Il Birrificio Serrocroce è in alta collina, a Monteverde (AV), annoverato dal 2004 tra i più bei borghi d’Italia, che si tramanda da generazioni l’attività della famiglia Pagnotta.
Campi di grano che si sviluppano a 740 metri d’altezza, ai piedi del Serro della Croce, il più alto dei colli che dominano la Valle dell’Osento, e dai quali prende il nome la loro birra
“Contadini, prima che birrai”: questo è il “mantra” di questa famiglia.
Al grande legame col profumo della mietitura, al colore dei cereali che cambiano da una stagione all’altra e ancora, alla lenta ed emozionante attesa delle spighe mosse dal vento e asciugate dal sole, pronte per il raccolto.
L’ancoraggio alle tradizioni, la spinta all’innovazione con la scelta di essere azienda agricola “mossa” solo da energia verde!
Vito Pagnotta, agronomo, continua oggi la tradizione del padre, del nonno…“Ricordo come se fosse oggi quel giorno nei campi con mio nonno, mentre accarezzavo le spighe” racconta.
Filiera corta e tecniche di coltivazione sperimentale direttamente in azienda. Risultati da subito incoraggianti, poi, per affinare le competenze il trasferimento e l’esperienza in Belgio.
Rientrato in Italia, con la collaborazione del CERB dell’Università di Perugia l’avvio della produzione (foto 04) subito improntata all’altissima qualità e riconoscimenti sempre crescenti: da ultimo l’oscar green 2017, che consacra la birra SerroCroce come la più verde d’Italia.
Ho assaggiato quattro birre, tra le più interessanti della loro produzione.
Ecco le mie impressioni.
AMBRATA APA Un colore ambrato carico sorregge una bella schiuma abbondante, granulosa da cui emergono leggere tostature, malto ed un pizzico di agrumato. In bocca il corpo resta leggero, buono l’equilibrio, si apprezzano anche leggere note di amarena ed il finale è piacevolmente luppolato con una certa acidità che aiuta la pulizia della bocca. Per l’abbinamento con questa birra ho pensato ad un piatto tipico della zona, cavatelli fatti in casa con sugo di carne, salsiccia e mollica di pane abbrustolita.
LA FRESCA blonde ALE Questa Blond Ale ha un colore chiaro, quasi paglierino, una schiuma soffice e pannosa che profuma di agrumi e resina ed in bocca una freschezza citrica che invoglia a bere. Sul finale l’amaro del luppolo ben si amalgama con note vagamente pepate che ne indicano l’abbinamento con formaggi freschi, fritture di bianchetti, pesci al forno.
GRANUM Saison Il colore è dorato, l’aspetto opalescente, la schiuma fine, abbondante che aderisce bene al bicchiere e lascia dei bei merletti di Bruxelles. Il naso è un mix di cereale fresco (viene utilizzata, come nei dettami dello stile, una certa percentuale di frumento, in questo caso un Senatore Cappelli) e di spezie dove il coriandolo la fa da padrone. In bocca è piena, asciutta allo stesso tempo, con il corpo “granuloso” tipico delle birre al frumento a supportare le note di frutta gialla e di malto che riemergono nel finale. L’amaro ritorna a chiusura di una bevuta appagante.
La abbinerei senz’altro ad una zuppa locale a base di verze, cicorie e legumi come la cicerchia
ARMANDO Saison Ancora una Saison, ancora del frumento, che questa volta è il grano duro 100% filiera Armando de Matteis da cui appunto la birra prende il nome. Come per la pluripremiata Granum, anche la Saison Armando si presenta con un bel colore dorato ed una schiuma importante. Rispetto alla birra precedente al naso risulta un po’ più morbida con note maltate più evidenti. Anche in bocca mantiene questa impronta meno “aggressiva” risultando più morbida, un pelo meno carbonata, e meno amara nel finale. Un tagliere di formaggi e salumi locali magari accompagnati dalla tipica focaccia di mais cotta sui carboni, possono essere un gustoso èrustico” abbinamento.