Il primo Chianti vegano, cioè quello con il bolllino cruelty free, sta facendo il boom di export. I dati sulla prima annata ha fatto registrare un +60% nelle esportazioni e un aumento delle vendite di circa il 40% in Italia. Casabianca, tenuta vitivinicola senese, ha fatto registrare un primo bilancio piuttosto positivo, l’azienda è stata la prima che ha ottenuto la certificazione vegan per il Chianti Colli Senesi e l’intera linea di vini.
L’azienda ha ricevuto la certificazione cruelty free sin dalla vendemmia 2014, tale certificazione è stata rilasciata a valle di un complesso iter procedurale che ha portato a tracciare ogni passaggio della produzione dalla vigna all’uva, dalla bottiglia al packaging da parte di Csqa di Vicenza.
“L’interesse che abbiamo riscontrato intorno alla nostra scelta di certificare i vini con il bollino vegan segna un risultato che non ci saremmo aspettati”, ha detto Alberto Cenni, amministratore delegato di Casabianca. Inoltre Casabianca continua con il suo impegno green, infatti a partire dall’annata 2016, ogni parte del confezionamento del vino è stata improntata a ridurre al minimo l’impatto sull’ambienta: le bottiglie sono più leggere (con un taglio pari a circa il 25%) per un risparmio di 3 tonnellate di vetro all’anno, i tappi sono riciclabili e ricavati da biopolimeri rinnovabili e a base vegetale, così come le capsule che oltre ad essere riciclabili sono prive di colle.
“Il nostro obiettivo è produrre vini che siano sempre più espressione del territorio: per questa ragione accanto alla conduzione biologica e alla certificazione di origine,Docg e Igt, abbiamo puntato sul bollino vegano che significa un’attenzione in più verso i consumatori”, aggiunge Cenni. Tale progetto si è rivelato vincente per Casabianca: “Il bilancio non è ancora definitivo ma ci stiamo assestando su un aumento intorno al 60% delle esportazioni, con una particolare crescita negli Stati Uniti e in Inghilterra. Senza dubbio siamo stati avvantaggiati anche dalla crescita generale del volume delle esportazioni dei vini italiani, e di quelli toscani in particolare, ma al tempo stesso siamo convinti che specialmente all’estero ci sia grossa attenzione verso prodotti con una qualità certificata e una spiccata attenzione all’ambiente”.