Probios, azienda leader in Italia nella distribuzione di alimenti biologici vegetariani, promuove da oltre 40 anni un’alimentazione basata sul rispetto dell’uomo e della natura.

“Nel nome dell’azienda, che deriva dal greco PRO (a favore di) e BIOS (vita) si racchiudono i principi e i valori che hanno guidato sin dall’inizio, le persone che vi lavorano, e che continuano a ispirare il suo cammino di crescita.”

Rossella Bartolozzi e Fernando Favilli hanno rilevato l’Azienda negli anni ‘90. Rossella attualmente è consigliere delegato, ma è anche fortemente impegnata nella diffusione di un messaggio di sviluppo ambientale sostenibile.

È promotrice dal 2019 della Fondazione Est-Ovest, che a Firenze, è un punto di riferimento per incontri, corsi, attività, legati al benessere fisico e spirituale. Recentemente è stata riconfermata nell’Ufficio di Presidenza di FederBio e dal 2020 è nel direttivo dell’Associazione Toscana Bio per la Sostenibilità.

L’abbiamo intervistata per i lettori di FoodMakers

Probios è un’azienda toscana impegnata nel Bio dal 1978. Lei attualmente è uno dei soci. Qual è stata l’ispirazione che in quegli anni vi ha portato a rivolgervi ad una nicchia di consumatori, allora tanto ristretta?

Ho acquisito la Probios nel 1990 insieme al mio socio Fernando Favilli. L’azienda è stata fondata nel 1978 da una studentessa di farmacia che si è avvicinata alla medicina orientale, con lo scopo di importare da quelle terre prodotti e cibi ancora praticamente sconosciuti quali il Miso, la Salsa di Soia, le Alghe e quant’altro.

Allora era in auge la macrobiotica. Una pratica alimentare basata sull’equilibrio, che si esprime con l’adottare uno stile di vita, volto ad una maggiore armonia con il cosmo. Nel ‘90, la motivazione che mi ha spinto a voler entrare in questa azienda, era legata agli studi che stavo approfondendo sul mondo olistico.

La scienza olistica nasce dall’osservazione dell’essere umano da un punto di vista fisico, psichico e spirituale. Il mio percorso mi ha portata a capire che, quanto noi assumiamo con l’alimentazione, determina ciò che siamo e condiziona in modo profondo la nostra esistenza.

C’è un evento vivido nella mia mente, che ha davvero dato una svolta alla mia alimentazione. Quando ero molto giovane, ho avuto l’occasione, seguendo mia sorella veterinaria, di visitare degli allevamenti intensivi.

Davanti a tante atrocità, ho realizzato che quello non poteva essere cibo, e che non potevamo raggiungere integrità e salute, pensando di continuare a mangiare e a trattare gli animali in quel modo. Un’esperienza che ha segnato la mia vita.

Probios è impegnata nella valorizzazione della cultura del biologico e dei biodistretti. Come, il produrre e il consumare biologico, incide sulla vita della popolazione di una nazione?

Il primo fondamentale aspetto del biologico, è che tutela il suolo e di conseguenza l’ambiente. Continuare a praticare delle colture in modo intensivo, con l’ausilio di fertilizzanti e antiparassitari chimici, che impoveriscono e deturpano i terreni, rendendoli aridi pari al deserto, è una strada che non possiamo più permetterci di percorrere.

Oggi, grazie ad approfonditi studi accademici del settore, sappiamo che il Bio, non solo non impoverisce, ma rigenera il suolo, e soprattutto protegge le falde acquifere.

Non tutti sanno che, a causa dell’utilizzo indiscriminato di prodotti chimici per l’agricoltura come il glifosato o i fitofarmaci, e gli antibiotici negli allevamenti animali, in Italia abbiamo perso oltre il 30% delle falde acquifere. In un periodo segnato da gravi problemi di siccità, dobbiamo prendere coscienza del fatto che questo rappresenta un grave disagio per la comunità.

Se non impariamo a adottare comportamenti virtuosi in tal senso rischiamo di incontrare, in un futuro non lontano, delle reali difficoltà nel reperimento del cibo e dell’acqua.

Per concludere, non dimentichiamo gli allevamenti ittici, sui quali spesso non si accendono i riflettori. La produzione di pesce, che non segue un processo sostenibile, necessita di grandi quantitativi di antibiotici, e sta portando ad una contaminazione sempre più grave dei nostri mari, e che ha reso il Mediterraneo uno dei più inquinati del mondo.

Di recente il Parlamento italiano ha approvato in via definitiva la norma sull’agricoltura biologica. Obiettivo: regolare e tutelare un settore che già oggi vale 7,5 miliardi di euro. Un modo per proteggere il territorio e le aziende Bio, grazie all’articolo 6 che prevede la possibilità di istituire un marchio del biologico italiano.

Ritiene che sia una svolta determinante per il settore?

È un passo avanti importantissimo, fondamentale, che si attendeva da oltre 15 anni, e che rappresenta una grande vittoria per tutti gli organismi che operano intorno a questa realtà, come FederBio e AssoBio, che si sono spesi affinché la legge venisse approvata.

Una legge che finalmente disciplina il mondo del biologico in modo serio e dettagliato, in previsione anche dei dettami della Comunità Europea. Questi, infatti, prevedono che entro il 2030 il 25% dei territori delle singole nazioni dovranno essere dedicati alle colture Bio.

I futuri finanziamenti che arriveranno, sono adesso regolamentati e normati, e chi vorrà fare biologico dovrà seguire delle regole precise, attenendosi al disciplinare degli organismi di controllo.

Quindi, per noi aziende Bio, rappresenta una legge essenziale, che ci fornisce più garanzie, e soprattutto tutela in modo ancora più efficace i consumatori.

Avete una scelta davvero ampia di articoli a marchio Probios. Nel vostro Shop on line se ne possono contare oltre 1000. Quali caratteristiche specifiche devono avere per essere inseriti tra quelli ricercati dai vostri consumatori?

Vorrei fare una piccola premessa. Ciò che contraddistingue Probios, è il fatto che il nostro cuore pulsante è l’ufficio Ricerca e Sviluppo.

Ci dedichiamo a un grande lavoro di sperimentazione e innovazione, andando a creare tante linee di prodotti, che verranno elaborate direttamente da noi o da altri partners.

Il 90% degli alimenti sono frutto delle nostre idee, e questo indica una grande attenzione verso il mercato e le esigenze dei consumatori, con un occhio di riguardo per le necessità specifiche.

Il nostro obiettivo è quello di offrire degli alimenti genuini, buoni, salutari, con un apporto nutrizionale bilanciato, che possano essere consumati con gusto e piacere anche da chi ha scelto uno stile alimentare plant-based. Oppure da chi è costretto, per problemi di salute, o perché deve seguire un regime alimentare controllato, a rinunciare a ingredienti come il latte, lo zucchero, il glutine, i grassi o le proteine animali.

“La linea Probios Senza Zuccheri In Più, è pensata, ad esempio, per soddisfare le esigenze dei consumatori che seguono una dieta a ridotto contenuto di zuccheri, senza mai tradire la promessa di proporre un biologico che non scende a compromessi con il gusto e la qualità. Questa linea rispetta il gusto naturalmente dolce degli alimenti, oppure sfruttando la proprietà dolcificante dell’eritritolo.

Si tratta di un ingrediente naturale estratto dal mais con un processo di fermentazione simile a quello della maturazione della frutta.”

“Altra linea innovativa è la BioChampion, ideata per chi pratica sport, per gli appassionati di fitness e per tutti coloro che amano uno stile di vita dinamico. Comprende un’ampia gamma di referenze dall’elevato standard nutrizionale, a base di proteine vegetali, suddivisa in due categorie: FIT e PROTEIN, ideate per perseguire i fondamentali obiettivi di equilibrio e potenza.”

Sul mercato ci distinguiamo per la varietà di prodotti ad alto profilo nutrizionale caratterizzati da ricette innovative studiate per ogni esigenza alimentare. I biscotti Bis-Free a base di cacao proposti in 6 diverse referenze sono un esempio concreto della nostra ricerca continua: a base di cacao sono garantiti vegan e gluten free, sono senza proteine del latte e lattosio e senza uova.

Cosa si è fatto, e cosa si potrebbe fare per far conoscere ed incentivare il consumo di prodotti sostenibili, rendendoli alla portata di tutti?

Informazione e divulgazione sono le parole chiave, non vedo altre strade. Anche perché, sono profondamente convinta che in questi ultimi anni i consumatori siano cambiati, diventando più esigenti e consapevoli.

È vero che il biologico è più costoso, ma è anche vero che oggi assistiamo ad un grande spreco alimentare, soprattutto all’interno delle famiglie. Si deve sensibilizzare ad acquisti mirati, a comprare meno ma di qualità, migliorando la dieta, e andando in questo modo a bilanciare la differenza di prezzo. Senza dimenticare che i prodotti a bassissimo costo, a filiera lunga, spesso rappresentano un costo indiretto che grava sulla salute e sull’ambiente.

L’Italia è leader nella produzione del Bio, il secondo paese al mondo per le esportazioni di materie prime, ma purtroppo non abbiamo raggiunto una grande diffusione dei consumi. Ecco perché ritengo si debba ancora fare molto, per educare ad un’alimentazione rivolta al sostenibile e al Biologico. E in questo, la scienza ci supporta avendo ampiamente dimostrato che solo così si può proteggere la condizione del pianeta e dei suoi abitanti.

È stato ormai appurato, anche all’Organizzazione Mondiale della Sanità, che lo sfruttamento intensivo e il consumo di proteine animali, allevati in modo non consono, porta a gravi danni per la nostra salute. Il vero potere è nelle mani del consumatore. Un potere enorme, quello del carrello della spesa.

In Italia c’è ancora l’idea che il cibo sano, naturale sia meno appetibile…

Sì, ha perfettamente ragione, ha toccato secondo me un tasto che è verissimo. Nella mentalità purtroppo comune, si pensa agli alimenti biologici, il più delle volte come ad un cibo non gustoso. Si ignora invece che da analisi certificate, una carota coltivata con il metodo Bio, rispetto a quella tradizionale, contenga una percentuale doppia di carotene.

Un cibo Bio è sicuramente più ricco di elementi nutrizionali, quindi anche il sapore sarà migliore. Non dimentichiamo che i nostri nonni, si nutrivano prettamente con carboidrati e proteine vegetali. Cereali, legumi, verdure, alimenti coltivati in modo sano, che sono stati a lungo la base della grande cucina tradizionale italiana, in cui le proteine animali erano presenti ma in modo decisamente più limitato rispetto ad oggi.

Se noi ritornassimo ai sapori più veri, più basici, potremmo comprare del cibo, adottando una scelta finalizzata allo stare meglio, e pensando anche al futuro del nostro pianeta.

Vi occupate di diversi progetti legati al sociale, vuole parlarmi di queste iniziative?

Nel DNA della nostra azienda c’è il pensiero rivolto al Sociale. In particolare, in Toscana, nelle zone intorno alle quali noi operiamo, così da poter più facilmente condividere e partecipare attivamente alla vita di queste realtà.

Sono numerose le associazioni che supportiamo e con le quali seguiamo diversi progetti. Dynamo Camp è una di queste, che aiuta in modo efficace tanti ragazzi affetti da diverse disabilità, sostenendo anche le loro famiglie. Collaboriamo anche con il Club Volpi rosse Menarini che promuove lo sport, permettendo di superare gli handicap fisici di chi è costretto in sedia a rotelle.

Una che mi sta particolarmente a cuore è Trame Africane Onlus. Un produttore del Salernitano ha creato in Kenya una associazione, dove è riuscito a raggiungere dei risultati meravigliosi. Grazie alla loro attività è nato un ospedale, un importantissimo punto di riferimento in un isolato altopiano, dove la mortalità di parto era altissima.

Inoltre, seguiamo attività che promuovono e proteggono l’ambiente e gli animali. I volontari di Sea Shepherd che con le loro imbarcazioni, vanno a boicottare chi pratica la pesca di frodo. Poi Essere Animali, che effettua indagini e campagne in difesa degli animali più sfruttati, portando avanti delle vere inchieste sugli allevamenti intensivi.

Si parla di giovani coraggiosi che testimoniano le brutture alle quali vengono sottoposti gli animali da macello o da sfruttamento. Ecco, tutto questo a me fa molto sperare per un futuro migliore.

Per concludere…

Vorrei lasciare un messaggio positivo, perché troppe volte, intorno a me, vedo persone arrese e sfiduciate. Ecco, io credo che, avere un atteggiamento simile, sia profondamente sbagliato. Perché il cambiamento dipende dalle nostre scelte e dalla nostra volontà. Certo non è facile, ma vorrei che le energie rivolte verso il pessimismo costante, venissero investite e pensate in modo diverso.

La Fondazione Est-Ovest ha un ruolo determinante in questo, perché attraverso delle attività concrete, unendo il più possibile e interagendo con tutte le Associazioni, le Fondazioni, le Federazioni che gravitano intorno a questo mondo, diffonde un messaggio efficace di ritorno ad una vita sostenibile.

Ovvero che tramite una modifica del proprio stile di vita, da ciò che mangiamo, a come ci vestiamo, si può riuscire a cambiare tutta una serie di situazioni intorno a noi.

Sara Sanna

Ho 49 anni e abito in Sardegna. Ho lavorato come tecnico del restauro archeologico prima, poi, come guida turistica e operatrice museale presso la "Fondazione Barumini Sistema Cultura" che si occupa della...

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