home economist, ci spieghi meglio di cosa si tratta?
Per spiegarlo ai non addetti ai lavori faccio sempre un paragone che amo molto. Moda e cibo; immaginiamo di avere per modelli degli ingredienti ed ecco: come la Fashion Stylist è la Redattrice di Moda così l’home economist o food stylist è la Redattrice del Cibo.
La Food Stylist realizza quindi i piatti che vedete in cinema, pubblicità e TV.
I piatti da mostrare in una scena di un film o da fotografare per una rivista, un catalogo, un cartellone pubblicitario, un libro ecc.
L’Home Economist poi deve possedere la capacità di prefigurarsi l’immagine prima dello scatto o dell’inquadratura e avere l’abilità di tradurre le sensazioni olfattive, gustative e tutta l’attrattiva di un piatto reale in qualcosa che sia fruibile attraverso una foto bidimensionale o una ripresa video.
Food Stylist è chi si occupa di acquistare, oltre che scegliere, gli ingredienti migliori e si premura di gestirli e disporli nella maniera più accurata e precisa per l’operatore, il fotografo (un po’ come dicevamo la stylist nel mondo della moda per gli abiti, gli accessori).
Questa figura professionale, deve necessariamente conoscere i tempi di scatto e di ripresa, che spesso non sono compatibili con la “durata” del piatto e in qualche caso chiede aiuto ad “ingredienti speciali”!
Vi faccio qualche esempio:
Bastoncini di incenso – Quando capita di dover realizzare una foto di un cibo “fumante”, che sia un BBQ come nella pubblicità di una nota marca di acqua che ho girato tempo fa, ma anche un piatto di pasta…anche se lo scatto viene realizzato appena il prodotto viene impiattato, il vapore “naturale” spesso non ha quella giusta consistenza per essere sufficientemente visibile in video o nello scatto perciò utilizziamo questi piccoli accorgimenti. La glicerina tra i tanti è forse uno dei più longevi “ingredienti speciali”. Quando si deve fotografare una bottiglia o un oggetto appena estratto dal frigorifero ed imperlato di gocce di condensa, quando si vuole simulare un bicchiere ghiacciato ecco che qualche goccia di glicerina renderà il nostro “modello” ricoperto di goccioline in modo esemplare e il nostro scatto risulterà impeccabile!
Il giorno dopo il terremoto di Amatrice, senza dire nulla a nessuno, sei accorsa nelle zone terremotate per dare una mano, lavorando nelle cucine da campo allestite in emergenza, ci racconti che esperienza è stata cucinare per chi aveva da poco perso tutto?
È un’esperienza che mi ha toccata nel profondo, pensa che ancora oggi non sono riuscita a ritirare la medaglia al valore civile ricevuta per il terremoto di Norcia/Leonessa. È come se fosse rimasto tutto lì, insieme ad una parte di me. Quella è stata una decisione presa d’istinto, che si è rivelata essere una delle esperienza più profonde che abbia mai fatto. C’è un articolo che uscì sul messaggero, rileggendolo oggi a distanza di tempo ancora mi fa versare lacrime, ma di gioia, come dico sempre contano i fatti non le parole. Ben fatto è meglio che bene detto!
Facciamo un gioco, veniamo a cena da te cosa ci prepari?
Mmh… ci sono dei piatti che io definisco ruffiani, di quelli che evocano ricordi e incantano tutti. Van Gogh scrisse ‘ho chiuso gli occhi per vedere’. Perciò si, giochiamo immaginando. Credo fermamente che l’immaginazione sia sinonimo di creatività, di genio.
Mi piacerebbe che i clienti di fronte ai miei piatti, tornassero per un attimo bambini, che riuscissero a sognare gustando ad occhi chiusi ogni sensazione ed emozione, scevri delle sovrastrutture che la sovraesposizione mediatica ha dato al cibo e che fa si che lo si debba fotografare e sezionare prima di degustarlo. Un piatto che sceglierei potrebbe essere la mia famosa pasta al pomodoro. L’essenza del pomodoro e basilico a firma Mikychef
Spaghettone Lagano (cerco sempre prodotti del territorio e da romana aver trovato un pastificio alle porte di Roma che lavora così è una grande soddisfazione), pomodoro in 3 consistenze…salsa di datterino, pomodoro confit (sale bilanciato per verdure) 5 h a 50 °C, concassè di pomodoro, quindi pomodoro fresco privato della pelle, dei semi e dell’acqua di vegetazione, parmigiano 24 mesi, basilico ed olio Cosmo Di Russo.
L’arte della semplicità.
Ti è venuta voglia di provarla?!
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Beh che dire di sogni ne sto realizzando parecchi, Mikychef è diventato un marchio a tutti gli effetti, ho aperto e riavviato decine di ristoranti, gestito intere brigate e lanciato nuovi format; lo scorso anno ad esempio ho partecipato ad un evento che per la prima volta ha visto chiudere via Crespi e via Sistina, cuore della mia città a due passi da piazza di Spagna.
La serata voleva essere una riscoperta per il pubblico romano ed internazionale dell’Eccellenza italiana tout court: MODA -ALTO ARTIGIANATO-ARTE-CUCINA-VINO-SPETTACOLO-MUSICA ed è stata pensata come un percorso degustativo, olfattivo, visivo ed uditivo dove il visitatore veniva coinvolto con tutti i sensi. Proprio a questo scopo sono stata invitata a partecipare dal momento che nello stesso anno sono stata premiata come Ambasciatrice per i Prodotti del territorio, un riconoscimento che mi ha particolarmente inorgoglita vista la grande ricerca che svolgo sui prodotti.
Se oggi dovessi scegliere di realizzare un sogno che ho nel cassetto potrebbe essere quello di riaprire un posto tutto mio.