Ha portato la cucina siciliana sul tetto di New York. Lui è Philip Guardione, nato all’ombra dell’Etna, cresciuto in importanti ristoranti in Italia e all’estero, e oggi executive chef e proprietario della catena Piccola Cucina a New York.

Piccola Cucina Enoteca, il primo dei suoi locali, è risultato primo tra i 10 mila e più ristoranti della Grande Mela nella classifica di Tripadvisor: significa che i clienti lo hanno premiato come ristorante migliore in assoluto, ed è un riconoscimento importante per una realtà che propone cucina italiana, guidata da uno chef italiano.

O meglio, quella di Philip Guardione è una cucina siciliana autentica, che si basa su materie prime di eccellenza che arrivano direttamente dall’Italia, e che talvolta lo chef rivisita in chiave moderna e creativa.

Il successo di Philip Guardione è confermato dai locali che ha aperto: dopo Piccola Cucina Enoteca sono arrivati Piccola Cucina Osteria, Piccola Cucina Estiatorio che propone cucina greco-sicula, e Piccola Cucina Ibiza, aperta sull’isola delle Baleari. Ma non è tutto, perché è arrivato il Montana, sempre negli Stati Uniti ma ad un universo di distanza da New York: “Io non credevo potesse esserci spazio per un business lì, ma un mio cliente un giorno si presenta al ristorante rimproverandomi di non rispondere alle email. Mi diceva che siccome in Montana non riusciva a mangiare bene come diceva lui, voleva che io aprissi lì”. Insomma, arrivato per caso a New York, “Lavorando come chef privato e poi facendo esperienza nei ristoranti”, Guardione è arrivato ‘per caso’ anche in Montana: “Ho aperto un ristorante pop-up che oggi è diventato un ristorante stabile, si chiama Piccola Cucina at Ox Pasture”. E, naturalmente, riscuote consensi come le altre sue creature.

Oggi i ristoranti di Philip Guardione sono tra i migliori 50 tra quelli che propongono cucina italiana nel mondo secondo la guida 50 Top Italy 2019, “Ma gli inizi non sono stati affatto semplici. Proponevamo una cucina gourmet, incassavamo cifre irrisorie. Dopo qualche anno, preparando un piatto di cucina classica italiana per un cliente (italiano), e vedendo che il giorno dopo aveva portato con lui altre persone perché mangiassero quei piatti, ho rivoluzionato la mia proposta”.

Spazio quindi alla cucina classica siciliana con, a volte, ritocchi creativi. Nel menù compaiono arancini, cannoli, involtini di pesce spada, pasta alla norma. “Il piatto più difficile da far accettare ai palati americani sono stati gli spaghetti ai ricci di mare, perché quel tipo di clientela associava i ricci alla cucina giapponese e per loro era strano vederli sulla pasta. Oggi questi spaghetti sono uno dei piatti più richiesti, insieme alla pasta alla norma”.

Il prossimo passo per Philip Guardione è aprire una nuova Piccola Cucina, in una zona molto chic della città (l’Upper East Side), e fare la gioia di tanti palati gourmet.

Francesca Binfarè

Giornalista e assaggiatrice curiosa, scrivo da sempre e parlo tanto, anche in radio dal 1989. Mi sono laureata in Scienze Politiche ascoltando gli Oasis, ho vissuto a Dublino accompagnata dagli U2 e dalla...

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