Polyphemos – l’Eno-formaggeria Flegrea, inaugurata nel dicembre 2017, rappresenta nel solco della continuità un ponte ideale fra Italia e Francia. È costruito su fondamenta solide di dedizione e passione per la clientela.
La titolare Valeria Vanacore ha conseguito una laurea in conservazione dei beni culturali e un master successivo in comunicazione multimediale dell’enogastronomia presso il Gambero Rosso. Ha alle spalle anche trascorsi professionali a Bordeaux. Sarebbe stato alquanto arduo per lei immaginare di gestire un’attività in proprio in un luogo tanto suggestivo. Ci troviamo a ridosso – anzi ai piedi – del Rione Terra di Pozzuoli, agglomerato urbano che costituisce il primo nucleo abitativo della zona, sin dal II secolo avanti cristo.
Originariamente gli abitanti autoctoni della zona erano posti a presidio dell’altura che dominava il Golfo di Pozzuoli. Rappresentando un presidio difensivo, controllavano efficacemente i traffici marittimi e terrestri. Incontriamo Valeria in una piovosa mattina di inizio anno, asserragliata all’interno della sua bottega. La gestisce insieme al compagno Giulio Caccavello, agronomo. Non tragga in inganno la complessione minuta. Con un pizzico di fantasia si potrebbe immaginare che rappresenti anch’essa la concrezione di un baluardo fisico di passione e professionalità.
L’idea fondante è tanto semplice quanto ambiziosa. Contrapporre idealmente il fascino delle botteghe artigianali di prossimità contro la spersonalizzazione massificante dell’e-commerce. Questo piccolo antro del buon gusto è ritagliato sulle esigenze della clientela, con un’ampia selezione di formaggi italiani e francesi, che ovviamente rispettino la stagionalità delle materie prime, prescelti con rigore personalmente dalla titolare mediante visite aziendali.
Dunque, rimanendo nei confini nazionali, ci si sposta dai Nebrodi al Novarese. Si arriva sino alle realtà regionali campane – con un pizzico di campanilismo – come il Caseificio Aurora di Sant’Egidio del Monte Albino di Paolo Amato, all’azienda Agricola Savoia di Roccabascerana, valicando le Alpi sino ad arrivare in Francia. E dunque giù di erborinati, di formaggi di capra, di leccornie appartenenti all’immaginario collettivo di ogni gourmand che si rispetti come Camembert, Roquefort, comtè, foie gras.
Polyphemos rappresenta un luogo di rimandi ideali. È una delicatessen che si nutre di suggestioni e afflati gustativi, coordinati e sistematizzati dagli appassionati titolari in un racconto mai lezioso ma sempre coinvolgente ed intrigante.
Di assoluto rilievo anche il versante dell’offerta enologica. È stata approntata una sala, ubicata al piano superiore, dedicata alla somministrazione di taglieri e di vini al calice. Sempre lì avvengono seminari di approfondimento, incontri con i produttori. Insomma, convivialità tout-court, scevra da qualsiasi commistione didascalica o pedante.
Ampio spazio, come dicevamo, dedicato ai piccoli vigneron e cantine artigianali. Anche qui senza indulgere in auto-compiacimenti e sofismi produttivo-commerciali. Come sostiene Valeria, “un vino naturale o biologico deve anzitutto privilegiare la facilità di beva senza omologazione, affinché dei difetti non vengano percepiti come elementi eterodossi del prodotto”.
Davvero un’intrapresa commerciale da promuovere. Fine ibridazione di enoteca e bottega gourmet sostenute dalla volontà e coraggio di superare confini geografici e fisici. Uno sguardo d’insieme ne consente di percepire la dimensione complessiva, dalla vetrina d’ingresso sino alle bottiglie a scaffale, passando al piano superiore, con l’ambizioso progetto di farne camera di invecchiamento di vini “del cuore” e sala conviviale di aggregazione. Per superare diffidenze e restringimenti, oggi quanto mai imperanti.