Qualche giorno fa, ho avuto un’interessante chiacchierata con Luca Pipolo, uno dei tre docenti dell’Associazione Monelli tra i Fornelli. Luca, insieme a Giuseppe Mattera e Ciro Ferrantino, ha avviato un progetto rivolto a supportare i ragazzi del carcere di Nisida, affinchè, attraverso la cucina, possano imparare a collaborare tra loro per creare e non distruggere.
Com’è nata l’Associazione Monelli tra i Fornelli?
L’Associazione è nata nel 2015, con l’intento di voler realizzare un progetto funzionale e produttivo. Abbiamo deciso, in accordo comune, di essere Noi stessi a svilupparla dalla A alla Z, evitando così, pratiche burocratiche lunghissime.
Tra i ragazzi c’è qualche talento nascosto?
Tutti i ragazzi hanno talento e carisma, ma purtroppo sono penalizzati dal loro passato. Ognuno è diverso per tanti fattori, soprattutto per il loro vissuto personale. Ovviamente non tutti hanno la giusta vivacità nel produrre, ma lavorare in gruppo permette loro di bilanciarsi, coordinandosi e anche divertendosi.
Quali sono i fini di questo progetto?
Il progetto vuole mostrare ai ragazzi che possono allearsi per creare qualcosa e non per distruggerla. Noi docenti cerchiamo di dargli tutti gli strumenti possibili per cambiare, ma il resto è un discorso interiore, personale e delicato e sta loro decidere cosa vogliono farne della vita.
Come stanno rispondendo i ragazzi?
I ragazzi rispondono bene a tutto ciò che è manualità, si sentono coinvolti e capaci. La ristorazione è un lavoro dinamico, in cui servono tante energie e queste loro ne hanno da vendere.
Vorreste ampliare questa iniziativa anche in altri Istituti?
L’idea nasce per sostenere e supportare i soggetti svantaggiati. Siamo partiti dal carcere di Nisida, ma il nostro obiettivo sarà sicuramente quello di diffondere questa iniziativa anche altrove.
Oltre ad essere cuoco e docente nel carcere di Nisida, hai anche altre attività?
Insieme a Giuseppe ho una struttura per eventi sulla collina degli Astroni: “Tenuta San Lorenzo”, ci occupiamo della realizzazione di banchetti per ricevimenti. Siamo una squadre perfetta! Il nostro è un rapporto remoto, all’epoca facevamo le scuole insieme, io in cucina e lui in sala. Abbiamo sempre collaborato sul lavoro, il nostro primo matrimonio lavorativo è stato quello dell’associazione e poi l’abbiamo confermato aprendo “Tenuta San Lorenzo”.
Tutti hanno diritto a una seconda possibiltà, soprattutto quando si parla di ragazzini. A quell’età si è deboli, basta poco e subito si cade in un vortice che non trova mai fine. Non è mai troppo tardi per cambiare, basta solo volerlo davvero. Dobbiamo scegliere da che parte stare e capire chi vogliamo essere nella vita. Menomale che esistono persone come Luca che credono nel cambiamento, ma soprattutto nelle persone. Lui non è sicuro che i ragazzi dopo questo progetto possano cambiare, ma nel frattempo ci prova e non perde mai la speranza. Credere e sperare non fa mai male!