Simona Deschino, sarda, mamma appassionata di cucina e amante del buon cibo fin da piccola. Laureata in Giurisprudenza, con una specializzazione in Mediazione Giuridica, si è buttata anima e corpo nell’entusiasmante viaggio nel mondo culinario aprendo il suo blog nel 2012 e un Home Restaurant con microimpresa domestica alimentare nel 2018. Ama creare ricette di qualità prediligendo ingredienti stagionali e fotografarne il risultato, curando il più possibile impiattamento e presentazione. Dopo aver vinto numerosi concorsi nazionali a tema food, con giurie presiedute da personaggi illustri come Bruno Barbieri, Gualtiero Marchesi, Clelia d’Onofrio e Roberto Linguanotto, si è sempre più convinta che il food fosse la sua strada. Il suo motto? Cucinare è come amare, o ci si abbandona completamente o si rinuncia – (Harriet Van Horne)
Ciao Simona, Laureata in Giurisprudenza, come nasce la tua passione per il food?
Ciao, è una passione che coltivo fin da quando ero bambina e guardavo mia madre cucinare. Lei mi ha insegnato che cucinare è un atto d’amore verso gli altri e che quest’amore deve essere l’ingrediente principale di ogni piatto che si prepara.
Hai aperto il tuo blog nel 2012, come mai hai deciso di mettere anima e corpo nel mondo del cibo?
Nonostante la mia laurea in Giurisprudenza ho deciso, avendone fortunatamente la possibilità, di seguire la mia passione e dedicarmi ad essa. All’inizio il blog aveva la funzione di raccogliere le ricette che creavo di volta in volta. Doveva essere una sorta di diario personale e non credevo che qualcuno potesse esserne interessato. Ad esso dedicavo solo ritagli di tempo, era principalmente un hobby. Man mano che ha cominciato ad avere un certo seguito, il tempo dedicato al blog si è notevolmente dilatato fino a diventare un vero e proprio lavoro. I lettori si sono affezionati e hanno cominciato ad interagire quotidianamente; le aziende, anche estere e le riviste hanno cominciato a propormi varie collaborazioni. Quello che prima era un hobby si è lentamente trasformato in un lavoro.
Nel 2018 apri anche un Home Restaurant con microimpresa domestica alimentare, come nasce questo progetto?
Il progetto nasce dall’esigenza di trovare un lavoro che mi permettesse di realizzarmi adattandosi a quelle che sono le mie esigenze famigliari: separata con una bimba piccola e dei genitori malati che richiedono una costante presenza e assistenza. I miei studi giurisprudenziali mi hanno aiutata a capir, già nel 2004, se ci fosse qualche possibilità giuridica per poter mettere in pratica la mia passione: cucinare fra le mura domestiche. All’epoca ancora non era sorta alcuna microimpresa domestica e non se ne parlava da nessuna parte. Il mio primo approccio con gli organi competenti lo ebbi qualche tempo dopo, quando portai alla loro attenzione la normativa comunitaria di riferimento della quale ignoravano l’esistenza. Trovai subito grande disponibilità e apertura mentale nel dirigente della Asl con cui parlai. Per motivi personali abbandonai l’idea che poi ripresi solo nel 2018. Decisa ad intraprendere nuovamente la strada iniziata anni prima, ricontattai il dirigente e con l’aiuto di un tecnico e di un commercialista ho avviato la prima microimpresa domestica della Sardegna (in Italia ce n’erano già una trentina) di produzione e vendita di cibi fatti in casa. Dal momento che dovevo aprire la partita iva, mettere la cucina a norma e fare ingenti investimenti ho pensato di associare a questa microimpresa anche l’attività di Home Restaurant, aprendo così il primo Home Restaurant autorizzato d’Italia, in forma imprenditoriale.
Hai vinto numerosi concorsi food nazionali, con giurie eccellenti, presiedute da chef come Bruno Barbieri, Gualtiero Marchesi, che esperienze sono state?
Sono state delle esperienze molto gratificanti e di crescita personale. Sono sempre stata una persona molto timida, ma uno dei miei pregi è quello di cercare di superare le mie debolezze mettendomi alla prova proprio con ciò che mi spaventa. Quindi partecipare a dei concorsi in cui dovevo espormi in prima persona e non dietro il monitor di un pc, davanti ai miei idoli di sempre, è stato per me di grande stimolo. Le vittorie conseguite sono state un plus che sicuramente hanno aumentato la mia scarsa autostima e sono state lo stimolo per capire che forse questa era la strada giusta e questo il mio mondo.
Sei sarda, qual è un piatto della tradizione al quale sei particolarmente legata?
Non ce n’è uno in particolare. Sono molto legata ai culurgiones che mi piace presentare anche in maniera innovativa. Ma adoro anche la fregula e le seadas. Avrei molta difficoltà ad indicarne uno in particolare.
Nei tuoi piatti più tradizione o innovazione?
Tradizione rivisitata in chiave innovativa
Facciamo il gioco della Prova del cuoco: ci inviti tutti a cena cosa prepari?
Sicuramente un menù di mare che coinvolga il commensale in un viaggio sensoriale, privilegiando materie prime di qualità e, laddove possibile, locali. Sarà un menù ricco di contrasti e si concluderà con un dessert che dovrà lasciare i commensali piacevolmente soddisfatti. Il dessert è la parte del menù che più mi piace preparare, a cui dedico maggior tempo sia in fase di esecuzione che di ideazione. Credo che la portata principale di un pasto sia quella che poi ti lascia il ricordo finale, che chiude la sinfonia…quindi il dessert.
Hai diverse collaborazioni con marchi importanti, come sono nate?
Mi hanno contattata loro vedendo il mio lavoro attraverso i social e il blog. Hanno apprezzato ciò che faccio e come lo faccio. Non ho tantissimi followers ma sono tutti reali e il fatto di avere una buona interazione con chi mi segue ha probabilmente colpito queste aziende che hanno riposto in me la loro fiducia. Non posso che esserne onorata.
Nuovi progetti per il tuo blog?
Spero di trovare più tempo per dedicarmi al blog più di quanto non abbia fatto ultimamente. Ma ho tanti progetti in ballo che il tempo è davvero poco. Sono una sognatrice e cerco di realizzare i miei sogni procedendo per step. Non voglio fermarmi qui ed infatti presto, se tutto va secondo i piani, ho in serbo un progetto importante. Sarà un altro salto nel buio come quello che ho fatto nel 2018, ma come dice Thoreau “Andate fiduciosi nella direzione dei vostri sogni, vivete la vita che avete sempre immaginato.”