Sara Moalli è una chef e pasticcera, vincitrice della ottava edizione di Bake Off il celebre talent show di casa Real Time, condotto anche quest’anno da Benedetta Parodi, che vede come protagonisti pasticcieri provenienti da tutto il mondo.
Ciao Sara, sei laureata in Interior Design, poi hai lasciato tutto per la tua passione per la pasticceria, ci racconti com’è andata?
Sì, tutto corretto. Laureata nel 2013 in interior design presso il politecnico di Milano. Facoltà bella, interessante, che mi ha fatto vivere uno dei periodi scolastici più belli. Ho imparato moltissimo e tutt’ora il design è sempre vigile e presente nella mia vita.
È capitato che, a un certo punto del mio percorso lavorativo non mi sentivo mai soddisfatta, credevo fossero i posti in cui lavoravo che non mi stimolavano e cercavo sempre di cambiare per rendere il tutto più interessante. Fino a quando mi sono trovata in centro a Milano, in San Babila, in uno showroom stupendo….ma tutto questo non me lo sentivo addosso, il lavoro non mi calzava a pennello. Al che ho iniziato a lavorare su me stessa cercando di capire qual era il problema.. da qui la decisione istintiva di mollare tutto e buttarmi in qualcosa che da sempre ha fatto parte di me, della mia creatività, delle mie emozioni.
Ti sei licenziata ed hai scommesso tutto con la partecipazione a Bake Off, com’’è nata questa scelta?
Sì, mi sono licenziata, come una matta senza altri pensieri, ma con lo scopo di realizzare i suoi sogni. Un ragionamento forse infantile e poco pesato. Ho mandato la candidatura a Bake off e il giorno seguente sono stata chiamata dalla redazione. ‘Sara saresti disponibile per venire a Milano a fare un colloquio?’…nella mia testa ‘..e me lo chiedete anche? Ahaha ’
E dopo una settimana mi sono ritrovata a Milano, non per lavoro, bensì per cercare di acchiappare l’occasione della mia vita.
Ci racconti il tuo percorso a Bakeoff?
Sul mio percorso a Bake Off si potrebbe scrivere un intero libro. Emozioni, tensioni, ansie, studio, determinazione.. sì ammetto che l’ho vissuta molto intensamente questa esperienza.
Hai presente quando senti che puoi perdere tutto ciò che hai sempre sognato avendo una sola possibilità? Ecco, quella era la sensazione che sentivo ogni sera prima di addormentarmi e affrontare una nuova giornata sotto il tendone. Credo di essere stata una delle uniche persone a voler raggiungere un così grande obiettivo con tutta questa carica.
Fortunatamente ho avuto persone, compagni di viaggio, che hanno imparato a conoscermi e sono stati sempre pronti a sollevarmi e a farmi vivere l’esperienza con molta leggerezza.
Ad ogni prova cercavo di superare le aspettative che avevo su me stessa. Per questo, ogni tanto, quando mi capita di riguardarmi mi viene da dirmi ‘ su Sara ma fallo un sorriso ogni tanto’.
Però nel complesso sono soddisfatta di ciò che ho mostrato di saper fare, calcolate agitazione, telecamere, conversazioni con giudici e autori…durante una cucinata inaspettata, con ingredienti da ricordare e con la voglia di fare bene. Un tripudio di emozioni insomma.
Com’era il rapporto con Benedetta Parodi?
Premettendo che Benedetta è una grandissima e bellissima donna.. ricordo ancora le sue parole quando mi ha detto : ‘ Sara sai, anche io inizialmente avevo intimorito i miei genitori quando da giornalista sono passata a fare tutt’altro, a dedicarmi alla cucina e a programmi televisivi. La paura dei miei genitori era grande, ma alla fine ce l’ho fatta, quindi credici, credici sempre’
E ricordo con molta gratitudine anche quando in una prova ha fatto i salti mortali per recuperarmi un piatto per presentare i mie ‘ fritti’ perché nella velocità mi ero ritrovata senza.
Da lì ho guardato Benedetta con occhi diversi, con gli occhi di una ragazza che ha visto in lei carattere e determinazione nel raggiungere i suoi obiettivi. Sicuramente provo grande stima e non nego che mi piacerebbe cucinare qualcosa insieme a lei.
Invece com’è andata con i tre giudici Ernst Knam, Damiano Carrara, Csaba Dalla Zorza?
Che dire. Me ne sono innamorata.
Inizialmente avevo un grande timore, lo ammetto. Ma il maestro Knam fin da subito ha saputo come prendermi. È una persona eccezionale. Non lo dico tanto per dire, ma davvero, perché ci capitava ogni tanto di parlare fuori camera . E’ una persona vera e umile. Un grande uomo, sì mi è rimasto nel cuore.
Damiano invece mi ha sempre tenuto sulle spine, non capivo se il mio modo di fare ‘pasticceria’ lo ritenesse buono o meno. Alle volte si, alle volte meno. Quindi ho sempre detto, anche in camera, che il mio obiettivo era far cambiare idea a Damiano! Verso la decima, undicesima puntata ho notato in lui un cambiamento. Era più gentile e allo stesso tempo è riuscito a capire di più il mio mondo, il mio stile, il mio modo di fare. Fino a quando in finale mi ha lasciata senza parole nel commentare il mio dolce. Grazie Dami.
Csaba, come dico a tutti, è proprio come la si vede. Posata, dolce, diretta ed elegante. In finale mi ha persino detto che lei non è da dolci moderni, ma che la mia precisione e la mia femminilità nei dolci l’hanno colpita ed ha iniziato a rivalutare lo stile moderno. Grazie Csaba
In finale con Philippe Chini e Monia De Carolis, ci racconti com’è andata?
Eh dai, sapendo il finale ti dico che è andata bene!!! Bella lotta con entrambi. Monia giocava di esperienza, Philippe nella sua disinvoltura e leggerezza sapeva colpire bene.
Due bei compagni con cui affrontare la finale. Bè, come tutti ben sapete sarebbe stata una finalissima coi fiocchi con Philippe, mi sarebbe piaciuto molto. Invece….è stata una sfida tutta al femminile, sì per dimostrare che noi donne sappiamo ottenere grandi risultati nella pasticceria. Io e Monia ce l’abbiamo messa tutta, facendo ciò che amiamo.
Spesso e volentieri colleghiamo le figure di pastry chef migliori nella figura dell’uomo.
Benedetta in finale mi ha detto: Sara, finalmente facciamo vedere che anche noi donne, nella pasticceria moderna, precisa e meticolosa, siamo una forza, sdoganiamo questo concetto.
Hai presentato in finale torta moderna, “My Way” realizzata con una base di sucrée alle nocciole, biscuit joconde alle nocciole, cremoso di mango e passion fruit e una vellutata di mango e pesca, ci racconti come nasce e qual è il percorso creativo?
Grande, che memoria. Hai dimenticato al glassa a specchio bianca ahahah
La mia idea è stata quella di collegare i miei gusti e la mia visione di pasticceria a ciò che ho imparato nel percorso bake off.
Dunque ho fatto la sucrèè e il biscuit joconde alle nocciole, piaciuti a tutti i giudici nelle mie precedenti prove, i miei must
E , per far vedere che bakeoff mi è servito a migliorarmi, ho inserito un cremoso e una vellutata ricordatami a memoria da prove tecniche di Damiano, cambiate per via dell’uso dei frutti tropicali (che io, Damiano e Csaba adoriamo)
Insomma, volevo creare una stratificazione perfetta, non solo alla vista ma anche nel bilanciamento degli ingredienti, nessuno che predominasse sull’altro. Creare un gusto fresco, avvolgente, che riuscisse a provocare emozioni al solo assaggio. Insomma papille gustative in trepidazion, in adorazione.
In due ore è stato più che difficile con Damiano e il maestro Knam che mi davano della pazza per il poco tempo a disposizione e i 40 gradi sotto al tendone!!
Credi che il tuo percorso formativo come interior designer ti possa aiutare nel mondo della pasticceria?
Direi proprio di si, sono sempre stata una precisina quasi noiosa e pensate per la sua ‘rigorosità’.
La precisione nei dolci credo sia fondamentale. Il lato estetico conta, conta molto, quanto è bello tagliare una torta e vedere la stratifica perfetta? Ma la cosa ancora più bella è capire che non è solo precisione estetica, ma bilanciamento del gusto, dei sapori che si mischiano creando emozione e gioco delle diverse consistenze. Croccante, morbido, cremoso, fresco, vellutato. Un gusto pieno, un gusto unico. Ed è la precisione che determina queste sensazioni.
Ora cosa stai facendo e soprattutto quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Al momento, covid permettendo, sto facendo delle collaborazioni.
Mi muovo con i social per offrire ai miei follower, ricette semplici ma con una grande risultato. La maggior parte sono ricette create da me, non prese dai libri…perché un’altra cosa che amo fare è sperimentare, sbagliare e imparare dagli sbagli fino a regalare una ricetta alle persone che mi seguono con tanto affetto, per ringraziarli.
Spero di poter fare qualche programma televisivo, che qualcuno noti ciò che amo così da poter ancora sognare di fare pasticceria.
Sto anche cercando di progettare il mio piccolo Lab. Il momento non è dei migliori, sarebbe bello trovare anche qualche ‘sponsor’ nel settore ma…mi sento già fortunata così. Se dovesse arrivare qualcosa in più , sarebbe una cosa sensazionale che mi aiuterebbe a velocizzare la creazione del Lab.