Lunedì 20 marzo 2023 presso il Renaissance Naples Hotel Mediterraneo di Napoli si è svolta la seconda edizione di Mille e un Babà, il contest che decreta il miglior babà contemporaneo dell’anno.
Com’è nato il contest del miglior Babà
La competizione nasce da un’idea di Carmen Davolo, di Dieffe Comunicazioni che dopo il contest “San Gennà – un dolce per San Gennaro”, ha voluto incoraggiare la rivisitazione dei prodotti dolciari della tradizione napoletana. L’evento è stato promosso fin dalla prima edizione nel 2022 da Antimo Caputo AD del Molino Caputo.
La prima edizione di “Mille e un Babà” ha visto la vittoria di Andrea Sacchetti della “Pasticceria Nuovo Mondo”.
Il fascino dei dolci e delle specialità della tradizione napoletana e l’idea di rinnovare le ricette, preservandone il sapore originario, ha incoraggiato la Dieffe Comunicazione e Antimo Caputo a replicare il contest e a promuoverne una seconda edizione.
I partecipanti del contest
La seconda edizione del contest per il miglior Babà ha avuto un respiro internazionale, accanto ai maestri pasticceri italiani è sceso in pista anche un maître pâtissier francese.
Ecco chi sono stati i partecipanti
- Luca Borgioli della pasticceria “Gabardina” di Montemurlo in provincia di Prato
- Beatrice Busatta della pasticceria “Babu dolce e salato” di Vicenza
- Guglielmo Cavezza della pasticceria “Mommy Cafè” di Cicciano
- Jean Christiansen del bistrot “Le Carré Français” di Roma
- Giuseppe Cristofaro della pasticceria “Barbato” di Frattaminore
- Roberto Maturo de “La Dolce Sosta” di Cusano Mutri
- Alessia Rosellino della pasticceria “Gabbiano Dulcis in Pompei” a Pompei
- Fabio Scozzafava, del ristorante “Felice” di Lucca
- Maria Varone della pasticceria “Hilton Sorrento Palace”
I giudici di Mille e un Babà 2023
A giudicare i Babà in gara sono stati: Antimo Caputo, amministratore delegato del Mulino Caputo; Sal De Riso, presidente dell’AMPI (prestigiosa accademia che riunisce i migliori pasticceri d’Italia); Salvatore Capparelli, titolare dell’omonima pasticceria nel centro storico di Napoli, il veneto Carlo Pozza, uno dei membri fondatori dell’Accademia Maestri Pasticceri Italiani.
Sei sicuro di conoscere la vera storia del Babà?
Se sei curioso e ami scoprire cosa si nasconde dietro a questo soffice dolce dalla forma di un fungo, continua a leggere.
Il babà era in origine un dolce polacco conosciuto come babka ponczowa, si racconta che Stanislao Lesczynski, re di Polonia dal 1704 al 1735, lo abbia inventato per caso agli inizi del XVIII.
Lo zar stanco del kugelhupf, un dolce tipico della Polonia, un giorno quando gli venne servito lo lanciò dall’altra parte del tavolo, dove si trovava una bottiglia di rum. Il dolce, in modo del tutto casuale, si inzuppò nel liquore e lasciò un profumo così invitante che il re non poté non dargli subito un borso, essendo lui anche un grande estimatore dei liquori, lo trovò delizioso. Stanislao chiamò questo dessert Alì Babà, in onore del protagonista del libro Le Mille e Una Notte.
La figlia di Stanislao, che sposò il re di Francia Luigi XV, portò Alì Babà a Versaille. Il pasticcere della corte del re polacco Nicolas Stohrer, conoscendo bene la ricetta, insieme alla bravura dei maestri pasticcieri, migliorò la ricetta originaria. Il nome fu abbreviato in Babà che assunse poi la forse che conosciamo noi oggi.
Infine, Maria Antonietta, moglie di Luigi XVI e sorella di Maria Carolina d’Austria, sposata con il re di Napoli Ferdinando IV di Borbone, alla fine del Settecento, ha portato a Napoli il Babà, diventato poi dolce tipico della città.
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