Il 14 marzo 2025, l’archeo-ristorante Caupona di Pompei ha ospitato una serata speciale intitolata Alla scoperta di Plinio il Vecchio, dedicata alla memoria del celebre scrittore della Naturalis Historia e del suo amico, il senatore Pomponiano. L’evento ha rappresentato un’esperienza immersiva che ha combinato storia, cultura e gastronomia, offrendo ai partecipanti l’opportunità di riscoprire i sapori dell’antica Roma.

Ad accogliere gli ospiti è stato Augusto, che ha introdotto la serata con una narrazione avvincente sulla nascita del locale e il suo intento di rievocare l’atmosfera dell’antica Roma.

La Caupona, che in latino significa ‘osteria’ è un ambiente che restituisce la quotidianità di Pompei prima dell’eruzione del 79 d.C., un luogo dove il cibo, il vino e la convivialità sonoprotagonisti. Qui nulla è lasciato al caso: gli affreschi sono realizzati con le stesse tecniche degli antichi copisti pompeiani, i piatti e le coppe di terracotta riproducono quelli dell’epoca e persino il giardino richiama la struttura delle domus romane, con le erbe aromatiche utilizzate dai nostri antenati, come il rosmarino e l’alloro.”

L’ambientazione della Caupona, inaugurata nel 2016, è curata nei minimi dettagli. Il personale indossa abiti d’epoca, e gli ospiti possono immergersi ancora di più nell’atmosfera vestendosi da antichi Romani. Gli uomini indossano la toga senatoria, le donne la veste della matrona, rievocando così le figure sociali di duemila anni fa.

Augusto poi ha continuato la sua descrizione con un rimando storico alla tradizione delle locande pompeiane, infatti ci dice

” Nei thermopolia, le antiche taverne di strada, venivano conservati cibi caldi dentro grandi anfore chiamate dolia. Ne sono stati trovati quasi novanta negli scavi di Pompei, e uno dei più noti apparteneva a Lucius Placidus. Erano come i fast food dell’epoca: chi aveva fretta poteva fermarsi e consumare velocemente cibi già pronti, proprio come accade oggi con i nostri locali di ristorazione veloce.”

Dopo questo racconto di presentazione della struttura comincia la serata.

L’inizio del banchetto: gustatio e promulsis

Come ogni convivium che si rispetti, l’esperienza culinaria ha avuto inizio con la gustatio, l’antipasto che apriva i banchetti romani. La focaccia ai cereali con formaggio di capra, miele e lampascioni ha offerto un perfetto equilibrio tra il dolce e il sapore erbaceo del formaggio.

Il promulsis, paragonabile al moderno antipasto, ha sorpreso per la sua complessità di sapori e aromi. Il pollo selvatico ripieno di funghi porcini, avvolto in pancetta e arricchito da spezie orientali, è stato accompagnato da verza e asparagi saltati con cannella, noci tostate e datteri, in un connubio tra il sapido e il dolce.

Il primo piatto, invece, una zuppa di orzo, farro e cavolfiore con zafferano ed erbe aromatiche, ha riportato in tavola il cuore della dieta romana.

La pietanza, dal tono rustico e con una forte impronta contadina, si è rivelata un vero omaggio alle abitudini alimentari della popolazione pompeiana.

Per il secondo piatto, il protagonista è stato lo stinco di maiale brasato al Falerno, vino amato dai Romani, arricchito con pepe, cumino, coriandolo, alloro e rosmarino. Un piatto dalla cottura lenta, che ha esaltato la tenerezza della carne, accompagnata da una salsa intensa ma equilibrata. Il tutto è stato servito con un contorno di cicoria allo zenzero, che ha contribuito a esaltare i sapori della portata principale.

Il gran finale: il documentario e il dessert della tradizione

Prima del dolce, gli ospiti hanno assistito all’intervento di uno storico, che ha approfondito la figura di Plinio il Vecchio e il suo legame con Pomponiano, evidenziando il coraggio dimostrato durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Infatti, è stato proiettato il documentario 79 d.C. L’ultimo comando di Plinio. Da Miseno rotta su Pompei, realizzato da Media City con il patrocinio dei Comuni di Bacoli e Pompei, della Regione Campania e dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli. Il documentario, basato sulle ricerche storiche di Flavio Russo, storico militare dello Stato Maggiore dell’Esercito Italiano, ha fornito un’ulteriore immersione nella storia romana.

Dopo questa parentesi culturale, il banchetto si è concluso con il dessert che celebra la romanità classica: ricotta di pecora dolcificata con miele, carruba e fichi, servita su un biscotto friabile prodotto senza zuccheri. Il fico e le pecore sono davvero gli alimenti chiave che meglio testimoniano la romanità. Anzi se volete approfondire il tema del fico nella storia dell’ antichità vi consiglio il mio libro: https://www.loffredoeditore.com/it/libri/fuori-collana/italiano-critica-letteraria-2/il-fico-diacronia-di-un-frutto-proibito-detail

L’evento ha rappresentato un’occasione unica per immergersi nella storia e nella cultura dell’antica Pompei, offrendo ai partecipanti un viaggio nel tempo attraverso sapori autentici e racconti storici affascinanti.

L’idea di questa esperienza è sicuramente affascinante e il menù di degustazione con tanto di bevande incluse e abbigliamento tipico offerto rendono accessibile davvero a tutti questo viaggio nel tempo senza eguali

Giuseppe Cantone

Giuseppe Cantone

Il prof. Giuseppe Cantone insegna materie letterarie in un liceo della periferia di Napoli, dove coniuga il rigore accademico con un approccio vivace e appassionato alle discipline umanistiche. In passato...