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Dal 1996 la Nastro D’oro produce liquori tipici della penisola sorrentina. La selezione accurata delle materie prime e  l’originale elaborazione delle ricette tradizionali sono le basi di una produzione artigianale di qualità.

La fabbrica si trova nel comune di Massa Lubrense, nella frazione di Termini, così denominata per la sua collocazione all’estremità della penisola sorrentina, unico passaggio per i sentieri panoramici che conducono alla Punta della Campanella e al Monte di San Costanzo.
Immersa nella mitologica Terra delle Sirene, lambita da Ulisse durante il suo viaggio pr far ritorno in patria, Termini è tappa obbligatoria per i turisti amanti della natura e dei paesaggi incontaminati.

Abbiamo intervistato Lorenzo Farinaro l’Amministratore di Nastro D’Oro

La Nastro d’oro nasce nel 1996,  producete liquori tipici della penisola sorrentina, una bella concorrenza in zona, voi come la percepite?

Senza dubbio la concorrenza c’è. Ad essere sincero devo dire che esistono innumerevoli realtà moto piccole e molte di esse si rivolgono ad un mercato strettamente turistico, soprattutto al turismo mordi e fuggi tipo quello crocieristico. Noi conduciamo una interminabile battaglia in nome della qualità, che nel nostro settore vuol dire anche quantità (di materia prima per litro), spingendo molto anche il settore della ristorazione che, ahimè, troppo spesso in nome del risparmio porta a tavola prodotti scadenti in “omaggio”. Poi ci sono alcuni player ben più grossi di noi ai quali non possiamo paragonarci e che non abbiamo intenzione di raggiungere. Noi quest’anno supereremo le 20 tonnellate di limoni sbucciati, con circa 55.000 litri prodotti ed un mercato estero che è quasi metà della produzione, la concorrenza fa bene al mercato, al consumatore ed all’imprenditore intelligente.

Avete una produzione totalmente artigianale che vi permette di scegliere accuratamente le materie prime e lavorarle secondo le antiche ricette e tradizioni, una scelta coraggiosa, ci raccontate qualcosa di più?

L’estrazione dei profumi e dei sapori dalle materie prime è un processo talmente semplice che si potrebbe non descriverlo, quello che voglio sottolineare è che la ” terra del limone” è nel cuore del mediterraneo, luogo dove la cultura classica ha avuto una fioritura che definirei immortale, intendo dire che la macchia mediterranea ci regala in ogni angolo prodotti selvatici che hanno una lunghissima storia di utilizzo e che la cultura del nostro territorio non può prescindere dalla natura stessa che ci circonda.

Le noci, il finocchietto selvatico, il mirto, ma anche il carrubo o l’alloro: il monte San Costanzo alle cui pendici c’è il nostro stabilimento è una antica erboristeria a cielo aperto: noi aiutiamo solo la natura a venir fuori, con un pò di esperienza, fantasia e magari coraggio.

Sicuramente il limoncello è il Vostro prodotto principale, che si ottiene dall’infusione della scorza del “femminiello ovale sorrentino”, un must della penisola sorrentina, quali sono le sue caratteristiche?

femminielloNon molti sanno che il femminiello ovale sorrentino è detto anche limone di Massa Lubrense. infatti, seppur ci siano notizie relative alla coltivazione in tempi antichi di questo frutto meraviglioso, la prima vera e propria coltivazione specializzata fu impiantata nel seicento dai padri gesuiti nel comune di Massa Lubrense, proprio a ridosso del centro città.

Oggi questo fondo chiamato GESUS è stato rimesso in sesto  da un privato e rappresenta un immenso polmone verde nel cuore della penisola in cui il verde non manca di certo, in ogni caso il nostro limone è una meraviglia, (scusate ma non trovo una parola più adatta): ha una buccia spessa e spugnosa, molto ricca di olii essenziali, parte dei quali nelle giornate di sbucciatura che facciamo si vaporizza durante la lavorazione e inonda tutta la frazione di Termini dove c’è lo stabilimento, ha un succo molto acido che lo differenzia dal limone amalfitano, il cui succo è meno aspro e meno ricco di vitamina C. I giardini di limoni sono per gran parte protetti da pergolati in pali di castagno e reti o pagliarelle, questa metodologia crea una sorta di microclima che ritarda la maturazione e consente più fioriture durante l’anno: in pratica il limone è disponibile par quasi tutto l’anno.

 

totale_nastro_doroOltre al limoncello, altri prodotti, creme e babà ce li descrivi?

La nostra gamma di prodotti è abbastanza ampia, ma senza esagerazioni: lavoriamo liquori a base di panna con una gradazione alcolica più bassa (17%), infusioni a 14% con cui lavoriamo dei piccolissimi babà, liquore di mirto selvatico, di noci, ma anche mela e liquirizia, strizzando un po’ (perché no) l’occhio al mercato, che vive anche di mode che sono transitorie per definizione.

Negli ultimi due anni ci siamo focalizzati su un amaro a base di erbe del monte San Costanzo e zucchero caramellato, del quale abbiamo appena  rivisitato l’etichetta…rigorosamente disegnata a mano; la risposta del mercato è stata entusiasmante e da gennaio  ne abbiamo già prodotto il doppio dei due anni precedenti messi insieme.

 

E poi il caffoncello un liquore di limoni e caffè che è un unicum, qual è la storia di questo prodotto?

Questo liquore è una magia: è nato nel 1997 da un pò di limoncello versato per errore in una tazzina appena usata per il caffè. Seguendo uno schema oserei dire Newtoniano: Episodio accidentale, idea, ragionamento, elaborazione. Newton  raccontò di una mela cadutagli sul naso ed  elaborò la legge  di gravità, noi da un errore di mescita  abbiamo tirato fuori un liquore che amo definire “spinto”. Il paragone è un pò ardito, lo so, ma fare impresa vuol dire non smettere mai di lavorare e se proprio bisogna fare i paragoni, meglio che siano altisonanti.

 

Quali sono i Vostri canali di distribuzione?

In questo momento siamo distribuiti in circa 10 paesi tramite dei piccoli importatori diretti, produciamo circa 15.000 bottiglie per il mercato statunitense anche se con una etichettatura dedicata, prediligiamo le enoteche di alto livello o i corner gourmet che stanno  aumentando velocemente di numero anche nelle piccole e grandi distribuzioni, abbiamo un discreto incoming turistico nello stabilimento di produzione con una stagionalità di circa nove mesi (marzo-dicembre) con tour dedicati alla spiegazione dei processi produttivi, e nella stagione estiva un gran numero di ristoranti ed alberghi della costiera.

 

Avete anche la possibilità di vendere on line, come va questo canale di vendita?

Come risponderesti alla domanda “compreresti un limoncello online?” …facile NO. intendo dire che il canale c’è e funziona, ma in gran parte si tratta di persone che sono state qua ed hanno assaggiato o magari già comprato, è un modo per agevolare i contatti, ma non lo definirei un prodotto da “googlare” e poi acquistare al miglior prezzo sul web.

 

Un cocktail speciale a base di uno dei Vostri prodotti da consigliare ai nostri lettori?

Dal 2013 siamo entrati nel mercato Statunitense ed abbiamo guardato il nostro Limoncello con occhi nuovi. In America il rito dell’alcool inizia prima del pasto ed il limoncello non è solo un liquore digestivo.

Nei ristoranti di New York in attesa del tavolo ti accomodi al bar e sorseggi un cocktail. Noi proponiamo una versione sorrentina del mojito: con foglie di menta pestate nel limoncello ed una bella parte di acqua tonica: fresco piacevole e leggero.

Luigi Cristiani

Laureato in Economia, ha poi conseguito un MBA presso lo Stoà. Lavora in Enel Green Power dove si occupa di pianificazione e controllo . Dal 2010 scrive su diversi blog di economia e finanza (Il Denaro,...

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