Milano celebra il biologico: risposta concreta per clima, agricoltura e cibo e dà appuntamento alla prossima tappa della Festa del BIO a marzo a Roma
Promossa nell’ambito del progetto Being Organic in EU, gestito da FederBio in collaborazione con Naturland e cofinanziato dall’Unione Europea, la kermesse di riferimento del biologico italiano ha messo in luce l’importanza delle scelte alimentari consapevoli per la salute delle persone e degli habitat naturali. Grande interesse hanno suscitato i talk tematici, i laboratori, lo showcooking e il contest “BUONO. È BIO!”

Le scelte alimentari hanno un ruolo determinante per la salute delle persone, la tutela degli ecosistemi ambientali e la mitigazione dei cambiamenti climatici. Questo il messaggio lanciato dalla tappa milanese della settima edizione della Festa del BIO, che ha sottolineato il valore del biologico come elemento chiave per costruire un futuro sostenibile; un modello virtuoso, essenziale per preservare le risorse naturali a beneficio delle generazioni future.

Durante la giornata di confronto tra esperti, ricercatori, nutrizionisti e agricoltori sul futuro dell’agricoltura e dell’alimentazione, è emerso con chiarezza il ruolo fondamentale della transizione agroecologica, di cui il biologico e il biodinamico rappresentano le punte di eccellenza. Alla Festa del BIO è stata sottolineata l’importanza dell’educazione alimentare per promuovere scelte più consapevoli, incentivando il consumo di cibi di prossimità, la riduzione della carne e il contrasto agli sprechi alimentari.

La rapida evoluzione della crisi climatica conferma la necessità e l’urgenza di un cambiamento radicale nel modello di agricoltura e nelle scelte alimentari – ha evidenziato Maria Grazia Mammuccini, Presidente di FederBio – Secondo i dati presentati recentemente da Nomisma, molte delle produzioni del nostro Paese hanno subito cali produttivi che superano in diversi casi anche il 30%, soprattutto al centro e al sud, a causa della crisi climatica. Non abbiamo più tempo. Per tutelare le nostre produzioni agricole occorre agire subito e accelerare la transizione verso l’agroecologia per centrare ancora più rapidamente gli obiettivi del Green Deal, che puntano a raggiungere il 25% di superficie coltivata a biologico in EU entro il 2030. Per cambiare il modello di produzione è indispensabile, però, modificare anche il modo di consumare, per questo riteniamo fondamentale sensibilizzare i cittadini e far comprendere che quando scegliamo un cibo scegliamo anche il metodo con cui viene coltivato. C’è una responsabilità collettiva che riguarda da una parte gli agricoltori, che devono agire sempre di più verso la sostenibilità anche attraverso la conversione al bio, dall’altra i cittadini, che devono fare scelte consapevoli verso un cibo prodotto nel rispetto della Natura e della salute delle persone. Puntare al prezzo più basso comporta una compromissione dei diritti dei lavoratori, la riduzione del reddito degli agricoltori aprendo di fatto al lavoro nero. La sostenibilità ambientale non è in contrasto con quella economica e sociale, al contrario tutto rientra in un processo coerente e integrato”.

“L’introduzione dell’educazione alimentare nelle scuole è per noi fondamentale – ha dichiarato Barbara Nappini, Presidente Slow Food Italia – Paragono spesso il nostro sistema alimentare a un piatto con una "trave" invisibile al suo interno. Questa metafora rappresenta un paradigma ingiusto che combina degrado ambientale, sprechi e fame, contribuendo ad aumentare il divario tra il nord e il sud del mondo. È urgente cambiare modello e riconoscere il valore di un’agricoltura integrata con gli ecosistemi: per noi la strada è il biologico e l’agroecologia. Per costruire un futuro più equo e sostenibile è estremamente importante sensibilizzare le nuove generazioni sul legame tra cibo, ambiente e giustizia sociale. Secondo il rapporto ISMEA, su 100 euro spesi per prodotti freschi, solo 7 finiscono al contadino, mentre nei prodotti trasformati questa cifra scende a 1,5 euro. Questo dato evidenzia una crisi profonda, ma al tempo stesso offre un’opportunità: pensare a un nuovo modello produttivo, perché quello intensivo è ormai al capolinea. Il problema è globale, ma può essere affrontato attraverso i tre pilastri di sostenibilità economica, sociale e ambientale, e con approcci agronomici buoni, puliti e giusti come il biologico”.

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"Nel nostro rapporto annuale "Stop pesticidi nel piatto" – ha aggiunto Stefano Ciafani, Presidente Legambiente – emerge chiaramentecome troppi campioni di frutta e verdura convenzionali continuino a presentare più residui di fitofarmaci e denunciamo l’assenza di una normativa per fissare dei limiti di legge sulla compresenza di più principi attivi, una misura indispensabile per garantire maggiore sicurezza alimentare e tutela della salute. L’Italia, che è tra i leader internazionali nel settore del biologico, deve proteggere questo patrimonio e il suo standard rigoroso e più trasparente rispetto a quelle di diverse produzioni internazionali, che per certi versi fanno concorrenza sleale ai prodotti italiani. Insieme a FederBio e Slow Food Italia lavoriamo per promuovere un’informazione chiara, trasparente e consapevole su questi temi, contrastando anche la propaganda ideologica che tenta di screditare il Green Deal e le sue azioni di decarbonizzazione, di cui i principali beneficiari sono proprio gli agricoltori che sono tra le prime vittime della crisi climatica”.

“In Italia, le superfici agricole dedicate al biologico sono in crescita, sostenute da politiche che incentivano la transizione agroecologica, con risultati più evidenti nelle piccole e medie aziende – ha sottolineato Nicoletta Maffini, Presidente AssoBio – Tuttavia, nelle grandi imprese, situate soprattutto in Piemonte, Lombardia e Veneto, l’agricoltura biologica non è ancora sufficientemente diffusa. Però, il punto principale riguarda i consumi: nel nostro Paese permane uno scetticismo legato ai controlli, che rende imprescindibile una comunicazione più chiara ed efficace sui benefici del biologico. L’agricoltura biologica rappresenta una risposta concreta che rispetta e rigenera i terreni, duramente sfruttati nei decenni precedenti dall’agricoltura intensiva, che ha causato gravi danni ambientali. Oggi, con il cambiamento climatico che mette sempre più in crisi il settore agricolo, il biologico si conferma la scelta indispensabile per il futuro. È fondamentale però rivedere l’IVA, un prodotto che tutela la salute e l’ambiente, come il biologico, merita un’agevolazione fiscale. Serve l’impegno di tutti per raggiungere questo obiettivo”.

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